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1992 e 1993 – Quando le aspettative pesano come macigni

Nate da un’idea di Stefano Accorsi, prodotte da Wildside in collaborazione con Sky e La7 e trasmesse sulla piattaforma di Murdoch, 1992 e 1993 narrano in maniera romanzata le vicende di Tangentopoli, la stagione dei processi di Mani pulite e la discesa in campo di Silvio Berlusconi. Le due stagioni fanno parte di una trilogia a cui manca ancora l’ultimo capitolo, ovvero 1994. Sky ha annunciato l’uscita della terza parte nel 2019.

La narrazione procede attraverso il punto di vista dei cinque personaggi principali: Leonardo Notte, pubblicitario estroso di Publitalia ’80. Beatrice Mainaghi, figlia ribelle e sregolata di un ricco imprenditore della sanità. Pietro Bosco, ex veterano di guerra che si candida per la Lega Nord. Luca Pastore, ufficiale giudiziario ammalatosi di AIDS dopo una trasfusione di sangue infetto, che lavora con la squadra di Antonio Di Pietro. E infine Veronica Castello, showgirl disposta a tutto per diventare una star.

1992 1993

Le premesse affinché questa trilogia diventasse un pezzo di storia delle Serie Tv made in Italy c’erano tutte, ma qualcosa è andato storto.

Va subito detto che 1992 e 1993 sono ottimi prodotti per gli standard italiani e che hanno ricevuto critiche positive dalla stampa estera. Dal punto di vista di chi scrive però, le due stagioni presentano diverse lacune. Non possono quindi essere considerate al pari di show come Gomorra e Romanzo Criminale, forse le due serie migliori mai prodotte nel nostro paese. Vediamo quindi cosa non ha funzionato in 1992 e 1993.

La trama

Una delle pecche che affligge questa trilogia – e che in realtà doveva essere uno dei suoi punti forti  – è il contesto. Gli autori non sono riusciti a far immergere lo spettatore in quei feroci anni ’90. La trama risulta poco profonda e l’incrocio tra i fatti reali e quelli di fantasia molto azzardato. I personaggi inventati influenzano forse troppo la storia e hanno una circolarità troppo marcata. Si fa di tutto per farli incontrare continuamente e a volte le forzature sono evidenti.
La parte processuale viene trattata troppo spesso in modo molto superficiale. Lo stesso Antonio Di pietro, commentando la Serie Tv in un’intervista ha detto: “Meno male che l’hanno chiamata 1992, perché di Mani pulite ho visto poco.”

I personaggi di 1992 e 1993

Diciamo subito che il cast è di ottimo livello. Spiccano le prove attoriali di Caprino, leghista scorbutico, e di Miriam Leone. L’ex Miss Italia oltre a essere bellissima è pure brava nel ruolo della showgirl spregiudicata e ambiziosa. Accorsi, alias Leo Notte, come sempre lo si odia o lo si ama. Antonio Gerardi risulta essere credibilissimo nei panni del magistrato Di Pietro. Menzione particolare per Paolo Pierobon, il Berlusconi di 1993.

Se da un lato la bravura attoriale non manca, il vero problema è la caratterizzazione dei personaggi. Questi risultano essere eccessivamente stereotipati e caricaturali. La valletta disposta a saltare da un letto all’altro, la figlia di papà ribelle, il pubblicitario machiavellico e la fotografia desolante di una Milano da bere e niente più, insomma si cade troppo spesso nei cliché. I temi della corruzione, dell’Aids, della Tv spazzatura e della droga vengono solo sfiorati, senza pensare che sono proprio quei primi anni ’90 che hanno caratterizzato ciò che stiamo vivendo oggi. Infine i dialoghi, che spesso risultano surreali, e il doppiaggio, che risente della freddezza di tono di alcuni attori.

Le aspettative

Beato colui che non si aspetta nulla, perché non sarà mai deluso” diceva Alexander Pope e nel caso di 1992 e 1993 aveva ragione! Sky da sempre ci ha abituato a prodotti al top, dove la qualità la fa da padrona in tutte le varie sfaccettature. Per questo motivo le aspettative verso questa trilogia erano altissime. Purtroppo il pesante confronto con le due italianissime Romanzo Criminale e Gomorra ha sbiadito le immagini della serie ideata da Accorsi (qui abbiamo confrontato 1992 con la Serie Tv di Libano, Dandy e Freddo).

Va detto anche che il tema trattato è molto recente e spinoso. Proprio per questo il pompaggio mediatico e l’hype del pubblico prima della messa in onda hanno sgonfiato tutto prima ancora di iniziare. La stessa attesa dell’arrivo di Silvio Berlusconi in 1992 è stata risolta con una scenetta al bagno, in cui si sente una voce familiare e vengono inquadrate delle scarpe maschili con un alza-tacco. Ultima menzione va al ritmo della serie, che nella realtà dei fatti doveva essere concitato e ossessivo, mentre nella fiction la cadenza è lenta e molte volte pesante.

1992 e 1993

Concludendo possiamo dire che 1992 e 1993 sono due buone produzioni. Per entrare nella storia della serialità italiana c’è bisogno però di un’ultima parte da urlo: un 1994 di fuoco e soprattutto di qualità! Non ci resta che aspettare e affidarci a Sky. Intanto avremo il tempo per riuscire a decifrare le frasi di Bibi Mainaghi.

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