Fargo è una delle migliori serie tv degli ultimi anni e anche una di quelle più “sui generis”. D’altra parte si ispira alla poetica dei fratelli Coen, rielaborandone i tratti salienti ed esplorando ulteriormente quel mondo fatto di grottesco, umorismo nero, caos e paranormale.
Noah Hawley è un uomo dotato non meno dei due fratelli registi di queste caratteristiche intrinseche. Lo dimostra anche il lavoro sublime fatto in Legion, una serie per certi versi ancor più anticonvenzionale, sia se inquadrata nel mondo dei cinecomics, sia presa come prodotto a se stante.
Pertanto Fargo si presenta al tempo stesso sia come la naturale declinazione televisiva di un lavoro dei Coen (che comunque figurano tra i produttori), sia come un’opera che vive di vita propria, dotata di proprie braccia, gambe e corpo. Con un proprio stile, in sostanza, non necessariamente riconducibile a Joel e Ethan.
Ciò si evince anche da tutte le componenti dell’opera. La regia e la fotografia hanno una propria anima, non sono una mera riproduzione (in questo aiuta anche il fatto che alcune ambientazioni non sono quelle tipicamente coeniane, almeno a primo impatto). A maggior ragione questo aspetto si ripercuote nella scrittura e nella caratterizzazione dei personaggi.
Il punto, sostanzialmente, è questo: non puoi fare un’opera alla Coen senza dei personaggi borderline, volutamente sopra le righe; non puoi mettere in scena tali personaggi senza avere attori straordinari, che sappiano muoversi abilmente lungo la linea del caos e del caso.
Fargo mette in scena quattro stagioni, quattro storie in apparenza diverse ma che hanno in comune non sono la collocazione geografica. Fargo, infatti, diventa ancor più che nel film un’allegoria, un non luogo in cui vengono condensati tutte (o quasi tutte) le sfaccettature della natura umana.
Scegliere le migliori interpretazioni, con così tanti personaggi significativi ai fini della trama in ogni stagione, non è un’impresa facile. Anche perché, in un contesto del genere, vista la qualità in ballo, interpretazioni scadenti non possono esserci. Restano, tuttavia, alcune interpretazioni più impresse nella memoria di altre, per iconicità, impatto sulla trama, simbolismo.
Sintetizzando questi aspetti, abbiamo provato a tirare giù la classifica delle 10 migliori interpretazioni di Fargo.
10. COLIN HANKS – GUS GRIMLY (1° stagione)
Colin Hanks interpreta Gus, agente del dipartimento di polizia di Duluth e padre single. Solitamente i “buoni”, senza sfumature di ambiguità, non sono tra i personaggi più interessanti di Fargo, ma Hanks rappresenta un’eccezione in funzione di una singola scena e delle sue successive ripercussioni.
Il primo incontro con Lorne Malvo è di una tensione paralizzante. Tensione trasmessa perfettamente dalla sceneggiatura, da un Billy Bob Thornton inquietante più che mai e ovviamente da Hanks. Straordinario non solo nel farsi portatore del terrore più puro, ovvero ciò che qualsiasi spettatore sta provando in quel momento, ma anche nel mettere in scena la rielaborazione di quell’incontro, il quale condiziona pesantemente il suo personaggio episodio dopo episodio, fino all’epilogo della stagione.
9. BOKEEM WOODBINE – MIKE MILLIGAN (2° stagione)
Questo afroamericano proveniente dal Minnesota, le cui origini restano ignote fino alla quarta stagione, è uno dei villain più riusciti di questa serie. Nella seconda stagione, in cui lo vediamo all’opera per conto della mafia di Kansas City (ironia della sorte, proprio i mandanti dell’omicidio di suo padre nella Season 4) possiamo considerarlo un po’ un “figlio” dei fratelli Coen, un po’ un richiamo a Jules di Pulp Fiction. E Bokeem Woodbine è bravissimo a restituirci la sua sadica ferocia, il suo senso dell’umorismo deviato e le inquietanti digressioni oratorie
8. MARY ELIZABETH WINSTEAD – NIKKI SWANGO (3° stagione)
Nikki Swango, interpretata da Mary Elizabeth Winstead, è la rivelazione della terza stagione di Fargo. Dovessimo spiegare la sua funzione in parole povere, diremmo che Nikki è il personaggio per cui fare il tifo. Parliamo di una figura che si muove lungo la linea sottile tra bene e male e che diventa “vittima del caos” come il tipico protagonista delle pellicole coeniane.
La Winstead riesce a dare enorme profondità a un personaggio che, solo ed esclusivamente alla prima impressione, rimanda al cliché della donna frivola e avida. Nikki si trincera dietro un’aria naive, ma al tempo stesso si distingue per la sua incrollabile fedeltà nei confronti di Ray Stussy. Si rivela essere anche un’abilissima stratega durante il sesto episodio, oltre che, nel complesso, incredibilmente seducente. L’unica pecca è che sia stata tolta di mezzo troppo presto durante la stagione.
7. MARTIN FREEMAN – LESTER NYGAARD (1° stagione)
In Fargo, l’abbiamo già detto, i cattivi hanno una marcia in più. Riescono meglio a tradurre in forma scenica la poetica degli autori che, quando non sfocia nel nichilismo vero e proprio, mette i propri personaggi nelle condizioni di affrontare il male più atavico e, proprio per questo, più assurdo e inspiegabile. Meglio di un cattivo ci può essere solamente un “finto buono” che abbraccia il suo lato oscuro.
Martin Freeman è un perfetto patetico e ordinario impiegato, vessato da moglie e conoscenti, ma ha anche il carisma necessario per gestirne la metamorfosi. Nel suo lato oscuro ci sguazza alla perfezione, in maniera vile ma non per questo meno diabolica. D’altra parte è uno dei migliori attori in circolazione e questo ruolo sembrava essere fatto apposta per lui.
6. ZAHN MCCLARNON – HANZEE DENT (2° stagione)
Altro grande personaggio della seconda stagione, la quale ha sopperito alla mancanza di un accentratore come Lorne Malvo aumentando il numero di character coinvolti nella trama. Hanzee Dent è un personaggio di pochissime parole, d’altra parte è un esecutore, un problem solver. Quando è così occorre sfoderare una mimica facciale e fisica non indifferente per dare spessore al ruolo.
Zahn McClarnon ci riesce alla grandissima anche e soprattutto perché, fin dal primo momento, trasmette quella sofferenza e quella voglia di riscatto che esploderanno come un vulcano nel finale. Va anche aggiunto che Dent è un personaggio che potrebbe essere tolto da Fargo, essere inserito in qualsiasi altra serie facendo le stesse cose e risulterebbe comunque come uno dei personaggi più affascinanti.
5. EWAN MCGREGOR – EMMIT E RAY STUSSY (3° stagione)
Emmit e Ray Stussy sono due fratelli, ognuno con la propria identità ben definita, con un proprio stile e un proprio status. Sono degli ottimi personaggi, forse non i più memorabili tra i protagonisti di Fargo, ma qui si sta parlando di prova attoriale. E se abbiamo avuto due personaggi con la propria anima, pur essendo interpretati dallo stesso attore, non si può non dare merito alla performance di Ewan McGregor.
Il suo era, ovviamente, il nome di richiamo della terza stagione ma l’attore non si limita a fare la comparsa. Il principale pregio della sua prova è quella di riuscire a far emergere in maniera realistica il conflitto tra due fratelli.
4. KIRSTEN DUNST – PEGGY BLUMQUIST (2° stagione)
Peggy Blumquist è un personaggio che si ama odiare. Anch’essa naive, ma in maniera diametralmente opposta. Laddove Nikki riusciva a essere tenera e sensuale lei si mostra petulante e fastidiosa. Un personaggio estremamente coeniano nel modo in cui si impunta su dei principi apparentemente insignificanti e li difende fino alla fine.
E l’interpretazione di Kirsten Dunst, il cui volto acqua e sapone diventa funzionale ad accentuare la dissonanza tra sostanza e apparenza nel personaggio. Proprio come Martin Freeman con Lester, lei riesce a ritrarre la figura della finta ingenua in modo spettacolare. Spettacolare tanto nell’accentuarne gli atteggiamenti, sia nel palesare un sadismo via via meno velato.
3. DAVID THEWLIS – V.M. VARGA (3° stagione)
Se alcuni personaggi inclusi in questa lista provocano fastidio, Varga arriva a essere addirittura ripugnante. Un uomo d’affari misterioso, trincerato dietro l’abito da discount, la sconfinata cultura ed evidenti disturbi alimentari. Tutte queste caratteristiche sono state esaltate dall’enorme performance di David Thewlis, il quale ha lavorato tantissimo, oltre che sull’aspetto, anche sul timbro vocale, in modo da accentuare il senso di disgusto sprigionato dal personaggio.
2. JESSIE BUCKLEY – ORAETTA MAYFLOWER (4° stagione)
Il 2020 è stato senza dubbio l’anno di Jessie Buckley, che il grande pubblico aveva conosciuto l’anno precedente in Chernobyl. Sia Sto pensando di finirla qui, sia Fargo ne hanno messo in evidenza la grande capacità recitativa. E parliamo di due ruolo completamente diversi tra loro, se non per il fatto che strizzano entrambi l’occhio al grottesco.
Oraetta Mayflower è, a mani basse, il personaggio più inquietante della quarta stagione di Fargo. Un’infermiera killer che conserva un ricordo delle persone che uccide e che si nasconde dietro la sua aria bigotta e apertamente razzista. Mimica facciale, camminata e modo di parlare i punti di forza della sua interpretazione.
1. BILLY BOB THORNTON – LORNE MALVO (1° stagione
Il personaggio più iconico di Fargo, nei secoli dei secoli. Inevitabile, per quanto sbagliato se vogliamo, confrontare qualsiasi altro villain della serie a Lorne Malvo, maestosamente interpretato da Billy Bob Thornton. Anton Chigurh sta ai fratelli Coen come Lorne Malvo sta a Noah Hawley: un cattivo che diventa pietra miliare della serialità, proprio come quello di Javier Bardem si è ritagliato il suo spazio sul grande schermo.
Malvo suscita lo stesso sentimento di ambiguità che riscontriamo nei clown, il cui aspetto gioca è sia “buffo” sia “terrificante” a seconda del nostro stato d’animo. Malvo inquieta e non occorre vederlo all’opera, Billy Bob riesce a essere perturbante anche solo con una frase. O con uno sguardo. O, persino, con un sorriso.