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Le 10 premiazioni più inaspettate (per un motivo o l’altro) nella storia degli Oscar

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5) Cabaret – Bob Fosse

Nel 1973, il mondo del cinema assistette a un vero e proprio colpo di scena quando Bob Fosse vinse l’Oscar per la miglior regia con Cabaret.

Nel 1973, il mondo del cinema assistette a un vero e proprio colpo di scena quando Bob Fosse vinse l’Oscar per la miglior regia con Cabaret. Un risultato sorprendente, perché in gara c’era anche Francis Ford Coppola, regista del mitico Il Padrino, uno dei film più iconici e celebrati di sempre. Fosse, che fino a quel momento era noto soprattutto come coreografo di Broadway, riuscì a farsi strada nel mondo del cinema con un musical che, dietro l’apparenza di spettacolo colorato, nascondeva temi molto più oscuri e potenti. La sua vittoria fu vista come inaspettata, ma assolutamente meritata: non solo per la qualità artistica, ma anche per il modo innovativo con cui mescolava danza, musica e dramma.

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Quel successo fu ancora più incredibile se si pensa che nello stesso anno Fosse conquistò anche un Tony e un Emmy, traguardi straordinari in tre diversi ambiti dello spettacolo. Durante il suo discorso di ringraziamento, confessò di sentirsi un po’ “impostore”, quasi non credesse di meritare quel riconoscimento, tanto erano grandi i nomi contro cui era in gara. Questa vittoria dimostrò una cosa importante: la creatività può emergere da angoli inaspettati e il musical, spesso sottovalutato, poteva essere un terreno fertile per grandi registi capaci di raccontare storie profonde e innovative.

6) Il Pianista – Adrien Brody

Adrien Brody, appena 29enne, vinse l’Oscar come miglior attore protagonista per Il Pianista.

Uno dei momenti più memorabili nella storia degli Oscar si ebbe nel 2003, ai 75° Academy Awards, quando Adrien Brody, appena 29enne, vinse l’Oscar come miglior attore protagonista per Il Pianista. Fu una vittoria che sconvolse tutti, non solo perché Brody era il più giovane di sempre a ricevere quel premio, ma anche perché non era uno dei volti più noti o dati per favoriti. Brody rappresentava una sorta di outsider, un attore poco conosciuto che riuscì a imporsi in mezzo a star consolidate e favoritissime.

La sua interpretazione di Władysław Szpilman, un pianista polacco sopravvissuto all’orrore nazista, fu straordinariamente intensa, fatta di silenzi, sguardi e fragilità profonde. Era una performance che toccava le corde più emotive senza ricorrere a drammi eccessivi, ma con una delicatezza e una sincerità che conquistarono l’Academy. Quel trionfo arrivò proprio pochi giorni prima del suo trentesimo compleanno e da allora nessuno è riuscito a battere il suo record di giovane vincitore. La sua vittoria è rimasta un esempio di come l’arte possa premiare anche chi osa portare sullo schermo personaggi complessi e lontani dai cliché del cinema mainstream.

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