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Dexter: Resurrection 1×10 – Finalmente un finale come si deve

Un'immagine dell'ultima puntata (per ora) di Dexter: Resurrection

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Se Dexter ha avuto un problema, nelle sue infinite versioni di questi anni (esclusa la sfortunata Original Sin, cancellata a sorpresa di recente) è stato senza dubbio quello dei finali. Sia la serie originale che New Blood, infatti, si erano incartate sul più bello, lasciando in eredità al pubblico un’ultima immagine di Dexter straniante e poco soddisfacente nel primo caso, e un deragliamento totale della trama con una chiusura fin troppo semplicistica nel secondo. Non mancavano i significati intrinseci e i sottotesti d’autore in entrambi i casi, del resto Dexter non è mai stata – nemmeno nei suoi momenti peggiori – una serie approssimativa. Ma la resa è stata insufficiente, non all’altezza della fama e della storia di una leggenda della televisione come Dexter Morgan.

Dexter: Resurrection, stavolta possiamo dirlo finalmente ad alta voce e col petto in fuori, non ha avuto questo problema. Il finale è stato totalmente all’altezza di una storia appassionante, coinvolgente, e che è riuscita nell’impresa particolarmente ardua di non farsi guardare con un misto di nostalgia e compassione, risparmiandoci lo sguardo stanco di chi sa che i tempi migliori sono andati ma prova a convincerti che in fondo non sia così. Per certi versi, potremmo parlare di un vero e proprio miracolo televisivo. Perchè se già è difficile tornare dopo 7 anni, immaginatevi quanto possa essere difficile tornare di nuovo altri 3 anni dopo un revival iniziato bene e finito malissimo, per dar vita a un ulteriore revival che nel peggiore dei casi ci avrebbe – ingiustamente – fatto ricordare Dexter come una baracconata, trasformando una serie monumentale in una macchietta. Insomma, stavolta non ci sarebbero state mezze misure: poteva andare malissimo o poteva andare benissimo. E per fortuna, è andata benissimo.

Sempre che di finale si tratti, poi. Perchè Dexter: Resurrection potrebbe (dovrebbe?) tornare con una seconda stagione. Il successo è stato clamoroso, ma per fortuna non si tratta solo di quello: ci sono delle vere linee narrative da sviluppare e portare avanti, ci sono i presupposti effettivi per almeno un nuovo capitolo che abbia un senso e che vada a concludere (stavolta definitivamente) la saga di Dexter Morgan. Diciamo che, nella perfetta costruzione di questo sfavillante ritorno, gli autori si sono preoccupati di dare al pubblico un finale che potesse funzionare sia in caso di chiusura che in caso di proseguimento.

“Ma chi voglio prendere in giro. Questo è quello che sono, quello che sono davvero. Sono Dexter Morgan, sono esattamente chi devo essere. Ed esattamente chi volete che io sia”

Con una frase che in parte ci ha ricordato il buon Ryan Atwood nella prima puntata di The O.C., Dexter ci saluta in modo perfettamente coerente. Strizzando un occhio al passato e uno al futuro. Su una barca, di nuovo come ai bei tempi, dopo essersi sbarazzato di Prater. Ma guardando avanti con fierezza, con l’ultima frase che diventa quasi metanarrativa: posso essere ciò che volete, mio caro pubblico. Potete ricordarmi così, sulla barca a sbarazzarmi di quel che rimane dei miei nemici, come quando ero giovane. Oppure da qui possiamo ripartire e andare avanti verso nuove avventure, perchè io e la serie stiamo vivendo una seconda giovinezza. A voi la decisione: rinnovo o cancellazione?

Un finale-non finale, che andrà bene in ogni caso. Se ci si dovesse fermare qui, l’ultima immagine che ricorderemo sarà quella di un Dexter perfettamente in salute, tutt’altro che sbiadito, che ci ha regalato un ultimo folgorante capitolo quando ormai non ce l’aspettavamo più. Se si dovesse andare avanti, invece, questo finale sarebbe già un perfetto incipit per quello che ci aspetterà dopo. Come detto: stavolta hanno fatto veramente le cose come si deve.

In questa decima puntata di Dexter: Resurrection è stato tutto on point, col giusto mix tra pathos adrenalinico e momenti emotivamente importanti, come l’addio definitivo a Batista, abbandonato da Dexter con le lacrime agli occhi come un ferro vecchio nel caveau di Prater e di fatto usato per incastrare quest’ultimo, o come il salvataggio di Harrison nei confronti di suo padre: Dexter non viene abbandonato dal figlio neanche nel momento peggiore, e non viene lasciato lì a morire nonostante i rischi incredibili che si portava dietro una scelta simile. Rischi poi concretizzatisi e sventati dall’accoppiata padre-figlio, nel momento più tensivo della puntata che porterà poi Leon a morire sul lettino-killer che lui stesso aveva predisposto per il povero Batista. Una scena da manuale del contrappasso dexteriano, con un Dexter vivo e incattivito come ai tempi migliori.

Un Dexter così in forma, insomma, non lo vedevamo da tempo, e ci riferiamo sia al personaggio che alla serie stessa. L’occasione per proseguire una saga miracolosamente resuscitata (mai come stavolta il titolo è stato profetico) è troppo ghiotta e difficilmente Showtime e Paramount+ se la faranno sfuggire. Di conti in sospeso, Dexter, ne ha di nuovo parecchi: andare a prendere e uccidere Al-Raperonzolo, l’unico serial killer del giro di Prater che gli è sfuggito. E poi, accedendo all’enorme database di Prater, si potrebbe avere la possibilità di andare a scovare e far fuori innumerevoli altri serial killer, col passaggio da Macellaio di Bay Harbor a vendicatore di New York. Ci sarebbe poi la questione dello squartatore di New York, che quasi sicuramente sarà un personaggio che abbiamo già conosciuto in questa stagione (la favorita è la nuova fidanzata di Harrison, ma il vicino di Dexter e i due detective non sono totalmente da escludere). E poi c’è Dexter stesso che potrebbe ritrovarsi alle calcagna i due detective, a prescindere dal fatto che uno dei due possa essere lo squartatore: lei in particolare è molto furba, e ossessiva al punto giusto da poter proseguire il lavoro su cui il vecchio Batista le aveva messo la pulce nell’orecchio.

Insomma, di carne al fuoco ce n’è moltissima. Dexter è risorto sul serio, e detto sinceramente ne vorremmo ancora molto presto. Questa prima stagione, intanto, è stata una lezione di scrittura impartita a molte serie di oggi, che puntano sempre più disperatamente ad andare virali senza preoccuparsi troppo di una struttura narrativa che possa reggere a lungo termine. Un meccanismo che sta francamente stancando, e allora ben venga ancora una volta Dexter che sta frantumando ogni record di visualizzazioni anche nel 2025: la qualità paga ancora, per fortuna.

Vincenzo Galdieri