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7 cose che ho pensato dopo aver visto il pilot di Under The Banner of Heaven

Che sarebbe stata una serie apprezzatissima già lo sapevamo, di fatto il buon nome di Andrew Garfield lo precede, mettendo una sorta di garanzia su una serie che è impegnativa sotto tutti i punti di vista. In The Banner of Heaven, miniserie televisiva statunitense creata da Dustin Lance Black, si basa sul romanzo Under the Banner of Heaven: A Story of Violent Faith di Jon Krakauer.

Sbarcata su Disney+, ha raccolto subito una serie di consensi, e non solo grazie all’ottima interpretazione del suo protagonista, ma anche per una storia che fa riflettere, infastidire, a tratti storcere il naso.

Introspettiva e riflessiva, questa serie tv ci porta in un viaggio verso la fede, ma non nel modo in cui si può pensare.

1) Ho bisogno di informarmi

Under The Banner of Heaven
Jeb Pyre (640×360)

La prima cosa che ho pensato iniziando a guardare questa serie tv è che le mie conoscenze di base non mi avrebbero permesso di capirla fino in fondo. Se serie come Unorthodox ci hanno avvicinati al mondo della fede in maniera quasi documentaristica, Under The Banner of Heaven tenta di non soffermarsi troppo su questo, dando molte cose per scontate.

Mi sono dunque documentata sul mormonismo e sulle basi che determinano la credenza. Quel che sono riuscita a capire, da prendere con le pinze, è che la realtà dello scopo divino della vita, dell’amore di Dio per ognuno di noi e della capacità di ciascuno di migliorare grazie alle giuste scelte è il tema centrale del credo mormone. Ovviamente le mie ricerche non si sono fermate a questo, ma ciò che ritengo di poter condividere oggi sì.

2) Ma quanto è brava Daisy Edgar-Jones?

Daisy Edgar-Jones (640×360)

Andrew Gardfield non ha di certo bisogno di presentazioni, e la sua ottima recitazione in questa serie non è neanche una conferma, ma un dato di fatto. Per quanto riguarda Daisy Edgar-Jones, invece, ogni nuovo ruolo che interpreta non fa altro che confermare quanto sia brava.

Dopo averla vista in Normal People, Fresh e La Ragazza della Palude, è stato un vero piacere vederla interpretare un ruolo tanto drammatico e diverso dai precedenti. In generale, l’attrice sembra essere predisposta per ruoli sempre molto cupi, e sarei davvero curiosa di vederla all’interno di una commedia.

3) Ma dove l’ho già visto?

Samuel Lafferty (640×360)

Per almeno la metà di Under The Banner of Heaven ho guardato il personaggi di Samuel Lafferty domandandomi dove lo avevo già visto. Mi sono anche presa in giro quando ridendo ho affermato a chi di fianco a me che mi ricordava molto l’attore di Mamma ho perso l’aereo, Macaulay Culkin.

Beh, posso dirvi che mi sbagliavo ma che non ci sono andata molto lontana. Infatti, si tratta di Rory Culkin, il fratello del più noto attore dei film di Natale della nostra infanzia. Tra gli altri noti, troviamo anche Sam Worthington, il protagonista di Avatar.

4) La fotografia di Under The Banner of Heaven è pazzesca

Fotografia (640×360)

La prima cosa che ho notato, dai primi istanti della prima puntata, è stata sicuramente l’accuratezza della regia di questa serie.

In particolare ho trovato che la fotografia desse un particolare risalto a tutte le scene, e da brava ossessionata da serie tv e cinema come sono, mi sono messa a fare qualche ricerca per saperne di più. Dietro alla incredibile fotografia della serie troviamo Gonzalo Amat, noto principalmente in Spagna, ma che da adesso in poi avrà un posto tra i miei preferiti.

5) Come ha votato Under The Banner of Heaven la critica

Serie
Rotten Tomatoes (640×360)

Quando guardo una serie tv, in particolare una che mi è particolarmente piaciuta, non riesco a non domandarmi cosa ne abbia pensato la critica, anche perché spesso mi ci trovo in disaccordo.

Non è il caso di questa serie, infatti, è stata accolta in maniera altamente positiva dalla critica. Solo l’aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes la vede vincitrice con un indice di gradimento del 86% basato su 49 recensioni.

6) Under the Banner of Heaven e l’uso dei flashback

Under the Banner of Heaven

Dopo che il cadavere di Brenda viene ritrovato insieme a quello della figlia, si innescano una serie di flashback che seguono linee temporali diverse.

Da una parte l’incontro di Brenda con i Lafferty e i conflitti tra padre e figli all’interno della famiglia, accompagnati dalla voce dello stesso Jeb Pyre o dei sospetti che si trova interrogare. Poi la linea temporale in cui si ricostruisce la storia del fondatore del Mormonismo Joseph Smith (anche se arriveranno in seguito), vissuto nella prima metà dell’800, e la sua ribellione alle leggi americane.

Under The Banner of Heaven ne fa un perfetto uso, come pochi hanno saputo fare (si, parlo proprio di This is Us, e qui trovi le scene più tristi della serie).

7) È una storia vera?

Under the Banner of Heaven

Arrivata a un certo punto non ho potuto fare a meno di domandarmi se questa vicenda fosse successa davvero.

Informandomi ho scoperto che lo show segue davvero la storia vera delle indagini sugli omicidi del 1984 di Brenda Wright Lafferty e di sua figlia Erica Lafferty, e dei collegamenti con la storia della Chiesa del Ladder Day, eventi che hanno scioccato la comunità mormone. Chiaramente molte scene sono romanzate e tratte dal romanzo al quale il regista ha attinto per la scrittura della serie.