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Una recensione senza spoiler di Devilman Crybaby, un anime che merita tutta la vostra attenzione

Andando avanti con la nostra rassegna in cui ogni mese vi consigliamo di recuperare un anime particolarmente interessante, oggi vi vogliamo andare a presentare Devilman Crybaby, una serie anime originale uscita nel 2018 su Netflix che adatta sul piccolo schermo il famoso manga Devilman del grande Go Nagai, noto per essere autore di opere come Mazinga e di una versione a fumetti de La Divina Commedia. La serie in questione, diretta da Masaaki Yuasa e prodotta dallo studio d’animazione Science Saru ha ricevuto un’accoglienza entusiasta da parte del pubblico e della critica, diventando a suo tempo parecchio discussa. Composta da soli dieci episodi da una ventina di minuti l’uno, la serie risulta perfetta se cercate un anime appassionante da divorare tutto d’un fiato. Ma, attenzione: questa serie non è adatta a tutti! A causa di una forte dose di splatter, di violenza e di scene disturbanti in termini di contenuti ed estetica, che la rendono un prodotto adatto solo ad un pubblico di adulti, Devilman Crybaby potrebbe non piacere proprio a tutti.

Senza ulteriori indugi, vi lasciamo alla nostra recensione no spoiler di Devilman Crybaby, con la speranza che essa vi possa farvi venir voglia di dare a questo anime di Netflix una possibilità. Buona lettura.

Akira nella serie animata di Netflix (640×360)

Di cosa parla quindi Devilman Crybaby? La storia dietro alla serie segue le avventure di Akira Fudo, un ragazzo fin troppo gentile e compassionevole che, dopo aver incontrato nuovamente il suo amico d’infanzia Ryo Asuka, scopre l’esistenza di terribili e malvagi demoni che si celano tra gli umani e che minacciano la distruzione dell’umanità. Ryo convince Akira a unirsi a lui nella lotta contro questi mostri e diventa il suo mentore in questa folle e pericolosa avventura. Proprio a causa delle azioni di Ryu, attraverso un rituale durante un Sabba, Akira si fonde con un demone, diventando così il Devilman, un essere a metà tra questi due mondi, una fusione che gli conferisce di ottenere poteri sovrumani, ma al contempo di mantenere il suo cuore umano. Man mano che la trama si sviluppa, Akira si troverà a muoversi in un mondo oscuro e corrotto, dove demoni e umani si scontrano in una battaglia senza esclusione di colpi e in cui dovrà dare il suo fondamentale contributo.

Nonostante la trama di partenza della serie non brilli particolarmente per originalità, a rendere Devilman Crybaby un’opera notevole sono le forti tematiche ad essa legata, che toccano con grande profondità e ricercatezza argomenti come la complessità della natura umana, offrendone una visione cruda e spietata e mettendo in discussione le convenzioni sociali e morali che le appartengono. La serie affronta infatti temi sociali ed esistenziali in modo audace e provocatorio, spingendo gli spettatori a riflettere sulla natura umana e sulle conseguenze delle proprie azioni e non esita a mettere alla berlina gli aspetti più scabrosi dell’umanità, senza paura di esplorare territori controversi e disturbanti. L’oscurità dietro alla perversione umana e a tutte le sue contraddizioni, d’altra parte, ben si accompagnano al semplice stile dei disegni, al character design dei personaggi della storia e delle sue ambientazioni: un tratto semplice capace però di contorcersi su se stesso mostrandoci in maniera totalmente esplicita e senza veli scene di grande violenza e legate a una sessualità carnale, cruda e sporca, con animazioni non sempre rese al meglio, ma comunque intrattenenti.

Tale violenza, tuttavia, non è fine a se stessa.

Devilman Crybaby
Ryo e Akira (640×360)

Se Devilman Crybaby presenta insistite scene esplicite e cruente, lo fa per esplorare con cognizione di causa le conseguenze a cui le azioni umane possono portare, così come i limiti dell’umanità stessa, spesso corrotta oltre ogni dire e incapace di comprendere quello che ha di fronte e di lasciarsi alle spalle pregiudizi.

Tutta Devilman Crybaby, d’altra parte, finisce per giocarsi sull’anfibologica dicotomia tra bene e male, tra umano e mostro, da luce e ombra andando a sviscerarne con grande profondità e attenzione ogni singolo aspetto. Esplorando la dualità dell’essere umano, dotato sia di un lato oscuro che di uno chiaro, la serie si ripropone di focalizzare la propria attenzione sul costante conflitto tra bene e male in cui i personaggi si ritrovano ad agire, mettendo in discussione la definizione stessa di “umano“. Se questo è facilmente e intuitivamente riconducibile al personaggio di Akira, che si trova a confrontarsi con la sua nuova natura demoniaca e che deve cercare di trovare un equilibrio tra la sua identità umana e quella di Devilman, ciò si annida però anche tra gli altri personaggi della serie, sia umani che demoniaci. Oltre al protagonista, pur in pochi episodi, anche gli altri personaggi assumono grande profondità, soprattutto se prendiamo in considerazione Ryo, un ragazzo ambiguo e spietato, ma che cela un profondo senso di giustizia e una storia tutta da scoprire.

Tali personaggi, sia umani che demoni, non rimangono infatti statici di fronte al cambio degli eventi, andando a modificarsi in base a quanto vissuto e rapportandosi tra loro in maniere nuove: i legami tra loro vengono infatti messi alla prova, sviluppandosi in modo complesso e mai banale e portando a situazioni di grande tensione emotiva che spingono lo spettatore a provare grande empatia, tra amicizie, amori e tradimenti.

Death Note
Devilman Crybaby (640×360)

Dal lato visivo, al netto di uno stile che potrebbe piacere o meno in base al gusto personale e ad animazioni non sempre gestite al meglio, a brillare sono soprattutto le scelte artistiche dietro alla resa dei momenti d’azione e drammatici.

Le scene sono spesso dipinte con colori saturi e contrastanti, capaci di ricreare un’atmosfera intensa e surreale, passando con grande scioltezza da paesaggi urbani cupi e tetri a scenari onirici e psichedelici. A fare da accompagnamento a queste immagini capaci di trasmettere tanto l’adrenalina del momento presente quanto i momenti più riflessivi e di introspezione vi è una colonna sonora davvero pazzesca ed eclettica, capace di spaziare tra diversi generi, dal rap al rock, dal jazz al pop. A partire dall’iconica sigla Devilman no Uta, la musica di Devilman Crybaby contribuisce a conferire alla serie un’atmosfera intensa e drammatica anche grazie a una colonna sonora strumentale in grado di sottolineare la cupezza dell’atmosfera della serie e i suoi momenti più tragici e dolorosi.

Insomma, pure non essendo un anime adatto a tutti i palati data la natura splatter dei suoi contenuti e della propria forma estetica, Devilman Crybaby resta un prodotto d’animazione notevole, capace di colpire lo spettatore grazie al suo modo di proporre tematiche mature e complesse, spingendolo a riflettere sull’abisso della natura umana, con tutte le sue contraddizioni. Sicuramente una delle migliori serie animate di Netflix.

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