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Ho rivisto Breaking Bad dopo aver guardato Better Call Saul

Breaking Bad è una delle Serie Tv degli ultimi anni con la più alta quantità di simbolismo, Easter Eggs e riferimenti cinematografici. Vince Gilligan, evidentemente un maniaco della composizione in questi termini, ha avuto la possibilità con Better Call Saul di citare e attraversare l’universo di Breaking Bad usufruendo della storia di Jimmy McGill, alias Saul Goodman.

Ho pensato, finita la terza stagione dedicata all’avvocato, che fosse il momento per un rewatch di Breaking Bad e, indipendentemente dai luoghi richiamati e dai numerosi Easter Eggs presenti, su determinati aspetti sono emersi nuovi modi di leggere gli eventi e cercherò di spiegare quanto la psicologia e la struttura di alcuni personaggi appaia più definita.

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Il primo filone che vorrei ri-considerare alla luce di Better Call Saul è quello che vede svilupparsi, nella terza stagione, il rapporto tra Gustavo Fring e i membri del Cartello e in particolare la sua relazione professionale con colui che sappiamo essere l’uomo che più lo odia sulla faccia della Terra nella serie madre: Hector Salamanca. È piuttosto evidente, come già si evince dal flashback della quarta stagione in cui si vede Hector che uccide il miglior amico di Gustavo, che l’odio tra i due personaggi è forte e reciproco ma Better Call Saul sembra chiarire delle dinamiche precedenti che mostrano alcune debolezze di Hector non spiegate in Breaking Bad.

Ciò che emerge è una figura, quella di Hector, estremamente competitiva ma inevitabilmente sconfitta; l’esempio è lampante nelle prime puntate della terza stagione di Better Call Saul, quando viene portato a Don Eladio il bottino ricavato dalla droga. In questa circostanza, viene evidenziato (con conseguente umiliazione per Hector) come il metodo di impacchettamento del denaro di Gus sia il più ordinato e il più pulito ma, soprattutto, il preferito da Don Eladio; d’altro canto, Hector ha portato meno denaro, e gli altri membri del Cartello non perdono tempo nel sottolinearlo.

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Questa scena, considerando la panoramica complessiva del personaggio, ci fa inevitabilmente pensare a come lo vediamo inerme in Breaking Bad e proviamo tutto sommato grande pena. Nella serie con protagonista Walter White, infatti, consideriamo alla luce di queste nuove notizie le motivazioni di odio e rancore che Hector porta verso Gus, visto che evidenti erano solo quelle che giustificavano il disprezzo di Gus verso Hector. Probabilmente, provando a fare una supposizione, non è escluso che Hector creda che causa del suo ictus sia stato proprio Gustavo, non sospettando invece dei suoi uomini e in particolare di Nacho.

Collegato alla questione Cartello – Gus Fring, c’è una nuova visione in Breaking Bad (anche se ancora incompleta) dell’impero del trafficante cileno. Mi riferisco in particolare al triangolo criminale rappresentato dallo stesso Gus, Lydia e, più in disparte, Mike. Le indagini di Hank ci avevano permesso di intuire che dietro Los Pollos Hermanos ci fosse in realtà un sistema di copertura dell’attività criminale (la Madrigal) molto ben organizzato, ma ovviamente eravamo rimasti nel vago.

Scopriamo e comprendiamo, invece, che la rete di rapporti costruita da Gus (e gestita da Lydia) è decennale, come la squadra formata da Mike. Questo ci potrebbe far pensare che la frase di Mike rivolta a Walt “Uccidere Jesse James non fa di te Jesse James” sia da intendere e reinterpretare nel senso che l’azione di Walt risulterà (come effettivamente è stato) più dannosa che utile, visto che ciò che Gustavo aveva costruito e quanto tempo aveva impiegato per farlo.

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Non si può poi, inevitabilmente, non pensare a Saul Goodman. Pensare che quell’uomo meschino in passato sia stato un avvocato che ha provato, con tutti i suoi limiti, a fare del bene lascia una grande sensazione di rimpianto. L’automatismo della delinquenza che osserviamo in Saul ci appare più pesato e devastante se rapportato alla crescita esponenziale che vive Jimmy nelle tre stagioni in cui è protagonista. Vince Gilligan (e Peter Gould) sono riusciti a entrare nella pelle del personaggio anche grazie ad un superlativo Bob Odenkirk, quasi unico nell’unire il comico al drammatico.

Da sempre il grande pregio di Breaking Bad è stata la coerenza narrativa che permette a Better Call Saul di incastrarsi alla perfezione, come se fossero nate insieme e insieme proseguissero le loro storie narrative fino ad intrecciarsi. Noi, d’altro canto, non possiamo fare altro che attendere che questo incontro finalmente avvenga.

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