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Dr. Brain: un nolaniano viaggio a ritroso alla ricerca della verità

Dr. Brain è il nuovo prodotto sudcoreano lanciato da Apple Tv+, rilasciato settimanalmente dal 4 novembre al 9 dicembre 2021 sulla piattaforma. Si tratta di un k-drama in salsa sci-fi con una trama piuttosto complessa e degli interpreti di alto livello, tra cui soprattutto il protagonista Lee Sun-kyun, nel ruolo di Sewon Koh, già conosciuto dal grande pubblico per la sua partecipazione a Parasite, la pellicola dei record. In questo articolo ci concentreremo sul personaggio del Dr. Koh, autentico mattatore della nuova serie targata Apple, ma analizzeremo anche altri importanti fattori, punti di forza di Dr. Brain. L’articolo, dal secondo paragrafo in poi, contiene importanti spoiler.

La complessa trama di Dr. Brain

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La trama di Dr. Brain è decisamente intricata. La serie comincia presentandoci il complesso e tormentato protagonista e la sua missione: la sincronizzazione cerebrale. Sewon è un grande neuroscienziato, che da tutta la vita studia il cervello umano e tutte le possibili implicazioni che hanno a che fare con la sfera della connessione sensoriale. La sua ricerca è arrivata a tal punto da permettergli di entrare in collegamento con la mente dei morti, sui quali appunto effettua i suoi test, arrivando ad utilizzare se stesso come controparte dell’esperimento, sprezzante dei pericoli che può correre. La sua ricerca va di pari passo con i tragici e misteriosi accadimenti attorno al suo nucleo familiare, cosa che lo sconvolge profondamente, tanto che Sewon comincia ad utilizzare i suoi stessi esperimenti per riuscire ad arrivare alla verità. Le puntate sono un nolaniano susseguirsi di collegamenti e sottotrame legate tra di loro, che ci rivelano pian piano tutte le personalità coinvolte nel caso, che prende forma e dimostra di essere molto più cupo ed intricato di quanto ci si potesse aspettare.

Sewon Koh: la mente brillante di Dr. Brain

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Il dottor Koh è un personaggio molto particolare, di primo acchito sembra destinato a rimanere piatto e riflettente, sicuramente non ci si aspetterebbe un’evoluzione come quella che subisce durante la serie. Sewon è vittima di un passato turbolento, che riviviamo attraverso i flashback iniziali dei suoi ricordi. Quando era solo un bambino aveva difficoltà a comunicare con i suoi compagni di scuola, venendo denigrato per via della sua estrema curiosità, riassumibile con l’espressione “smonta le cose per vedere cosa c’è dentro”, e costringendo sua madre a portarlo in un istituto speciale per bambini come lui, sofferenti di rare forme di autismo. Poco dopo il suo approdo nella struttura il piccolo Sewon viene segnato per sempre dalla visione della morte di sua madre, praticamente gettatasi sotto un camion. Il bambino appare tuttavia totalmente indifferente riguardo l’accaduto, facendoci comprendere la sua assoluta apatia. Apatia che resta radicata in lui anche da adulto. Il dr. Koh è un uomo molto solitario e non dà mai confidenza a nessuno, nemmeno sul posto di lavoro. Apprendiamo in seguito della tragedia che ha colpito la sua famiglia, con la tragica morte del figlio in un incendio, quest’ultimo descrittoci come un bambino autistico, con scarsissime capacità di interagire con gli altri, come suo padre. La scossa arriva proprio nel momento in cui Sewon comprende che tramite la sua ricerca, può riuscire a scoprire cose sia realmente accaduto a suo figlio, e magari ricominciare da capo e provare ad avere una vita normale ed essere più presente per lui e per sua moglie, che in seguito al lutto perde la testa e finisce in coma dopo un overdose di farmaci.

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Il Dr. Brain inizia a connettersi con i cadaveri che vengono disseminati sul suo cammino. A cominciare dal detective privato ingaggiato dall’apparente amante di sua moglie per indagare su di lui, in seguito al coma. Ciò che ne viene fuori è una lunga scia di sangue ed un mistero che si infittisce sempre di più fino ad arrivare ad un punto di non ritorno, rappresentato dall’incontro tra lo scienziato ed il suo tenebroso e nascosto passato, che ruota attorno alla figura del Dr. Myung, uno scienziato che ha individuato nell’eredità cerebrale di Sewon, rappresentata dal figlio, suo oggetto del desiderio per raggiungere l’immortalità. Ciò che più ci ha sorpreso dell’evoluzione di Sewon è che passa dall’essere un uomo profondamente introverso e silenzioso ad un autentico 007 che si spinge fino a connettersi con la carcassa di un gatto pur di salvare la vita di suo figlio, per il quale fino ad allora era stato piuttosto assente. Sewon ci dimostra, in chiave drama, che la crociata di un padre per salvare suo figlio può essere ancora un espediente molto avvincente e non scontato, mentre Lee Sun-kyun ci ricorda di essere un attore molto, molto versatile e con un grande talento.

I flashback sono la perfetta fotografia della complessa personalità di Sewon

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La fotografia di Dr. Brain è decisamente notevole. La gamma cromatica è di quelle che cattura visivamente lo spettatore, intrappolandolo in un mondo fatto di flashback ingialliti, segno di un passato lontano e offuscato che stenta a venire a galla, e di accesi sprazzi di speranza, che culminano in una delle ultime scene, nel “giardino dell’eden” del protagonista, nel quale egli ha modo di relazionarsi con il suo passato, affrontando il malvagio Dr. Myung e sconfiggendolo su quello che è effettivamente il suo campo d’appartenenza, ovvero lo studio della mente umana. Se per tutta la serie il protagonista fa a botte con il suo passato e soprattutto con se stesso e la sua incapacità di dare amore ad un figlio così simile a lui e ad una moglie apprensiva, la presa di coscienza e il conseguente percorso evolutivo sono scanditi da una narrazione a ritroso, nella quale il flashback ha un ruolo centrale, che permette di mettere insieme i pezzi del puzzle andando a scoprire un mondo parallelo che presumibilmente può sembrare irreale e distopico, ma nel quale non si fa un minimo di fatica a credere neanche per un secondo, complice sia l’ottima scrittura che, appunto, la mirata accuratezza dei flashback ed il ruolo che questi hanno nel tessuto narrativo.

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