3. Le migliori colonne sonore dei film sci-fi: Blade Runner

Andiamo avanti con un altro capolavoro del cinema di fantascienza. Il film che ha orientato moltissime riflessioni nel genere sci-fi, specialmente per ciò che riguarda il rapporto tra l’uomo e la macchina e ciò che connatura l’essere umano stesso. Anche in questo caso, la colonna sonora è una componente essenziale dell’opera. Porta la firma del compositore greco Vangelis, al secolo Evangelos Odysseas Papathanassiou, nato nel 1943 e scomparso nel 2022. Il suo è stato un lavoro complesso e per certi versi travagliato. In linea con la genesi stessa di Blade Runner, film che prima di diventare un cult ha vissuto diverse difficoltà.
Vangelis ha lavorato a stretto contatto con Ridley Scott per la stesura della colonna sonora. Il suo è stato un lavoro istintivo, che per certi si è svolto a prescindere dalla narrazione stessa. Le composizioni seguivano spesso l’improvvisazione, dettata da alcuni spunti del regista o dall’immediata visione di scene del film. Non c’è stata una volontà organica – che secondo l’autore avrebbe un po’ viziato il risultato finale – ma una costruzione in fieri che riuscisse a restituire le sensazioni di volta in volta suscitate dall’incedere narrativo. Non compromesse dalla rivelazione finale.
Ne esce fuori una colonna sonora che restituisce al meglio le vibes di Blade Runner. Musiche cupe e nostalgiche, imperniate di tutta quella malinconia che fa da sfondo all’intero film. Una peculiarità del lavoro di Vangelis confluita nell’opera di Scott è l’ampio ricorso a sonorità elettroniche, esaltate dal diffuso utilizzo di sintetizzatori. Questa svolta elettronica – per così dire – è molto diversa dall’approccio che abbiamo visato in 2001: Odissea nello spazio o in Star Wars. Ci si allontana qua da sonorità più classiche e per certi versi pompose, per favorire un’atmosfera più urban, che restituisse tutta la foschia del futuro distopico che vediamo in Blade Runner e lo smarrimento che il sostrato concettuale del film intende provocare.
4. Incontri ravvicinati del terzo tipo

John Williams. Ancora John Williams. Dopo la proficua collaborazione ne Lo Squalo, il compositore è tornato a lavorare con Steven Spielberg per Incontri ravvicinati del terzo tipo. Un film gigantesco, che ha influenzato enormemente l’intera produzione fantascientifica successiva, specialmente quella incentrata sugli alieni. La musica è una componente essenziale in questo film ancora più che in altri. In Incontri ravvicinati del terzo tipo assume un particolare valore narrativo. È la modalità con cui – infatti – umani e alieni entrano in contatto. Una comunicazione che trascende il linguaggio. Anzi, che esalta la forza proprio di un altro tipo di linguaggio.
Sono cinque note ad avvicinare umani e alieni. Cinque note concepite casualmente. Nate dopo una lunga serie di arrangiamenti realizzati proprio da Williams e Spielberg. Il trionfo della sperimentazione. Il trionfo dell’arte come istinto e perseveranza. Cinque note, nel dettaglio Sol(4) – La(4) – Fa(4) – Fa(3) – Do(4). Un motivo divenuto icona. In Incontri ravvicinati del terzo tipo la musica si fa quindi linguaggio narrativo. Evoluzione. Contatto. E non solo. Le sonorità mantengono anche il loro apporto evocativo. Servono a caratterizzare quel velo di mistero che la narrazione sugli alieni di per se contiene. Assistono in maniera unica – oltre a orientarlo – un racconto che si è fatto leggenda.
Ancora John Williams, dicevamo. Dopo l’eccezionale lavoro ne Lo Squalo, il suo connubio con Steven Spielberg si arricchisce di un altro prestigioso capitolo. E puntuale è anche arrivata la nomination agli Oscar, dove però Williams è stato battuto proprio da… John Williams. A vincere la statuetta per la migliore colonna sonora è stato il compositore col suo lavoro però in Star Wars. Che annata il 1977 per i film sci-fi!






