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And Just Like That 3×09 – Prima o poi doveva succedere, ed è successo

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Credo fermamente che ammettere di aver intrapreso la strada sbagliata sia una delle cose più difficili che ci siano. Certo, in valore assoluto c’è di peggio. Ma, rispetto a tanti altri pattern che la vita volente o nolente ci mette davanti, un’ammissione del genere ha delle ripercussioni parecchio profonde. Il punto non è l’ammissione in sé, non è l’accettazione delle scelte sbagliate compiute. Il punto è che all’ammissione di oggi corrispondono le convinzioni di ieri, il fatto di aver creduto davvero in qualcosa che poi si è rivelato sbagliato. Ecco: dopo l’episodio 3×09 di And Just Like That credo che anche Carrie Bradshaw conosca molto bene questa sensazione.

Io ve lo dico subito: questa recensione non sarà spoiler free proprio per niente.

Se non avete ancora guardato Presente e non volete spoiler forse è meglio che torniate in un altro momento, a visione ultimata. Perché questo episodio che incredibilmente riesce a essere ancora più breve del precedente (qui la recensione), ci conferma che 27 minuti possono essere comunque più che abbastanza, quando succede quello che prima o poi doveva succedere.

La terza stagione del sequel di Sex and the City si avvia ormai verso la sua fase finale. Lo fa con qualcosa che, se devo proprio essere onesta – e in questa sede mi piace sempre molto esserlo -, stavo aspettando da un po’. Anzi, stavo aspettando da parecchio, e la recensione dell’episodio 3×03 ne è la prova. Sto parlando della fine della relazione tra Carrie ed Aidan, quella che era sembrata un bellissimo gioco del destino ma si è nel tempo rivelata un incubo davvero fastidioso. Non ero la sola ad aspettarla: eravamo in tanti, e credo che la dinamica fosse condivisa da almeno un personaggio della serie. Ed eccoci qui, inevitabilmente è successo. E io sinceramente ieri sera, dopo la visione, sono andata a letto più serena.

And Just Like That 3×09: cosa succede

Credits: HBO

Non me ne vogliano le co-protagoniste di And Just Like That, ma l’episodio concentra la quasi totalità della sua durata sulla trama di Carrie, e noi facciamo lo stesso con questa entusiasta recensione. Nella scorsa puntata avevamo lasciato Aidan finalmente (?) a New York per un periodo più lungo di 24 ore e avevamo visto Carrie rinunciare a ogni impegno per stare in sua compagnia. Presente ci fa capire subito che l’aria che tira stavolta è diversa. E lo fa mettendo in scena l’incontro tra Aidan e il suo attuale acerrimo nemico: il vicino di casa di Carrie. Un incontro che di fortuito ha ben poco, che Carrie non voleva e che scoperchia, con il suo semplice accadere, un’insicurezza di Aidan in realtà già abbastanza visibile.

A poco valgono le rassicurazioni di Carrie sul fatto che il rapporto tra lei e il suo vicino sia puramente professionale – anche se no, io non le credo. Aidan è geloso, non si fida, vuole entrare in tutte le parti della vita della sua compagna, soprattutto in quelle che lei vuole chiudergli. Vuole tastare il terreno e, con il suo peggior istinto animale, vuole stabilire i confini di ciò che è suo. Peccato però che di suo non c’è proprio niente. Scavallare un limite messo da Carrie è la goccia che fa traboccare un vaso già rotto e aggiustato tante, troppe volte.

In tutta la stagione di And Just Like That Carrie aveva ascoltato, compreso e accettato.

Si era adeguata a una realtà e a una relazione che non si erano rivelate come se le aspettava. Questa volta no: Carrie si allontana, prende le distanze, accetta ciò che sotto sotto già sapeva: che prima o poi sarebbe finita. E finalmente molla la presa. Niente drammi incredibili, solo le discussioni essenziali per arrivare dove deve: non può dare ad Aidan più di quanto gli abbia già dato. E se questo a lui non basta la soluzione al problema è una sola, ed è anche molto chiara.

L'incontro tra Aidan e il vicino di Carrie in And Just Like That
Credits: HBO

L’insicurezza che deriva dal tradimento subito (ricordiamolo, la bellezza di venti e più anni fa) non si risolve certo con la possessività o con degli accordi relazionali assurdi che, come Carrie stessa gli ricorda, è stato proprio Aidan a non rispettare. E nonostante questo, nonostante il fatto di essere andato a letto con la sua ex moglie e di aver sostanzialmente tradito Carrie secondo i suoi stessi canoni, lui continua a non fidarsi. Aidan ha trasformato quella che poteva essere una bella seconda (o terza o quarta) possibilità in una relazione tossica senza né capo né coda, in un rapporto squilibrato sotto ogni profilo. Un rapporto privo di fiducia, dell’unica base necessaria in tutti i rapporti umani, sentimentali e non. E un rapporto così, mia cara Carrie, va solo chiuso.

Era inevitabile.

E mentre da una parte l’inevitabilità delle cose mette fine a un rapporto, dall’altra porta una relazione molto più fresca a un livello superiore. Dopo 700 e più parole sul topic centrale di puntata, ci sta fare un piccolo excursus su personaggi che non sono Carrie Bradshaw, anche se prendono in totale uno spazio di tipo 7 minuti nel nono episodio di And Just Like That. A bilanciare la relazione tossica di Carrie ed Aidan ci pensa quella molto più sana tra Miranda e Joy. Mentirei se vi dicessi che Joy mi piace, perché in realtà non è così. Eppure entrambe, in quella mezza scena che le riguarda, si vedono disposte a condividere i pesanti bagagli emotivi che caratterizzano le relazioni cominciate in età adulta, tra persone che nel bene e nel male ne hanno già vissute mille.

A essere pienamente inevitabile è l’ammissione da parte di Miranda di essere un’alcolista. Un’ammissione che rompe l’idillio in cui tutto è facile e bellissimo e porta la relazione tra le due alla fase di realtà, quella in cui alcune cose sono belle e altre meno. E per quanto in un primo momento Joy non sembri poi così entusiasta, entrambe concordano sulla necessità di aprirsi l’una con l’altra, di mettere sul piatto le donne che sono per permettere al loro rapporto di funzionare. Ottimo primo passo: a volte l’inevitabile sa essere anche qualcosa di molto buono.

La 3×09 di And Just Like That ci consegna dunque non una ma ben due morali della favola.

Le protagoniste di And Just Like That
Credits: HBO

La prima è che ci sono cose che devono succedere e basta. Che possiamo posticipare, spostare momentaneamente a margine della nostra quotidianità, ma che prima o poi ci portano il conto. E per quanta paura possiamo avere, sono l’unico modo per uscire da un’immobilità che non è mai la scelta giusta.

La seconda morale è che sì, ammettere di non averci visto giusto è qualcosa che ci cambia la vita. Ci costringe a rimettere tutte le carte in tavola e cominciare una nuova partita. Ma anche in questo caso, è necessario per andare avanti. Rifugiarsi nel passato non è abbastanza, perché il passato per definizione non ha futuro. E poi anche cambiare strada fa meno paura se abbiamo le persone giuste a tenderci la mano.

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