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5 personaggi di The OC che il pubblico non è mai riuscito ad accettare fino in fondo

the o.c
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The O.C. è una delle serie teen più iconiche degli anni Duemila (qui potete fare l’ennesimo rewatch). Un universo narrativo fatto di drammi familiari, storie d’amore tormentate e personaggi diventati veri e propri simboli generazionali. Ryan, Marissa, Seth e Summer hanno conquistato il pubblico con le loro fragilità e i loro percorsi di crescita. Attorno a loro si sono mossi volti indimenticabili che hanno arricchito la trama con sfumature comiche, tragiche e talvolta inaspettate. Eppure, non tutti i personaggi introdotti nel corso delle stagioni sono riusciti a entrare davvero nel cuore degli spettatori. Alcuni sono stati respinti sin dal primo momento, altri hanno faticato a farsi accettare nonostante evoluzioni narrative interessanti. In questo articolo analizziamo 5 personaggi di The O.C. che, per motivi diversi, non sono mai riusciti ad essere del tutto amati dal pubblico. Figure complesse, marginali o fuori contesto, che ancora oggi dividono i fan della serie.

1) Lindsay

Lindsay e Ryan insieme
credits: Warner Bros. Television

Nella seconda stagione di The O.C., fa il suo ingresso Lindsay Gardner, interpretata da Shannon Lucio. Introdotta come una nuova studentessa del liceo Harbor, Lindsay è sin da subito caratterizzata da un’aura diversa rispetto ai personaggi principali. E’ timida, intelligente, amante della lettura e apparentemente poco interessata alla superficialità dei privilegiati di Newport Beach. Il suo personaggio si rivela però ben più intrecciato alla narrazione principale di quanto inizialmente si immagini. Lindsay è infatti la figlia biologica di Caleb Nichol, il potente (e detestato) patriarca della famiglia, frutto di una relazione extraconiugale con la madre Renee. La storia d’amore tra Lindsay e Ryan è uno dei fili conduttori della prima metà della seconda stagione. È un legame più “intellettuale” rispetto alla passione travagliata con Marissa, fatto di affinità e momenti di tenera goffaggine. Tuttavia, nonostante una scrittura coerente e una buona interpretazione, il personaggio non è mai riuscito a conquistare davvero il cuore del pubblico. 

I motivi di questa mancata accettazione sono molteplici e in parte legati alla struttura stessa della serie. Innanzitutto, Lindsay è arrivata nel momento sbagliato: la seconda stagione era un periodo di forte transizione per The O.C., e i fan erano ancora molto legati alle dinamiche originali. Molti non accettavano che Ryan potesse avere una relazione con qualcun’altra che non fosse Marissa, il suo primo e tormentato amore. Lindsay appariva quasi come un’“intrusa”, una distrazione passeggera in un percorso che sembrava dover essere predestinato. Inoltre, la sua ritrosia a integrarsi con lo stile di vita lussuoso di Newport la rendevano meno “cool” agli occhi di chi amava l’estetica glamour e drammatica della serie. C’è poi un altro fattore importante: la storyline familiare. L’identità segreta come figlia di Caleb Nichol non è mai stata gestita in modo pienamente soddisfacente. Sembrava un’espansione interessante del suo personaggio, ma venne abbandonata troppo in fretta, contribuendo a una percezione di inutilità narrativa. 

2) Julie Cooper, uno dei personaggi più contraddittori di The O.C.

Julie cooper, interpretata da Melinda Clarke
credits: Warner Bros. Television

Nel microcosmo dorato e disfunzionale di The O.C., pochi personaggi hanno attraversato un’evoluzione tanto marcata quanto Julie Cooper, interpretata magistralmente da Melinda Clarke. Introdotta sin dall’inizio come la madre dell’irrequieta Marissa e moglie dell’immobiliarista Jimmy Cooper, Julie è l’archetipo dell’arrampicatrice sociale. È ambiziosa, superficiale, manipolatrice e pronta a tutto pur di ottenere – e mantenere – uno status elevato. Ma sotto questa patina di freddezza e opportunismo si nasconde una delle figure più complesse e tragicamente umane della serie. Eppure, nonostante la sua centralità narrativa e la profonda trasformazione del suo personaggio, Julie non è mai stata universalmente accettata dal pubblico. Molti l’hanno tollerata, pochi l’hanno davvero amata. All’inizio della serie, Julie è tutto ciò che incarna il peggio dell’alta società di Newport Beach. È ossessionata dalle apparenze, pronta a giudicare chiunque non rispetti i suoi standard, non esita a scaricare il marito in difficoltà economiche per poi risposarsi con il ricco e potente Caleb Nichol, padre di Kirsten.

È, in tutto e per tutto, una donna calcolatrice, spinta da una fame sociale che pare inestinguibile. Questo la rende un personaggio affascinante, ma anche difficile da empatizzare, soprattutto se confrontato con figure più emotivamente vulnerabili come Sandy o Marissa stessa. Tuttavia, col passare delle stagioni, The O.C. inizia a scoprire gradualmente i nervi scoperti di Julie. Il suo passato umile diventa un tassello fondamentale per comprendere il perché delle sue azioni. La sua ossessione per la stabilità economica e sociale è alimentata dalla paura della precarietà e del giudizio. Julie è una sopravvissuta, una donna che ha scelto di diventare fredda per non rimanere schiacciata da un mondo in cui il fallimento è sinonimo di esclusione. Eppure, questa complessità non è bastata a farle guadagnare l’amore incondizionato del pubblico. È solo a distanza di anni che il personaggio di Julie Cooper è stato rivalutato. In un panorama televisivo sempre più aperto alla complessità e alla contraddizione, più alla sua portata.

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