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Abbiamo bisogno di storie audaci, scritte bene. Abbiamo bisogno di Beef 

Better Call Saul

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Approdata su Netflix in un momento di scarse uscite di qualità, Beef – Lo scontro ha conquistato il pubblico, dimostrandosi una serie originale e allo stesso tempo non facile da interpretare. Creata da Lee Sung Jin, è un vero e proprio gioiellino per gli amanti della comicità tagliente e dei dialoghi brillanti ma intricati. A dare vita a due personaggi iconici, di cui parleremo accuratamente in questo articolo, troviamo una coppia di talentuosi attori, Steven Yeun e Ali Wong, che portano sullo schermo un’energia contagiosa e una chimica perfetta, anche se fino alla fine facciamo fatica a inquadrarla.

Con uno stile unico che sfida i confini dell’umorismo, dell’assurdo e talvolta del disturbante, questa nuova serie tv si distingue sicuramente per la sua audacia e per le vicissitudini che i suoi protagonisti si trovano a dover affrontare.

Beef, una storia davvero assurda

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Beef (640×360)

Beef – Lo scontro è una di quelle serie in cui la storia e l’andamento dei fatti non appare subito evidente. In realtà fino alla fine è difficile capire dove voglia andare a parare, ma è certo che si tratta di una produzione che punta al grottesco, fondendosi perfettamente in diversi generi e creando un ibrido di cui non sapevamo di aver bisogno.

Una delle particolarità di questa serie è che, anche se non sembra, è costruita in maniera molto precisa e lineare. Riusciamo a individuare senza problemi il tema principale, ovvero la rabbia, declinato ed affrontato diversamente dai personaggi. Inoltre, la caratterizzazione degli stessi è tra le migliori degli ultimi tempi. Amy, imprenditrice di successo che si è costruita il suo impero da sola, si prepara a un affare che le permetterà di pensionarsi e dedicarsi finalmente alle cure della figlia, fino ad allora lasciata nelle mani del marito George, ricco di famiglia e abituato alla bambagia. Dall’altra parte troviamo invece Danny, che al contrario se la passa malissimo, senza un soldo in tasca e costretto a provvedere ai genitori da solo e al fratello, un belloccio game dipendente che punta tutto sulla criptovaluta. Tutta la storia ha inizio proprio dalla rabbia di Amy, che scatenerà quella di Danny e di tutti gli altri personaggi coinvolti.

Basta con questo sogno americano

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Beef (640×360)

Beef – Lo scontro non è solo la dimostrazione della profonda evoluzione di Hollywood, pensiamo solo al fatto che è prodotta da A24, lo studio indipendente che ha dato vita a uno dei film destinati ad entrare nella storia, Everything Everywhere All at Once, ma ci sta portando a una nuova visione dell’America, senza però americani d’origine (qui trovi qualche serie coreana interessante).

La serie non racconta solo la società americana, ma quella che realmente è la realtà attuale senza i filtri della serialità odierna, che o mostra solo il sogno americano, oppure ci mostra contenuti forzatamente perbenisti e con cast talmente diversificati da confonderne il significato della trama. L’America di oggi è formata da immigrati, da tante microcomunità, che vanno dalle latine, italiane, irlandesi fino appunto a quelle viste in questo film: cinesi, coreane e giapponesi. Beef – Lo scontro non solo non ci parla del sogno americano, ma prende un personaggio che lo persegue (Danny) e glielo distrugge completamente puntata dopo puntata.

Beef è una bomba pronta a esplodere

Beef (640×360)

Non importa la razza, la fama, la ricchezza o le origini di cui ogni personaggio fa parte, la miccia che scatena lo scontro, da cui appunto il titolo, accomuna tutti i personaggi senza distinzione. In questa serie non ci sono buoni e non ci sono cattivi, e risulta anche difficilissimo capire per chi tifare. Danny può apparire il più fastidioso nelle prime puntate, ma Amy riesce a diventare intollerabile in pochissimo tempo.

La molla di Danny è l’incidente sfiorato nel parcheggio, quel piccolo momento in cui capisce che il sogno americano, la correttezza, l’onestà e la sua dedizione a un’America che non l’ha mai ripagato adeguatamente possono essere messe in pausa. In Beef – Lo scontro nessuno è esente da peccati, e la serie ce lo dimostra quando anche George commette il suo adulterio.

Perché abbiamo bisogno di più serie tv di questo tipo

Beef (1200×704)

Personalmente ho amato Beef – Lo scontro , una delle poche serie che è riuscita a tenermi con lo sguardo incollato allo schermo. Ogni frase, persino i titoli iniziali di ogni puntata si sono dimostrate come un messaggio significativo, ed io come tutti gli spettatori che l’hanno amata non avevo intenzione di perdermelo.

Beef – Lo scontro è audace, scardina senza paura il piattume di cui ormai assuefatti non riusciamo più a fare a meno. Rimette in moto in cervello, ci sbatte in faccia temi forti, affronta la rabbia, quel sentimento ormai bandito o sempre curato in tutte le serie tv. La rabbia, in Beef – Lo scontro, non si affronta ma si manifesta nel peggiore dei modi, nell’unico modo in cui tutti noi spesso la buttiamo fuori, in maniera spontanea, sbagliata e incontrollata. Abbiamo bisogno di personaggi assurdi, sbagliati e che non per forza trovino una redenzione. Le serie di oggi ci hanno abituati a personaggi che, in qualche modo, vadano sempre perdonati. Lo stesso villain ormai non esiste più ma è diventato una sorta di antieroe moderno.

Beef – Lo scontro può piacere o no, anzi il confine è così labile che o la si ama o la si odia, ma quel che è certo è che abbiamo bisogno di più serie audaci e che ci facciano sentire spettatori attivi, non solo marionette passive davanti a uno schermo di un computer.