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Deadwood è l’ennesimo pezzo da novanta di HBO che in Italia (purtroppo) snobbiamo malamente

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Quante serie tv possono vantare una bella ambientazione western, personaggi classici e una sceneggiatura di qualità? Poche. Si contano sulle dita di una mano. Ad essere proprio onesti, ce ne viene in mente solo una, almeno di recente memoria: Deadwood. Lo show HBO andato in onda in tre stagioni tra il 2004 e il 2006, ha tutte le carte in regola per essere definito un cult per gli amanti di cowboy, sceriffi, fuorilegge e affini. In realtà però definirla produzione di culto è riduttivo. Deadwood è molto più di questo.

Dal cattivo carismatico allo sceriffo senza paura, dalla violenza fisica alle sparatorie, senza rinunciare a sesso e sangue. Purtroppo però in Italia, come spesso succede, alcune serie tv vengono incredibilmente snobbate. E per il piccolo tesoro nascosto targato HBO la sorte è stata beffarda. Se non lo avete ancora visto, correte a recuperarlo in una maratona da 36 episodi. Se non siete ancora convinti, ci siamo noi a spiegare il motivo per cui non potete assolutamente perdervi una serie tv come Deadwood.

Deadwood (640x360)
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La trama di Deadwood: un western perfetto

La serie inizia nel 1876, due settimane dopo la battaglia del Little Bighorn, luogo della storica sconfitta del Generale Custer. Deadwood è una città che deve ancora nascere, non riconosciuta dallo Stato, popolata da fuorilegge, prostitute e ogni sorta di criminale. In un luogo dove non vi sono leggi, l’unica legge che vale è quella del più forte, che in questo caso è Al Swearengen, uno dei pionieri fondatori della città e proprietario del Gem Saloon, dove gestisce traffici e affari eufemisticamente definibili sospetti. Con la scoperta dell’oro nelle Black Hills, Deadwood diventerà una zona molto ambita, e altri personaggi arriveranno nel South Dakota con l’intento di ricominciare una nuova vita. I destini e le strade di queste persone si incroceranno inevitabilmente, creando un meltin pot di personalità e di vicende incredibili.

Lo show, creato da David Milch e prodotto da HBO, mescola personaggi effettivamente esistiti a personaggi fittizi, in un realismo che a volte risulta quasi disturbante. Già nei primi episodi si capisce di che pasta è fatta la serie. La parola “fuck”, solo nella prima puntata, è pronunciata 43 volte, 2.980 volte in 36 episodi, con una media di 1,56 varianti per ogni minuto mandato in onda. Se siete facilmente impressionabili e scandalizzabili, non è la serie tv adatta a voi. La violenza non è mai nascosta, e non è mai lasciata sottintesa. D’altra parte sarebbe stata pura ipocrisia mettere sotto una patina nebbiosa uno dei periodi più violenti e senza regole della storia americana, e più in generale della storia globale.

Deadwood (640x360)
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Una storia incredibile, un cast incredibile

È difficile, anzi risulta davvero impossibile, in queste poche righe che state leggendo su Deadwood, rendere omaggio ad una serie così corale e incisiva nel panorama seriale internazionale. Anzi forse sarebbe riduttivo soffermarsi sulle vicende dei singoli personaggi, perché è proprio nelle loro interazioni, nella coralità del movimento, che lo show targato HBO acquista la sua forza prorompente. La terza e ultima stagione è proprio quella più appassionante e affascinante, quando la stessa Deadwood, che paradossalmente si è creata un codice di comportamento, si trova ad essere in pericolo e i suoi abitanti si uniscono – in barba ai credo politici e agli attriti e violenze passati – per difenderla da chi la minaccia.

Merito di questo va al cast stellare, perfettamente calato nella propria parte che riesce ad affrescare una serie di caratteri e personaggi che possiamo incontrare non solo nell’antico west ma nella vita di tutti i giorni. Un parco di caratteristi fuori dal comune che forniscono interpretazioni memorabili e che contribuiscono a creare un’atmosfera piena di contrasti e contraddizioni. Come spesso accade nelle serie tv targate HBO, i personaggi della cittadina di Deadwood sono molti, ma tutti approfonditi con la minuziosità e l’importanza che meritano. La peculiarità però, è rappresentata dal fatto che ogni decisione e ogni azione compiuta da uno dei personaggi si ripercuote inevitabilmente su tutta la comunità, dando vita a intrecci, alleanze o ostilità di assoluto rilievo.

Deadwood (640x360)
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Deadwood: una serie tv HBO imperdibile

Una delle caratteristiche che rendono Deadwood una serie tv imperdibile e allo stesso tempo diversa da altre produzioni iconiche è sicuramente l’ambientazione. Siamo in South Dakota, nel più classico degli scenari western: si viaggia a cavallo, i saloon sporchi e violenti sono teatro di gioco d’azzardo, baldoria e sesso, mentre, al posto delle strade, ci sono lunghe e irregolari vie fangose. La scenografia è curata in maniera maniacale: ogni dettaglio, ambiente o oggetto di scena sono estremamente ricercati.

Inoltre, narrando vicende che risalgono a fine ‘800 nel continente a stelle e strisce, meritano una menzione particolare i costumi tipici dell’epoca, che forniscono a questo prodotto un fascino che, nel panorama seriale, ha davvero pochi eguali. Uno degli elementi fondamentali per una serie tv di alta qualità – anche se spesso gli spettatori tendono a darle un’importanza marginale – è la sceneggiatura. In Deadwood il livello di scrittura dei dialoghi è superbo. Mai una parola sprecata, botta e risposta, scontri verbali e dialoghi a metà tra il filosofico e il nichilistico si susseguono senza sosta, mescolati con una punta di ironia e sarcasmo inaspettati. Insomma, Deadwood è una serie tv davvero troppo sottovalutata, che come troppo spesso succede in Italia viene snobbata dal pubblico dello stivale. Se non l’avete ancora vista, recuperatela a tutti i costi.

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