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Il mondo si divide in due categorie: le persone che adorano il karaoke e quelle che si farebbero asportare le corde vocali pur di non farlo. Io faccio decisamente parte della prima. Ma che voi siate nel gruppo numero 1 o nel gruppo numero 2, l’episodio 3×07 di And Just Like That ha del pane per i vostri denti.
Con They wanna have fun scavalliamo ufficialmente la prima metà della terza stagione della serie, che con i suoi 12 episodi si posiziona al momento come la più lunga del sequel di Sex and the City. Lo facciamo con un episodio scorrevole, lineare, che tira un po’ le fila di diverse linee narrative che erano state accennate nelle puntate precedenti. Insomma, un episodio che non aggiunge troppo a livello di racconto, ma che mette i puntini sulle i necessari per poterlo continuare. Se la 3×06 (qui trovate la recensione, se volete recuperarla), aveva fatto guadagnare umanità e spessore a And Just Like That, l’ultima puntata fa un leggero dietrofront al mood di sempre, cercando un equilibrio tra patina e umanità, tra divertimento e realtà, che vi dirò: fa il suo dovere.
And Just Like That 3×07: la trama

L’episodio ruota attorno alla festa di compleanno di Charlotte. Una cifra non tonda – anche se nessuno specifica di quale cifra si tratti, in pieno stile Charlotte York – ma meritevole di essere festeggiata, soprattutto in relazione al periodo complicato che Charlotte sta vivendo. Un periodo di cui nessuno a parte Carrie (e la personal shopper di Harry) è a conoscenza, e che proprio per questo diventa fonte di incomprensione dal momento in cui la stessa Carrie, messa alle strette, mente a Miranda dicendole che ad avere il cancro è il cane, Richard Burton. Ecco, una trovata un po’ particolare ma anche questa in pieno stile Charlotte York. Perché, come Harry stesso afferma, per sua moglie sarebbe stato quasi peggio.
La festa di compleanno basata sui non detti permette però di portare avanti due momenti necessari ad And Just Like That per continuare il suo racconto nel modo più giusto. Momento numero 1 (non per importanza): l’ingresso della fidanzata di Miranda in società, con la presentazione ufficiale di Joy alle amiche di sempre. E con dei biscotti per cani un po’ particolari, ma questa chicca ve la lascio per la visione. Momento numero 2: la rivelazione della malattia di Harry a Carrie (ri-rivelazione in questo caso), Miranda e Lisa, con la possibilità per Charlotte di poter parlare con le sue amiche di un tema così importante.
Anche stavolta tra l’altro, ma non avevamo dubbi al riguardo, la relazione tra Charlotte ed Harry si conferma come la più sana della serie. È l’unico rapporto in cui la comprensione dei bisogni dell’altro non passa attraverso mille filtri e peripezie, ma solo attraverso la bellezza di un sentimento molto puro.
Ah, proposito di sentimenti.

Anche in questo episodio di And Just Like That non possiamo di certo esimerci dal parlare d’amore. Tra un karaoke e l’altro, Seema fornita di un unico occhio utile si lascia andare al palese corteggiamento del paesaggista del giardino di Carrie. Una persona molto diversa dal suo tipo ideale, cosa che non è necessariamente un male. E molto diversa anche più in generale dal lusso sfrenato che Seema stessa rappresenta – cosa, anche questa, che non è necessariamente un male. Tra lavoro e relazioni, Seema sta platealmente uscendo dalla sua comfort zone, e lo sta facendo con una nonchalance che non mi aspettavo. Immaginavo più dubbi, più negazioni, più “Ma dai, non fa per me”. E invece si butta. Certo, con qualche esitazione, ma si butta. E brava la nostra ragazza!
Chi invece di esitazioni ne ha eccome è Carrie. In realtà rettifico, non sono molte, è un’unica – gigantesca – esitazione con un nome e un cognome: Aidan Shaw. Il nuovo papabilissimo oggetto di attenzioni più che ricambiate è ovviamente il vicino di casa di Carrie, che casualmente è un affascinante scrittore dall’attitudine pungente e un po’ distaccata. Insomma: è il suo tipo ideale. Noi spettatori sappiamo fin dal suo esordio sui nostri schermi che qualcosa, prima o poi, accadrà. Ora lo sanno anche gli altri personaggi e in particolare lo sa Miranda, ancora una volta l’unica a mettere Carrie di fronte alla realtà nuda e cruda. A non saperlo, o meglio a non volerlo accettare, resta solo lei. E lungi dall’usare la sua perenne ironia, quando le vengono presentati i fatti come stanno si chiude a riccio e si mette sulla difensiva.
Nella 3×07 di And Just Like That rivediamo inaspettatamente i tratti della Carrie di una volta.

Una conferma, questa, di come l’evoluzione del personaggio in And Just Like That non sia andata proprio nella giusta direzione. In Sex and the City lo avevamo già visto con Big: Miranda dice a Carrie delle verità scomode e Carrie si rifiuta di ascoltarle. E questo è un po’ assurdo considerando il fatto che nella scorsa puntata sembrava invece piuttosto consapevole. Carrie ha preso bene il tradimento di Aidan, ha fatto addirittura fatica a inquadrarlo come tale. Gli ha detto in faccia che non aveva intenzione di aspettarlo per anni senza andare a letto con nessuno. Ma quando si tratta della possibilità di farlo, di concretizzare un’idea che lei stessa condivide, non ne vuole sentire ragioni.
Le ragazze vogliono divertirsi, sì, ma le ragazze hanno anche paura. E le ragazze, quando hanno paura, si chiudono e rinunciano al divertimento che meriterebbero. Ma le ragazze sono anche donne adulte che hanno imparato (o dovrebbero aver imparato) che è sempre il momento di prendere la propria vita in mano. Carrie dovrebbe saperlo più di tutte, lei che ha vissuto il lutto – ricordato nella puntata con una battuta a mio avviso un po’ infelice – e la rinascita, la possibilità di ricominciare. E invece ancora una volta è lì, bloccata in un punto a metà tra la felicità e il dolore, tra la consapevolezza e l’incapacità di intraprendere la strada che le si palesa davanti. Una strada, tra l’altro, ben illuminata.
Morale della favola: il viaggio nei sentimenti di Carrie Bradshaw non è ancora finito.
Ma mi auguro con tutto il cuore che Carrie trovi il coraggio di prendere le valigie in mano e ripartire. Perché, in tutta onestà, in And Just Like That di immobilità ne abbiamo già avuta abbastanza.






