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The Walking Dead: Dead City 2×03/2×04 – Una puntata in cui succede di tutto, ma di cui si ricordano solo poche cose

Negan in una scena di The Walking Dead: Dead City 2

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In un mondo in cui tutto ciò che è esistito ora non esiste più e l’uomo è l’unica costante tra il prima e il dopo, cosa resta davvero? Come si traducono i valori, la morale, le scelte? Come si distingue il bene dal male? Ed esiste ancora il perdono o, quantomeno, la possibilità di ricominciare davvero da capo? Tutte queste domande non hanno ancora trovato una risposta in The Walking Dead: Dead City 2, anche se si affacciano una dopo l’altra sul volto sconfitto e annientato di Negan, probabilmente il personaggio che più – insieme a Ginny (di cui abbiamo parlato nello specifico qui) sta reggendo le fila di questo spin-off.

È lui ciò che conta: il suo passato, il suo presente, ciò che è destinato a fare e ciò che invece, alla fine, deciderà di fare. Perché le due cose, mai come ora, non coincidono. Anche se tutto il mondo intorno a Negan sembra voler dire di no, che la strada è solo una, ed è quella a cui lui è sempre stato destinato e che più conviene a tutti, ognuno per un motivo diverso.

Ma dobbiamo tutto a lui: ogni colpo di scena, ogni scelta imprevedibile. Negan in questa storia sta dando tutto se stesso riuscendo a sfruttare al meglio la definizione di spin off: ricordare le origini ma dare a ogni personaggio già noto la possibilità di essere esplorato come se non l’avessimo mai conosciuto prima, pur sapendo tutto di lui.

Un paradosso che necessita di essere messo in atto in modo equilibrato, senza cambiare le carte in tavola ma al tempo stesso dando vita a un processo di evoluzione che segni l’inizio di una nuova era. E Negan è qui per dimostrarci che The Walking Dead: Dead City 2 tutto questo lo può fare, anche se non con chiunque

Negan in The Walking Dead: Dead City 2
Credits: AMC

Negan è pronto ad andare oltre, a guardare avanti e a scrivere una nuova pagina della sua vita. Anche se, in questo percorso, neanche il più minimo senso di serenità sembrerebbe essere contemplato. E lo sa, lo sa bene. Non a caso, è il personaggio più consapevole dell’intero spin off. Non rivendica mai il suo nuovo percorso annunciando un cambiamento in corso. È tutto nascosto in bella vista, tra un’azione imprevedibile e un’altra porta chiusa in faccia. Perché, come detto all’inizio di questa recensione, questo mondo già capovolto sembra pronto ad accettare qualsiasi cambiamento capace di trasformare le città in giungle, ma non il perdono. Non è pronto a credere alla redenzione, a una nuova possibilità. Neanche se la persona che ha davanti decide di salvarlo anche di fronte alla peggiore minaccia esistente in quel momento. E non parliamo di vaganti.

Negan lo aveva già dimostrato in queste ultime settimane, ma questi nuovi episodi non lasciano spazio ai dubbi: non cederà. Andrà avanti percorrendo la strada che ha scelto, anche se da solo. Proprio sul più bello, quando il Croato ha provato a manipolarlo ancora una volta portandolo dalla sua parte, Negan ha stravolto tutto mescolando ancora una volta le carte in tavola. Quando è il momento di fare la sua mossa, salva Perlie, ma questo non cambia niente. Una vita è stata salvata, una buona azione è stata commessa, ma il passato di Negan resta indelebile, conservato tra le memorie di uomini, superstiti e alleati che non riescono a guardarlo senza pensare alle sue ingombranti colpe. Per lo stesso motivo, Perlie risponde puntandogli un’arma addosso. E per lo stesso motivo, Maggie qualche puntata fa lo aveva consegnato al Croato.

Non c’è pace per Negan, neanche se pur di salvare gli altri mette in pericolo se stesso, neanche se tenta di salvare Ginny ricominciando a costruire la sua vita dai rapporti umani. Ed è forse questa la sua più grande condanna: vedere la sua redenzione trasformarsi sempre di più in una condanna alla solitudine, e non cedere comunque. Lui resta lì, tra le strade di una New York dimenticata, in costante attesa di avvertire un alleggerimento del peso: la sensazione di non stare più portando sulle spalle soltanto il peso di tutto quel che è stato, ma anche di tutto ciò che è adesso. Una sosta, solo un breve momento di pace per potersi dire che non è ancora tutto perso.

Negan e Maggie in The Walking Dead: Dead City 2
Credits: AMC

È stata una puntata in cui è successo di tutto. Hershel ha cominciato a comportarsi in modo ambiguo, distaccandosi dalla madre e creando un forte caos emotivo in lei. Il motivo di questo allontanamento non è soltanto riconducibile a un tentativo di manipolazione da parte della Dama, ma anche all’ossessione di Maggie nei confronti di Negan. Questo distacco è evidente, ma purtroppo non riesce a fare la differenza nella trama.

Già all’inizio della prima stagione il personaggio di Maggie non aveva restituito niente di nuovo allo spin-off, ma alcune cose ci avevano fatto ricredere nel corso del finale della prima stagione (qui recensito). Adesso che siamo giunti quasi alla fine del viaggio, possiamo dirlo senza troppa timidezza: su Maggie e Hershel si poteva decisamente fare di più. Fino a questo momento il loro ruolo sembra quasi solo un effetto collaterale subordinato a una trama che in realtà potrebbe anche fare a meno di tutto questo. Sappiamo già cosa stiamo vedendo, è un film già noto: Hershel vacillerà di fronte alle promesse della Dama, come in parte sta già facendo, mentre Maggie continuerà il suo rapporto altalenante tra convenienza e vendetta con Negan.

Se su di lui, The Walking Dead: Dead City 2 sta facendo il lavoro più adeguato, su Maggie sta sbagliando diverse cose, rendendo poco digeribile un personaggio che potrebbe avere molto di più da dare e che invece sta risultando soltanto monotono e subordinato a un altro. Ed è per questo motivo che, di queste due puntate in cui è successo di tutto (come sempre disponibili su Sky e NOW), noi ci ricorderemo essenzialmente soltanto di Negan. Perché tutto il resto è risultato superfluo: un’interruzione fastidiosa che non è riuscita a essere all’altezza del resto, ma si è limitata a essere una breve distrazione dalle cose che più contano.

Perché non importa quanto tutti vedano soltanto il passato di Negan: noi vediamo l’uomo intero, con tutte le sue ombre e le sue luci. E forse è proprio questo il segreto della sua grandezza: essere un personaggio che non si limita a sopravvivere alla storia, ma la tiene viva, passo dopo passo, portando sulle spalle l’anima stessa di questo spin off.

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