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I 15 migliori film cosmic horror che devi assolutamente vedere se sei un amante dell’ignoto

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Il cosmic horror, prima che nei film, nasce con H. P. Lovecraft. Anche se le sue radici si possono scorgere anche prima, nel pessimismo cosmico di filosofi come Schopenhauer o nel fatalismo della tragedia greca. Il messaggio è chiaro e destabilizzante: l’universo è vasto, indifferente e fondamentalmente inconoscibile. E noi, esseri umani, siamo irrilevanti. Non siamo il centro di nulla. Non c’è uno scopo, né una morale universale. E se ci fosse qualcosa là fuori, probabilmente non ci noterebbe o peggio, non ci capirebbe.

Nel cosmic horror, l’orrore non deriva dal mostro in sé, ma dalla consapevolezza che l’universo non solo è più strano di quanto immaginiamo, ma più strano di quanto possiamo immaginare. È l’incontro con l’indecifrabile che distrugge la mente, non con il male. Gli dèi cosmici lovecraftiani non sono malvagi: sono oltre ogni concetto umano di bene e male. E questo è ciò che li rende davvero terrificanti.

Ecco quindi 15 film cosmic horror che non vi faranno dormire la notte.

1) Bird Box

Sandra Bullock nel film cosmic horror di Netflix
Credits: Netflix

Dopo aver esplorato il mondo degli hotel di lusso e degli intrighi internazionali con The Night Manager, la regista Susanne Bier prende qui una strada totalmente diversa. Un horror apocalittico a metà tra il thriller psicologico e il survival movie che parte da un presupposto molto semplice: la cara vecchia invasione aliena. Qualcosa ha, infatti, invaso il mondo, ma ciò che davvero scatena il panico a livello globale è l’incapacità di capire di cosa si tratti esattamente. Chi lo guarda impazzisce, perde ogni razionalità e si suicida nel giro di pochi secondi rendendo così impossibile analizzare il pericolo e comprenderlo.

La protagonista, Malorie (Sandra Bullock, criticatissima per il suo Oscar), è una donna chiusa, scettica, poco incline ai legami emotivi. La pellicola si dipana attraverso due diversi della stessa vicenda. Il primo, all’inizio del film con Malorie incinta e testimone della fine del mondo. Il secondo, cinque anni dopo l’evento, vede la protagonista intenzionata a portare in salvo due bambini. Le creature che portano alla follia non si vedono mai anche se i segni del loro passaggio sono evidenti a tutti.

Il film cosmic horror gioca tutto su questa tensione sensoriale. Gli spazi sono limitati, i colori spenti, i suoni amplificati. E quando i personaggi sono costretti a uscire bendati — per cercare provviste, per scappare, per salvarsi — lo spettatore è con loro, nel panico, nel disorientamento.

Uno degli aspetti più interessanti di Bird Box è che, sotto la superficie apocalittica, c’è una metafora piuttosto chiara. Malorie non è solo una donna che fugge dal pericolo, ma una madre che non vuole affezionarsi, che chiama i bambini “Boy” e “Girl”, senza dar loro un nome. Il mondo che l’ha delusa prima dell’arrivo delle creature (il film accenna a rapporti familiari complicati, alla solitudine, al cinismo) non è molto diverso da quello che arriva dopo. La storia parla di sopravvivenza, ma anche di come sia possibile mantenere un contatto umano anche quando tutto intorno crolla.

2) Black Mountain Side

Credits: Prime Video

Un gruppo di archeologi si trova in una stazione di ricerca nel nord del Canada, dove ha appena scoperto una struttura antichissima, sotterrata sotto il permafrost. Qualcosa appartenente a un’epoca molto più antica, migliaia di anni prima di qualunque civiltà nota. È da qui che parte la spirale discendente dell’orrore di Black Mountain Side.

Da un ritrovamento che apre una porta, come accade spesso nei film cosmic horror, non tanto su un “pericolo” quanto su una verità che l’essere umano non è fatto per contenere.

La storia si svolge quasi interamente all’interno della stazione, tra interni gelidi e paesaggi innevati che sembrano infiniti. Gli uomini iniziano ad vedere cose. A sospettare l’uno dell’altro. A perdere il senso del tempo. E poco a poco si affaccia la consapevolezza che qualcosa, forse, li sta osservando. Qualcosa che non si muove secondo logica, e che si rivela attraverso piccoli simboli, visioni, presenze appena percepibili.

Il paragone con La Cosa di John Carpenter è inevitabile, soprattutto per l’ambientazione e la tensione paranoica che si respira. Ma Black Mountain Side sceglie una strada più esistenziale. Dove nel film di Carpenter il nemico era fisico, tangibile, qui siamo in un territorio molto più rarefatto. L’orrore non è tanto quello dell’invasione, ma della dissoluzione tra percezione e follia.

In questo senso, il film si avvicina moltissimo al significato profondo del cosmic horror. L’idea che l’universo ospiti forze che non ci riguardano, che non si curano di noi, e che la nostra mente — limitata, razionale, lineare — non è attrezzata per affrontarle. E proprio quando entriamo in contatto con queste forze, qualcosa si rompe. I personaggi di Black Mountain Side sono professionisti, scienziati, persone razionali. È importante che lo siano. Perché il film si costruisce sul lento tradimento della razionalità e quando anche il linguaggio comincia a vacillare, resta solo l’istinto.

Certo, il film non è privo di limiti. Il ritmo è lento, alcuni passaggi restano volutamente ambigui, ma non è un difetto, se si accetta la proposta per quello che è. Come molte opere del weird horror, Black Mountain Side non vuole chiarire ogni aspetto.

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