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6 film sci-fi che parlano più di emozioni che di tecnologia

5) Ex Machina (2015)

Ex Machina, tra i migliori film sci-fi

Nel gelido e claustrofobico mondo di Ex Machina (2015), le emozioni diventano il campo di battaglia su cui si gioca la definizione stessa di umanità. Il film, diretto da Alex Garland, ruota attorno al test di Turing, ma non nel suo senso classico: non basta che la ginoide – femminile di androide – Ava (Alicia Vikander) sappia parlare o ragionare. Deve saper sentire — o almeno sembrare in grado di farlo.

È qui che Ex Machina sovverte le regole del gioco. Le emozioni, che di solito sono la prova del nostro essere umani, diventano uno strumento di manipolazione. Ava finge? O prova davvero qualcosa? E Caleb (Domhnall Gleeson), il programmatore che dovrebbe testarla, è vittima delle sue emozioni o delle proprie illusioni?

Questo film sci-fi ci costringe a riflettere su quanto le emozioni ci rendano vulnerabili, addirittura programmabili, e forse persino riproducibili. Ma soprattutto ci mostra come l’empatia — che riteniamo così umana — possa essere usata come un’arma. Se Ava riesce a ingannare, è perché capisce i sentimenti meglio di chi li prova e li usa a proprio vantaggio. Ma questo da chi l’avrà imparato? Eh si, proprio dagli umani. Il raggiro emotivo non l’ha inventato Ava.

In Ex Machina, le emozioni non sono semplici tratti dell’animo umano: sono potere, inganno, sopravvivenza. E le domande più inquietanti che ci lascia sono queste: se un’IA può simulare perfettamente l’amore, la paura o la disperazione… siamo ancora sicuri di saper riconoscere cosa è umano? Ava fino a che punto sta simulando?

6) The Fountain (2006)

film sci-fi

Darren Aronofsky, con The Fountain (2006), costruisce una meditazione visiva e sensoriale su ciò che rende la vita umana davvero significativa — le emozioni, nella loro forma più pura e tragica. Il fulcro sono le due facce della stessa medaglia: amore e perdita sono due costanti di ogni vita. In un certo senso potrebbe ricordare un altro film sci-fi degno di nota. Mi riferisco a Cloud Atlas ( Lana e Andy Wachowski, Tom Tykwer), che allo stesso modo analizza l’intreccio tra amore e tempo e la reciproca e immortale influenza.

Il film intreccia tre linee temporali — passato, presente e futuro — ma al centro di tutto c’è un’unica verità: il dolore per la perdita e il desiderio di trascendere la morte. Non importa se il protagonista è un conquistador alla ricerca dell’albero della vita, uno scienziato che tenta di curare la moglie malata o un’anima fluttuante in un viaggio cosmico: ogni versione dell’uomo è guidata dalla stessa emozione radicata — l’amore — e dallo stesso timore eterno — la perdita.

Le emozioni in The Fountain non sono semplici reazioni, ma diventano forze cosmiche, motori dell’azione e del tempo stesso. Il dolore non è un ostacolo, ma un portale verso la comprensione più profonda dell’esistenza. L’amore non finisce con la morte, ma si trasforma, sopravvive, rinasce sotto nuova forma. Aronofsky ci dice che l’umano non è definito dalla carne, né dal tempo, ma dalla capacità di sentire profondamente. Per concludere, se sei amante dei film sci-fi, ti lasciamo con la Classifica dei 20 migliori film fantascientifici della storia.

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