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5 film biografici di ottimo livello che puoi trovare attualmente sulle piattaforme di streaming

Copertina di The Foxcatcher

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Se ve lo steste chiedendo, i film biografici, o biopic, sono tra i più amati dal pubblico perché uniscono la forza del cinema alla potenza delle storie vere. Guardarli significa spesso entrare nella vita di personaggi che hanno lasciato un segno nella storia, nella musica, nello sport o nella cultura, scoprendo non solo i successi ma anche le fragilità, i conflitti e i momenti più intimi. Il bello del genere sta proprio in questo. Prendono figure che spesso conosciamo solo attraverso titoli di giornale o immagini iconiche e restituircele come esseri umani, con tutte le contraddizioni che comporta.

Naturalmente, un film biografico non è mai un documentario. Bensì, si tratta di una narrazione che deve emozionare, coinvolgere e a volte sorprendere. Per questo i registi scelgono episodi chiave, li mettono in scena con intensità drammatica e cercano di costruire un racconto che sia allo stesso tempo fedele e appassionante. Ed è qui che entra in gioco anche la prova degli attori. Vedere qualcuno trasformarsi in un personaggio reale, come Rami Malek che diventa Freddie Mercury in Bohemian Rhapsody o Austin Butler nei panni di Elvis Presley, è spesso l’elemento che rende memorabile un biopic.

Le piattaforme OTT offrono un panorama davvero ricco

Su Netflix, ad esempio, possiamo trovare titoli italiani come Il Divin Codino, dedicato a Roberto Baggio, o Sei nell’anima, che racconta la vita di Gianna Nannini. Sono esempi di come il biopic non si limiti solo ai grandi nomi internazionali, ma sappia raccontare anche icone della nostra cultura. Sempre sulla stessa piattaforma, film come The Theory of Everything, sulla vita di Stephen Hawking, mostrano invece la capacità del genere di unire rigore scientifico ed emozione personale. Su Prime Video, invece, spiccano opere come A Million Miles Away, che segue il percorso di José Hernández, figlio di immigrati diventato astronauta, dimostrando come le biografie possano ispirare con storie di riscatto e determinazione.

Pertanto, possiamo affermare che il successo dei biopic non accenna a diminuire perché, in fondo, parlano di ciò che più ci interessa. Sono le vite degli altri, le loro lotte, i loro sogni e le loro cadute a travolgerci più del resto. Raccontano come le grandi conquiste nascano spesso da fragilità, dubbi e ostacoli che tutti possiamo riconoscere. E ci ricordano che dietro ogni leggenda, ogni nome inciso nella memoria collettiva, c’è sempre una persona in carne e ossa. Ciò detto, oggi andiamo a scoprire cinque dei titoli più pregiati disponibili adesso in Italia.

1) The End of the Tour: un biopic sull’intimità delle parole

Una scena del film The End of the Tour (Circolo del Cinema)

Tra i tanti film biografici presenti in streaming, The End of the Tour rappresenta un caso singolare e prezioso. Diretto da James Ponsoldt e interpretato da Jason Segel e Jesse Eisenberg, non segue il modello classico del biopic che ripercorre un’intera vita, dall’infanzia ai trionfi, fino agli ultimi giorni. Qui la biografia si concentra in appena cinque giornate. Quelle in cui il giornalista David Lipsky accompagna lo scrittore David Foster Wallace durante il tour promozionale di Infinite Jest. Ne nasce un racconto che non punta tanto alla cronaca degli eventi, quanto a restituire l’atmosfera di un incontro umano e intellettuale.

Il film vive soprattutto nei dialoghi, negli scambi serrati tra i due protagonisti, spesso ambientati in auto, negli hotel o davanti a un pasto consumato al volo. Non c’è spettacolarità né colpi di scena. Di fatto, l’azione è tutta nelle parole, nei silenzi, negli sguardi che rivelano un rapporto fatto di ammirazione, sospetto, invidia e complicità. Wallace, interpretato da un sorprendente Jason Segel (ecco 7 curiosità sull’attore), appare come un uomo brillante ma fragile, carico di insicurezze e insofferenze verso la fama. Lipsky, nei tratti più nervosi di Jesse Eisenberg, diventa il suo specchio imperfetto. Non a caso, è un giovane giornalista che oscilla tra il desiderio di entrare in confidenza e la tentazione di sfruttare quell’accesso per ambizione professionale.

Lo show trasmette una riflessione tra chi vive e chi racconta

È un film che mette in discussione il concetto stesso di verità biografica. Ogni conversazione tra i due è al tempo stesso autentica e filtrata, ogni parola è segnata dal contesto e dalle intenzioni dei protagonisti. In questo senso, più che un ritratto definitivo di uno scrittore, è la fotografia di un momento sospeso, che restituisce la tensione tra la necessità di essere compresi e la paura di essere fraintesi.

Disponibile su Netflix, il film è un invito a rallentare e ad ascoltare. A scoprire come la vita di un grande autore possa essere raccontata non attraverso l’enfasi degli eventi, ma nell’intimità di un dialogo. Un viaggio che ci ricorda che dietro ogni opera e dietro ogni mito letterario, c’è sempre un essere umano con le sue fragilità, i suoi desideri e le sue ombre.

2) L’ultima Parola racconta Trumbo tra cinema, politica e libertà

Una scena del film L'ultima Parola (Ondacinema)

Tra i film biografici più intensi disponibili oggi, L’ultima Parola – La vera storia di Dalton Trumbo porta sullo schermo la vicenda di uno degli sceneggiatori più brillanti e controversi di Hollywood. Diretto da Jay Roach e interpretato da un magnetico Bryan Cranston (qui le insospettabili serie in cui ha recitato), candidato all’Oscar per questa parte, il film ricostruisce gli anni in cui Trumbo, celebre autore di capolavori come Vacanze romane e Spartacus, fu travolto dalla cosiddetta “caccia alle streghe” maccartista. Siamo nella fine degli anni ’40, in piena Guerra Fredda. Negli Stati Uniti la paura del comunismo si trasforma in sospetto generalizzato, e Hollywood diventa uno dei palcoscenici principali di questa tensione.

Trumbo, insieme ad altri dieci sceneggiatori e registi noti come i “Hollywood Ten”, rifiuta di testimoniare davanti alla Commissione per le Attività Antiamericane. Questo gesto di resistenza gli costa carissimo: il carcere, l’inserimento nella “lista nera” e, soprattutto, l’impossibilità di firmare i propri lavori. Il film segue con intensità questo periodo buio, ma anche straordinariamente creativo della vita di Trumbo. Messo all’angolo, lo sceneggiatore non si arrende. Continua a scrivere in clandestinità, sotto pseudonimi, realizzando film che vinceranno perfino l’Oscar senza che il suo nome possa comparire. La contraddizione è enorme e drammatica: un artista al massimo della sua forza, costretto a vivere nell’ombra, mentre il suo talento illumina lo schermo.

Cranston restituisce con forza la personalità complessa di Trumbo

Lui è ironico, instancabile, amante della parola scritta, ma anche testardo e a tratti arrogante. La sua interpretazione mette in luce la tensione tra idealismo e pragmatismo. Tra il bisogno di difendere i propri principi e quello di sopravvivere in un ambiente ostile. Attorno a lui si muove un cast di volti noti che incarnano attori, produttori e colleghi dell’epoca, da Kirk Douglas a John Wayne, simboli di un’industria divisa tra complicità e coraggio. Ciò che rende il biopic particolarmente interessante, inoltre, è il suo valore storico e politico.

L’ultima Parola non è soltanto il ritratto di un grande sceneggiatore. Ma anche un monito sulla fragilità della libertà artistica quando la paura prende il sopravvento. Mostra come il cinema, apparentemente solo intrattenimento, diventi terreno di scontro ideologico, e come il talento individuale possa sopravvivere anche nelle condizioni più oppressive. Guardarlo oggi, in streaming su Prime Video, significa confrontarsi con una pagina di storia che parla ancora al presente di censura, di coraggio, di libertà di pensiero. È un film che celebra la parola come atto di resistenza, ricordando che dietro ogni sceneggiatura c’è un autore disposto a lottare non solo per la propria carriera, ma per la dignità di esprimersi.

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