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La Classifica dei 10 episodi più traumatizzanti di sempre di Twin Peaks

Twin Peaks
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Andata in onda per la prima volta nel 1990, Twin Peaks, ora su Paramount+, è considerata una pietra miliare della televisione contemporanea. Di fatto, ha rivoluzionato il modo di raccontare storie sul piccolo schermo, mescolando sapientemente mistero, dramma, elementi soprannaturali e un’estetica fortemente autoriale. La vicenda, come è noto, prende il via con il ritrovamento del cadavere di Laura Palmer, una studentessa liceale, nella cittadina immaginaria di Twin Peaks. E l’arrivo dell’agente dell’FBI Dale Cooper dà il via a un’indagine che ben presto svela la complessità, i segreti e le stranezze degli abitanti della cittadina, trascinando lo spettatore in un mondo dove il confine tra realtà e sogno si fa sempre più sottile. Con la sua atmosfera inquietante, i personaggi enigmatici e i simbolismi ricorrenti, pertanto, la serie ha conquistato un seguito di culto e ha influenzato profondamente il mondo audiovisivo successivo.

La serie originale conta due stagioni, seguite dal film prequel Fuoco cammina con me (1992) e dalla terza stagione-evento Twin Peaks: The Return, andata in onda nel 2017, che ha ulteriormente espanso l’universo narrativo in modo audace e sperimentale. Detto ciò, le tematiche ricorrenti della narrazione sono diverse. Tra le principali, annoveriamo l’abuso e la rimozione del trauma, la possessione e perdita del sé, la famiglia come spazio ambivalente tra amore e orrore, il tempo circolare e la condanna a rivivere il dolore e, infine il soprannaturale come metafora del trauma psichico. Inoltre, in Twin Peaks, sono i sogni a guidare l’indagine di Cooper e spesso a rivelare verità nascoste attraverso simboli, visioni, frasi enigmatiche.

Al centro della serie c’è la malvagità che ha colpito Laura Palmer

Il trauma è qui individuale ma anche collettivo, come se l’intera cittadina fosse colpita da una maledizione silenziosa. Il tempo ciclico e la rimozione del dolore rendono difficile liberarsi da ciò che è stato. Infine, Le Logge, il Fuoco Cammina con Me, la Signora del Ceppo, apportano un simbolismo esoterico, che attinge a fonti varie come buddismo tibetano, mitologia nativa americana, gnosticismo e occultismo. A questo proposito, Twin Peaks ha anche influenzato la musica, la moda, l’arte visiva e i videogiochi, vedi infatti Silent Hill o Alan Wake.

Ha anticipato così l’era della “Tv autoriale”, diventando fonte di ispirazione per capolavori come Lost, The X-Files, Dark, True Detective o Stranger Things (per voi un focus su Vecna). E ha creato un fandom globale e uno studio duraturo che continua a generare analisi, saggi, documentari e fan art. Tuttavia, sebbene lo show sia noto maggiormente per il suo tono surreale e misterioso, ci tramanda anche episodi profondamente disturbanti, capaci di lasciare una forte carica emotiva nello spettatore. Pertanto, ecco una classifica delle battute più traumatiche, basata ovviamente su eventi che hanno lasciato un’impronta indelebile nei fan e nella critica.

10) Lonely Souls (02×07) inaugura le battute più turpi di Twin Peaks

Leland Palmer in Twin Peaks

Maddy, cugina di Laura Palmer, sta per lasciare Twin Peaks. È una figura innocente, ancor più di Laura, e il pubblico la percepisce come un’occasione perduta di redenzione. Ma proprio mentre si prepara a partire, Lynch inscena il suo destino in maniera spietata. È in questo episodio, non a caso, che viene finalmente rivelata l’identità dell’assassino di Laura: Leland Palmer, il padre di Laura, posseduto dallo spirito malvagio BOB. La rivelazione è scioccante non solo per la trama, ma anche per la sua implicazione psicologica, in quanto il mostro è dentro casa. La scena in cui Leland/BOB uccide Maddy Ferguson, cugina di Laura, è estremamente violenta, disturbante e prolungata.

Questa inizia con un’atmosfera sospesa. Lynch usa carrellate lente, poi passa a inquadrature disorientanti durante l’omicidio. Infatti, la macchina da presa si muove in modo instabile, creando una sensazione di incubo. Durante l’attacco, la telecamera stringe su Maddy, sulle mani di Leland, e sul volto di BOB. Lynch costringe lo spettatore a non distogliere lo sguardo, senza stacchi liberatori. Alcuni momenti, poi, sembrano ripetersi o sovrapporsi, come se il tempo fosse distorto, tanto che i tagli disorientanti, le luci stroboscopiche e le urla, trasformano l’omicidio in un’esperienza quasi allucinatoria. A tal proposito, il regista crea un senso crescente di inquietudine per tutto l’episodio e il terrore non è solo visivo, ma soprattutto sensoriale e psicologico.

Molte sequenze sono prive di musica, lasciando spazio ai brutali suoni fisici

Il jazz di sottofondo dal bar The Roadhouse, dove altri personaggi stanno vivendo una strana premonizione, si fonde con i suoni dell’omicidio, come se la realtà si stesse fratturando. Lynch mostra Leland con il volto di BOB grazie a un montaggio sovrapposto, accentuando la separazione tra l’uomo e il demone. Ma non è una giustificazione: il pubblico è lasciato con l’ambiguità “Quanto di Leland c’è in BOB?”. Infine, il maligno guarda direttamente in camera durante l’omicidio e rompe la quarta parete (qui le serie che rompono la quarta parete), coinvolgendo lo spettatore come testimone o complice involontario.

Nel frattempo, anche Sheryl Lee è straziante! Le sue urla, il panico sul volto, la trasformazione fisica durante il pestaggio, sono di gran lunga impressionanti. Così come Ray Wise si presenta ipnotico, agghiacciante e il modo in cui alterna dolcezza, furia e isteria crea un senso di realtà psicotica. In definitiva, molti personaggi, come Donna, James e Sarah Palmer, sembrano “sentire” qualcosa di terribile mentre Maddy sta morendo, aumentando l’intensità emotiva e suggerendo una connessione psichica tra loro. Questo legame emotivo rende l’episodio ancora più doloroso e subito dopo, l’intera serie inizia a cambiare tono. Il mistero del principio si trasforma in qualcosa di molto più oscuro, mistico e nichilista. È un punto di non ritorno per i personaggi e per lo spettatore. Lynch non taglia, non alleggerisce, non distoglie e, così facendo, costringe il pubblico a sentire la durata e la brutalità della scena.

9) The Condemned Woman (02×16) è il racconto di un’altra morte

Josie Packard in Twin Peaks

La morte di Josie avviene in modo del tutto inaspettato. Mentre è nella stanza con Harry Truman e Dale Cooper, la giovane viene colta da una sorta di collasso fisico e spirituale, urlando per il terrore. Non viene colpita o ferita da qualcuno, ma è come se qualcosa di invisibile la colpisse dall’interno. La sua morte non è solo un evento tragico, ma un enigma narrativo: cosa l’ha realmente uccisa?

Dunque, subito dopo la sua morte, Lynch mostra una delle immagini più inquietanti e surreali della serie: il volto di Josie appare nel pomello di un cassetto, congelato in un’espressione di terrore. Ciò detto, questa immagine ha un impatto devastante per due motivi. Anzitutto è assurda, ma totalmente seria, infatti Lynch non la presenta come un sogno o una visione, piuttosto come un fatto concreto nel mondo della serie, lasciando lo spettatore in uno stato di shock quasi metafisico.

Questa scena di Twin Peaks simboleggia la prigionia dell’anima

Di fatto, è come se Josie non fosse semplicemente morta, ma condannata a un’eternità di sofferenza e impotenza. Durante la scena, BOB appare improvvisamente, gridando e ghignando, mentre la camera gira vorticosamente. Poi, compare anche il Nano, che danza e ridacchia. Questi elementi non hanno una spiegazione razionale, ma trasmettono l’invasione del soprannaturale (ecco le migliori serie sul paranormale) nella realtà quotidiana, come se Josie stesse pagando un debito con le forze oscure.

Infine, con lei c’è Harry, che la ama e la tiene tra le braccia mentre muore. Il suo dolore è crudo e reale, rendendo la scena ancora più emotivamente pesante. Pertanto, la regia riesce qui a toccare una delle sue corde più profonde: il terrore di non comprendere ciò che sta accadendo. È tutto allusivo tra spiriti maligni, colpa, punizione, trauma irrisolto. Tutto ciò lascia lo spettatore in uno stato di disorientamento e inquietudine duratura, mostrando la morte come una punizione insondabile, un evento che trascende la logica e diventa orrore palpabile.

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