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Doctor Who 9×10 – E se fosse solo uno scherzo?

Non è finita, non è finita, non è finita in Doctor Who.

No, non sono nella fase della negazione. Clara è morta, l’abbiamo vista tutti, ma la sua storia non è ancora finita, è una cosa che sento sotto la pelle. Non sarebbe la prima volta che un companion ci muore sotto il naso e poi scopriamo che si è salvato in qualche modo. Rory vi dice niente? Quante volte l’abbiamo visto morire, quante volte abbiamo sofferto e pianto per lui? Troppe.

Per questo credo che la storyline di Clara non sia conclusa. Per questo e perché il Dottore non fa nulla per tentare di salvarla. Nulla. Possibile? È Clara, la sua Clara, come ha ripetuto mille volte. Abbiamo visto Ten bruciare una stella per dire addio a Rose, abbiamo visto Eleven tentare disperatamente di convincere Amy di non lasciarlo. E Twelve? Twelve è rimasto immobile. Disperato, agonizzante quasi. Ma immobile. Perché non ha provato a salvarla? Sapeva che era inutile, ma perché rimanere con le mani in mano?

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Ma non è solo questo. L’episodio di Doctor Who si apre in maniera briosa: anche la telefonata di Rigsy non sembra così spaventosa. Okay, scopriamo subito che sta per morire, tuttavia non c’è nulla di cupo nel modo in cui si mettono a cercare una scappatoia, anzi. E Clara è più allegra e spericolata che mai. In effetti, dopo Danny è diventata sempre più spericolata. Quando si è messa a penzolare dalla TARDIS ho pensato: ‘è impazzita’.

Le sue intuizioni sono, come sempre, abbastanza precise. Forse troppo. È grazie a lei se hanno trovato la strada in cui è successo tutto. E Ashildr. Un’Ashildr che è diventata una giustiziera, ancora più pericolosa adesso che ha capito il valore della sua immortalità. Un’Ashildr spietata, ma giusta. Ha imposto delle regole per far convivere varie specie e pretende che vengano rispettate. Da buon leader dispensa premi e punizioni e si occupa della sua gente, tradendo persino il Dottore pur di salvarla.

Dentro Doctor Who è buona anche l’evoluzione del personaggio di Rigsy. Il ragazzo spericolato è diventato un uomo responsabile, con una figlia di cui occuparsi.

Clara non mi ha stupita. La noncuranza con cui prende su di sé la maledizione, la totale fiducia nelle sue capacità e in quelle del Dottore, quella lieve arroganza sarcastica che la contraddistingue. Una fine così è da lei. Morire semplicemente, in quel modo così stupido. Anche se non fosse realmente morta, anche se i Loro di cui parla Ashildr l’avessero salvata, comunque lei è andata incontro alla morte, affrontandola con coraggio ma anche – sembra – con sollievo. Ho avuto la sensazione che lei volesse morire, che stesse cercando la morte. Ed è così che se n’è andata, abbracciando la morte come una vecchia amica.

Decisamente efficace la scelta di togliere il sonoro all’urlo di dolore di Clara, poco apprezzabile, invece, l’aver ripreso la scena da varie angolazioni: sembra quasi voler inutilmente enfatizzare quello che sta accadendo. Non serve. Una scena così rimane impressa nel cervello dello spettatore, a prescindere dai sentimenti che si possono provare nei confronti di questa companion, una delle più odiate.

Nel complesso, la morte di Clara in Doctor Who è stata gestita abbastanza bene: ricca di pathos, per futili motivi, come avviene spesso nella vita reale. Clara non si è sacrificata per salvare il Dottore né Rigsy alla fine (che Ashildr avrebbe liberato), ma per un errore di valutazione. Un errore di valutazione di troppo.

Ma è un preludio e tutto deve ancora accadere. Quale sarà la vera reazione del Dottore alla morte di Clara? Chi sono loro? E soprattutto: Clara è davvero morta?