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Dexter: Resurrection 1×06 – L’ennesimo colpo di scena che attesta il valore di questo sequel

Dexter, Harry e Harrison in una scena di Dexter: Resurrection

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Torniamo indietro di parecchi anni, precisamente al 2013, quando andò in onda il discusso finale della serie madre: un epilogo che mise d’accordo pochissimi affezionati. Poco male: la reputazione di Dexter restava intatta, destinata a sopravvivere per sempre. Saltiamo ora al 2021, l’anno d’arrivo di quello che sembrava l’ennesimo sequel superfluo, un’operazione di marketing aggressivo per riesumare vecchie glorie con nuove storie non all’altezza. E invece, la sorpresa: aveva senso. Tutto il senso del mondo. Eppure, quel finale di New Blood dimostrava che Dexter non aveva ancora imparato dai suoi errori. E arriviamo infine al 2024, anno di debutto di Dexter: Original Sin, il prequel che scava nelle radici del protagonista con una chiave narrativa brillante, capace di costruire un ponte sospeso tra passato e presente, un presente che potremo vivere solo con l’arrivo di Dexter: Resurrection.

Da questo viaggio nel tempo appena ripercorso emerge chiaramente come il nuovo sequel – ormai praticamente al giro di boa – abbia dovuto affrontare numerosi ostacoli, aspettative e complicazioni. Ha dovuto trovare il modo di sfuggire all’ennesima morte annunciata di Dexter, ripartire da zero senza però recidere il legame con il passato. E ci è riuscito. Lo ha fatto già dalle prime due puntate (qui recensite), costruendo una narrazione solida e avvincente, capace di coinvolgere e convincere nonostante alcune evidenti forzature, come il freddo glaciale che riesce a sospendere una morte praticamente certa.

E va bene, inizio grandioso. Ma il vero compito era resistere nel corso della stagione mantenendo sempre alta l’asticella. Ed è lì che, per un istante, ci siamo di nuovo preoccupati. La quarta puntata di Dexter: Resurrection è stata, fino a questo momento, una delle più raffinate, affascinanti e quasi mistiche mai viste in tutto il franchise (ne abbiamo parlato meglio qui), e reggere un simile paragone non era affatto semplice. E la a quinta puntata lo aveva dimostrato.

La qualità complessiva della narrazione è rimasta alta, così come il ritmo e il livello di coinvolgimento dello spettatore (come spiegato nella nostra recensione), ma la quarta continuava a brillare in un olimpo tutto suo. Questo ha rappresentato un ulteriore ostacolo per Dexter: Resurrection: non soltanto essere all’altezza della sua eredità, ma anche di se stessa. Riuscire a non smarrire la rotta tracciata da quella puntata leggendaria di cui, ne siamo certi, si parlerà ancora a lungo.

Ma anche questo ostacolo è stato superato, l’ennesimo per l’ennesima volta: perché il sesto episodio di Dexter: Resurrection ci ha regalato un altro colpo di scena che attesta ancora una volta il valore di questo promettentissimo sequel

Dexter in una scena di Dexter: Resurrection
Credits: Showtime/ Paramount+

Dopo una vita passata a eliminare criminali infiltrandosi nelle fila della polizia con una ciambella in mano, Dexter ora partecipa a un nuovo gioco: colpirli dall’interno, infiltrandosi tra loro. In un primo momento aveva pensato di farlo con cautela, evitando di attirare troppa attenzione e – come da suo stile – restando nascosto in bella vista. Ma è bastato poco perché il piano iniziasse a scivolare lentamente verso il punto di non ritorno.

Dopo aver eliminato Lowell e incastrato Lady Vendetta (ci torneremo), in questo sesto episodio Dexter punta il mirino su Gareth. Lo segue nell’ombra, ne studia ogni mossa, lo stringe lentamente in una morsa che sembra infallibile, ma solo fino a quando la situazione non si ribalta e lui stesso diventa la preda. Gareth, infatti, non è un bersaglio qualunque: è più astuto, più scaltro, e la sua intelligenza è tale da suscitare perfino l’invidia di alcuni membri del club segreto di Leon. Nonostante questo, Dexter riesce comunque a imporsi. A quel punto Gareth pare un capitolo chiuso, un 2 a 0 netto. Ma gli ultimi istanti della puntata svelano che la partita è tutt’altro che finita.

In elicottero verso una meta ignota insieme a Leon, Dexter si trova davanti a una scena che ribalta ogni certezza: davanti a lui compare un uomo identico al serial killer che, appena dodici ore prima, aveva fatto a pezzi. Non è un miracolato, e Dexter non ha commesso errori: Gareth ha un gemello, e anche lui di mestiere fa l’assassino. E così, la caccia ricomincia da capo. È facile intuire che, da qui fino al finale, ogni episodio metterà Dexter di fronte a un nuovo serial killer da eliminare dall’interno in un crescendo di tensione. Se la traiettoria resterà questa, l’ultimo avversario potrebbe essere proprio Leon, il miliardario a capo del club segreto, che con ogni probabilità inizierà a sospettare di lui (se non lo sta già facendo). Il basso profilo che Dexter sta tentando di mantenere è ormai incompatibile con la scia di eventi scatenata dal suo ingresso nel club, e l’arresto di Lady Vendetta ne è un chiaro esempio.

Proprio Lady Vendetta è al centro di uno dei momenti più forti della sesta puntata. La sua morte, già sorprendente, arriva nel momento perfetto per Dexter, ma non è opera sua. E il presunto suicidio, con tutta probabilità, non è affatto quello che sembra. In sole due puntate, il suo carattere determinato, astuto e vendicativo aveva lasciato intendere che non si sarebbe mai arresa volontariamente. Quanto avvenuto è molto probabilmente, come si intuisce già da questa puntata, collegato direttamente al club di Leon. Una cospirazione messa in atto con l’obiettivo di mettere a tacere qualsivoglia killer che, per salvarsi o avere uno sconto della pena, possa far trapelare qualunque informazione riguardo a quell’organizzazione segreta.

Gareth in una scena di Dexter: Resurrection
Credits: Showtime/ Paramount+

Ma se da un lato il caos professionale mina sempre di più la sicurezza e il profilo basso di Dexter, dall’altro la sua vita privata comincia finalmente a prendere una piega migliore. Dopo tanta attesa, finalmente Dexter riesce a ricevere da suo figlio uno sguardo fiducioso, spaventato ma alla ricerca di aiuto, di un suo aiuto. In questo sesto episodio i due Morgan si avvicinano di nuovo, forse come non avevano mai fatto prima. Ed è per questo motivo che Dexter comprende per la prima volta quanto suo figlio sia diverso.

Lui alla sua età covava il desiderio di uccidere, e provò un forte sollievo quando lo fece per la prima volta. Harrison, invece, sta combattendo contro quell’istinto a tal punto da non riconoscersi più. Immagina di risolvere le situazioni ‘alla vecchia maniera’, come gli aveva insegnato suo padre, ma questa prospettiva lo sta distruggendo senza tregua. Non si tratta di sollievo né di una voglia di fare la cosa giusta eliminando i criminali: è una condanna, una prigione da cui cerca disperatamente di uscire, ma in cui resta intrappolato. Forse perché, quando trova la chiave per liberarsi, la nasconde fingendo di non averla mai vista. O forse perché non sente di appartenere a nulla in questo mondo, di essere privo di un ruolo, e l’eredità seppur ingombrante del padre gli dà la possibilità di scoprirne uno.

Mancano appena quattro episodi (come sempre disponibili su Paramount+) alla resa dei conti finale di Dexter: Resurrection, eppure la strada che resta da percorrere è un vero e proprio campo di battaglia. Trame intrecciate e sottotrame infide si sfidano senza tregua, ma sempre con una precisione chirurgica, senza mai inciampare. Un serial killer dietro l’altro, come livelli di un oscuro videogioco, un tassello incriminante da sistemare, un Harrison da salvare dal mondo e forse persino da se stesso. Tutto è scritto, ogni mossa calcolata nel grande gioco di Dexter: Resurrection. Ma oggi più che mai non bramiamo le risposte definitive. Perché questo sequel ha saputo trasformare ogni domanda in un enigma affascinante, tessendo una narrazione che non si preoccupa soltanto di fare la scelta giusta, ma di rendere credibile anche quella sbagliata.

È sempre il solito Dexter, anche dopo 12 anni dalla sua fine: imprevedibile, oscuro, eterno.

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