Vai al contenuto
Home » Film » 10 film animati pensati palesemente per un pubblico adulto

10 film animati pensati palesemente per un pubblico adulto

nuove uscite Amazon Prime Video (1200x679)

5) Padak

I protagonisti di Padak
credits: CJ Entertainment

Sicuramente meno noto di quelli presi in esame fino a ora, Padak è un film d’animazione sudcoreano del 2012 che fin da subito chiarisce di non essere destinato a un pubblico infantile. Nonostante i protagonisti siano pesci, Padak affronta temi estremamente duri e realistici, trattati con uno sguardo adulto, privo di edulcorazioni o filtri. È un’opera che parla apertamente di morte, rassegnazione, violenza psicologica e sopravvivenza in un contesto chiuso, opprimente e disperato. La storia ruota attorno a una sgombro abituata alla libertà dell’oceano, che viene catturata e finisce in un ristorante di pesce. Qui viene rinchiusa in una vasca con altri pesci d’acqua dolce, ormai passivi e rassegnati al fatto che verranno uccisi e serviti ai clienti. La protagonista, però, si ribella: non accetta l’idea di dover aspettare la morte in silenzio. Cerca in tutti i modi di reagire, scontrandosi con gli altri pesci e soprattutto con un vecchio pesce capace di “sopravvivere” solo fingendosi morto.

Vuoi smettere di scorrere all’infinito per decidere cosa guardare?
Abbonati e lascia che siano le migliori serie a trovarti!

Il conflitto tra questi due personaggi diventa il cuore del film: un confronto tra ribellione e sottomissione. Tra il desiderio di vivere e la paura di provare a cambiare qualcosa. Padak è un film per adulti perché racconta la crudeltà di un sistema che annulla l’individuo. E’ colmo di riferimenti evidenti a dinamiche sociali, gerarchie oppressive e meccanismi di potere. Non ci sono elementi comici o consolatori. Le scene di tensione, le esecuzioni improvvise, la paura che cresce nella vasca ogni volta che un cliente entra nel ristorante: tutto contribuisce a costruire un’atmosfera angosciante. Ci sono momenti di vera e propria violenza fisica e psicologica che, seppur mostrati attraverso l’animazione, risultano forti e disturbanti. Inoltre, il film non offre una visione positiva o speranzosa: è amaro, diretto, e invita a riflettere sul concetto stesso di libertà. Un’opera che si serve dell’animazione per parlare in modo serio e maturo di temi estremamente complessi.

6) The Plague Dogs

Una scena tratta da The Plague Dogs
credits: MGM

The Plague Dogs è un film d’animazione britannico del 1982 diretto da Martin Rosen, tratto dal romanzo di Richard Adams. Si tratta di un’opera drammatica inadatta a un pubblico infantile, non solo per le immagini forti, ma soprattutto per i temi cupi e realisti che affronta. Il film racconta la storia di Rowf e Snitter, due cani che riescono a fuggire da un laboratorio di sperimentazione animale. Entrambi portano i segni fisici e psicologici degli esperimenti subiti. Rowf ha un odio profondo per gli esseri umani a causa delle torture vissute, Snitter è traumatizzato e ha continui episodi di allucinazione. Una volta fuori, i due si aggirano per la campagna inglese cercando di sopravvivere, sempre braccati dall’uomo che vuole riportarli indietro o eliminarli, temendo che siano portatori di una malattia mortale (la “peste” del titolo). The Plague Dogs è di per sé un film per adulti non perché mostri violenza gratuita, ma perché è spietatamente realistico. 

Parla della crudeltà della sperimentazione scientifica sugli animali, della paura dell’altro, della solitudine e dell’abbandono. Le scene ambientate nel laboratorio sono dure e disturbanti, con dettagli espliciti delle condizioni disumane a cui gli animali sono sottoposti. Non c’è spazio per metafore rassicuranti o soluzioni facili: il mondo raccontato è ostile, indifferente, dominato da logiche fredde e impersonali. L’animazione è volutamente cupa e grigia: accentua il senso di smarrimento e disperazione che accompagna i protagonisti. Anche la colonna sonora, minimale e malinconica, sottolinea l’atmosfera di morte e rassegnazione che permea il film. La narrazione stessa è lenta e dolorosa, e l’evoluzione dei personaggi non porta mai a una vera redenzione, ma piuttosto a una progressiva consapevolezza dell’impossibilità di trovare un posto sicuro. È un’opera che parla di sopravvivenza in un mondo ostile, e lo fa con una lucidità emotiva che colpisce nel segno.

Pagine: 1 2 3 4 5