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Hunter x Hunter – Un anime che non si dimentica

Amato da anni in tutto il mondo e riscoperto di recente in Italia da nuovi fan grazie al suo recente rilascio prima su Prime Video e ora su Netflix con tanto di doppiaggio, Hunter x Hunter, versione del 2011 e remake di quello rimasto ancor più incompiuto del 1999, è considerato uno dei capisaldi degli anime, uno di quei prodotti imperdibili che chiunque sia appassionato del genere dovrebbe vedere almeno una volta nella vita. Anche se la diatriba tra i fan più accaniti circa la maggior qualità delle due versioni dell’anime continua imperterrita, è indubbio che la più recente sia quella che, in fin dei conti, risulta più completa e maggiormente aderente all’omonimo manga da cui le serie sono tratte anche se ancora incompiuta. L’opera originale scritta da Yoshihiro Togashi è infatti tuttora in produzione, dopo lunghissime pause nel rilascio dei vari capitoli a causa dei problemi di salute dell’autore.

Hunter x Hunter
Gon Freecss (640×360)

Apprezzato universalmente come uno degli shonen (categoria di manga/anime destinati a un pubblico prevalentemente maschile tra gli 11 e 18 anni circa) migliori di sempre, Hunter x Hunter racconta delle avventure e i viaggi di Gon Freecss. Il protagonista è infatti un ragazzino che rincorre il sogno di diventare un hunter, figura rispettatissima e molto potente nella società per i più svariati motivi, per poter trovare suo padre Ging, anch’egli un hunter, che lo ha abbandonato quando era ancora un neonato. Gon parte quindi per mettersi alla prova e superare il temibile esame per accedere alla professione, durante il quale incontrerà personaggi con i quali stringerà un legame indissolubile e che lo seguiranno nelle sue avventure. Fin qui niente di speciale, vi direte. Eppure, l’opera di Togashi riesce ad alternare con sapiente maestria umorismo, spettacolare azione e molta introspezione in una formula che rende Hunter x Hunter qualcosa di assolutamente originale e in grado di distaccarsi da qualsiasi altro prodotto appartenente al genere di riferimento.

Ma proviamo a capirne meglio il perché. Hunter x Hunter (2011), con i suoi 148 episodi, riesce a costruire un universo composito, dettagliato ed esplorato con attenzione e profondità, capace quasi di vivere di vita propria. Da questo punto di vista il lavoro di world building di ambientazioni, associazioni, sottoboschi criminali e personaggi è davvero notevole. Tutto in Hunter x Hunter trova il suo specifico posto e, man mano che la narrazione procede, si evolve, aprendo nuove strade e dando senso a situazioni che in un primo momento sembravano dover essere accantonate.

Killua Zoldick (640×360)

Col procedere del viaggio dei protagonisti, ogni cosa diventa più complessa: le sfide, i combattimenti, i “poteri” dei personaggi, la trama stessa della storia, in un crescendo che fa toccare al pubblico incredibili picchi, sia in quanto a epicità, sia in quanto a introspezione. Ognuno degli archi che compongono la storia, infatti, risulta molto originale e, soprattutto, sempre più adulto e profondo. In particolare, senza fare spoiler per chi ancora non avesse visto l’anime, tutto il lungo e complesso arco sull’Invasione delle Formichimere risulta, ad oggi, una delle cose più belle e profonde mai rappresentate da una serie d’animazione giapponese, così come quello ambientato a Nuova York (York Shin City).

Ma cosa ha reso Hunter x Hunter l’icona che è oggi?

Sicuramente uno degli aspetti che ha maggiormente colpito il pubblico è l’interessante capacità della serie di rimanere se stessa pur continuando a cambiare nel mentre: ognuno degli archi narrativi che compongono la serie riesce a essere infatti interessante a proprio modo e per motivi diversi: dagli archi più avventurosi e classici come quello sull’esame da Hunter a quelli più dark e politici come quello sulle Formichimere. In un crescendo di difficoltà, i personaggi inizieranno a diventare sempre più forti fino a potersi confrontare con avversari ritenuti fino a poco prima impossibili da battere. I “livelli di potere” e il sistema magico portati in scena dalla serie sono infatti delineati e spiegati nel dettaglio (forse fin troppo) e, per quanto complessi da capire o da spiegare, risultano molto coerenti, anche se, alla lunga potrebbero iniziare a infastidire gli spettatori non interessato a un simile grado di specificità.

Hunter x Hunter
Kurapika (640×360)

Perché, nonostante la grande qualità dell’opera, siamo certi che il tipo di narrazione dell’anime non sia adatto a tutti i palati. Le lungaggini nella spiegazione delle tecniche impiegate negli scontri e dei ragionamenti interiori dei protagonisti (nonché i continui interventi da parte del narratore) potrebbero, infatti, essere mal digerite da coloro che gradirebbero dare maggior dinamismo alle scene d’azione senza perdersi in lunghe riflessioni che dilatano le tempistiche oltre misura. Nella serie, infatti, pochi minuti di tempo della fabula, potrebbero richiedere anche una decina di episodi! D’altra parte, però, molti spettatori ritengono che proprio questi momenti di stasi, in cui veniamo a conoscenza di tutti i complessi (e spesso contorti) processi mentali dei personaggi che mettono in discussione qualsiasi mossa propria e degli avversari prima di sferrare un colpo, siano il vero punto di forza dell’anime.

Questione di gusto personale, ma soprattutto di abitudine a uno stile che tanto si discosta dai prodotti tipicamente occidentali.

Anche se la trama di base è tutta incentrata su Gon, soprattutto all’inizio, quel che più colpisce di Hunter x Hunter è la sua capacità di rappresentare una storia corale, che si prende la briga di analizzare nel dettaglio non solo il protagonista, ma anche i suoi comprimari e persino i villain, molto spesso più interessanti dello stesso Gon. Il team iniziale vede al centro Leorio, ambizioso medico testardo ma dal buon cuore, Kurapika, enigmatico e razionale con gran sete di vendetta nei confronti dei responsabili dello sterminio del proprio clan e il fan favourite Killua Zoldick, che cerca di allontanarsi dalla propria famiglia di assassini professionisti. Altri incredibili personaggi vanno dal controverso e affascinante Hisoka ai membri della Brigata Fantasma, dal potentissimo Presidente degli Hunter Netero agli altri Zoldick, passando per le Formichimere.

Hunter x Hunter
Hisoka (640×360)

Quel che è chiaro è che in Hunter x Hunter tutti hanno modo di far sentire la propria voce e lasciare il segno sullo spettatore. la serie focalizza la propria attenzione infatti molto spesso proprio sui legami instauratisi tra i personaggi, sulla loro caratterizzazione e fino a che punto essi sono disposti a spingersi per il bene l’uno dell’altro. In particolare, grande rilievo ha il rapporto di estrema amicizia e di unione tra Gon e Killua, grandi protagonisti delle storie e sulle cui avventure si incentra la maggior parte della serie. Tuttavia, è inutile dire che anche personaggi che compaiono per poco tempo riescono a rimanere ben impressi nella mente dello spettatore per la loro iconicità.

Al di là, della varietà dei temi trattati, che vanno dalla ricerca di sé alla vendetta, dalla crescita al perdono, come nella maggior parte degli shonen a occupare la maggio parte dello screen time ci sono epici combattimenti che, arco dopo arco, non fanno altro che aumentare di difficoltà e di posta in gioco: l’anime da questo punto di vista si dimostra davvero impeccabile, confezionando animazioni visivamente spettacolari e intriganti, capaci di tenere lo spettatore con il fiato sospeso anche durante le numerosissime pause di riflessione di cui vi abbiamo parlato prima. La difficoltà crescente degli scontri e dei nemici, fa avvertire il giusto senso di progressione e permette la creazione di scenari mai scontati, in cui assistiamo anche a tecniche particolarmente insolite e tutte da scoprire il cui esito non è mai da dare per scontato. In questo anche l’ottima colonna sonora gioca il suo ruolo, catapultando lo spettatore nel vivo della narrazione e creando atmosfere coinvolgenti ed emozionanti.

In Hunter x Hunter si ride, si resta a bocca spalancata, ma si piange anche.

Impossibile è infatti non rimanere coinvolti dalle storie raccontate, piene di avventura e umanità che vanno ben oltre i semplici combattimenti che caratterizzano la serie. Dai fan storici a quelli appena arrivati, una cosa è certa: Hunter x Hunter non si dimentica, perché riesce a toccare le giuste corde, perché riesce ad appassionare come pochi altri prodotti. Ora che Togashi ha ripreso con la scrittura, chissà se potremo vedere un giorno, ancora su schermo ulteriori archi narrativi della serie: non ci resta che incrociare le dita e nel frattempo farci un rewatch su Amazon Prime Video o su Netflix.