3) Heavy Metal
Continuiamo a parlare di veri e propri sul tra i film animati per adulti con Heavy Metal, autentica perla del 1981 diretta da Gerald Potterton. Il film prende il nome dall’omonima rivista americana di fantascienza e fantasy. Si tratta di un’antologia di racconti visivamente spettacolari tra fantascienza, erotismo, violenza e psichedelia: un’esperienza cinematografica unica nel suo genere. Destinato a un pubblico adulto, Heavy Metal rappresenta un’opera di culto per chi ama l’animazione alternativa e trasgressiva. Il film si struttura come una serie di episodi autonomi, legati da un filo conduttore: una misteriosa sfera verde chiamata Loc-Nar, che rappresenta la fonte del male assoluto. Ogni episodio esplora un universo diverso — dalla fantascienza distopica al fantasy barbarico — tutti segnati dall’influenza oscura del Loc-Nar. Le storie sono accomunate da uno stile narrativo che mescola elementi pulp, ironia nera e critica sociale.
L’aspetto visivo di Heavy Metal è un punto di forza fondamentale: animazioni sperimentali, colori vividi e disegni ispirati direttamente ai fumetti della rivista danno vita a mondi folli e surreali. L’approccio grafico varia da episodio a episodio, riflettendo le diverse mani che vi hanno lavorato e accentuando il carattere anarchico del progetto. L’altro grande elemento distintivo è la colonna sonora: una raccolta di brani hard rock e heavy metal di band famose come Black Sabbath, Blue Öyster Cult e Sammy Hagar. Aspetto centrale che contribuisce a creare un’atmosfera ribelle e anticonvenzionale. Criticato da alcuni per la sua rappresentazione sessualizzata dei personaggi femminili e per l’eccesso di violenza, ma ammirato per il rifiuto delle regole canoniche dell’animazione commerciale. È una celebrazione dell’immaginazione sfrenata, dove il cinema animato non è un semplice mezzo per bambini. Quello di Heavy Metal è un linguaggio potente per raccontare storie adulte, complesse e disturbanti.
4) Fritz il gatto, uno dei capostipiti del genere dei film animati per adulti (qui, invece, trovate 10 capolavori Disney bellissimi ancora oggi)
Fritz il gatto è un film d’animazione del 1972 diretto da Ralph Bakshi, tratto dai fumetti underground di Robert Crumb. È stato il primo film d’animazione statunitense a ricevere una classificazione “X” (ossia vietato ai minori), e ha rivoluzionato il concetto stesso di animazione. E’ stato uno dei primi film animati per adulti a dimostrare realmente che il genere poteva essere usato anche per raccontare storie provocatorie e apertamente politiche. Dietro i tratti da cartone animato si cela infatti una satira feroce dell’America degli anni Sessanta. Il punto di vista è quello di un gatto antropomorfo che rappresenta lo spirito ribelle e contraddittorio della gioventù di quell’epoca. Fritz è uno studente universitario scanzonato, sessualmente iperattivo e perennemente insoddisfatto. Spinto dalla noia e dal desiderio di evadere, si lancia in una serie di avventure psichedeliche e autodistruttive che lo portano a contatto con vari ambienti urbani degradati.
Tra rivoluzionari, drogati, poliziotti violenti e donne usate come oggetti, Fritz il gatto affronta temi come la brutalità della polizia, l’ipocrisia del movimento hippie e l’alienazione della società moderna. Lo stile visivo del film è volutamente sporco, underground, con animazioni che riflettono lo spirito trasgressivo e grezzo della controcultura. Ralph Bakshi imposta un tono provocatorio e disturbante, alternando momenti di comicità grottesca ad altri di violenza e disperazione. L’erotismo esplicito, che ha fatto tanto discutere, non è fine a sé stesso, ma parte integrante di una critica corrosiva alla società americana. Le scene di sesso, nudità e droga sono strumenti per demolire il perbenismo borghese e mostrare la realtà senza filtri buonisti. Nonostante Robert Crumb stesso prese le distanze dal film, Fritz il gatto aprì la strada a una nuova stagione di animazione adulta. Un’opera che scuote, provoca e fa riflettere, raccontando una generazione alla deriva.








