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Stranger Things, la serie Netflix, ambientata nei coloratissimi anni ’80, piena di terribili creature mostruose provenienti da un mondo “sottosopra” è tornata.

Stranger Things ci trasporta in quel luogo della mente in cui siamo tutti uguali: ragazzini che amano sognare, che vogliono vivere delle avventure, e se le creano grazie al potere dell’immaginazione e alla forza trainante dell’amicizia, che esalta ogni sensazione.

Stranger Things è riuscita ad appassionare un pubblico eterogeneo; si è fatta guardare anche da chi di mostri/giochi di ruolo/fantasy non ne voleva proprio sentire parlare.

Sicuramente uno dei motivi per cui piace così tanto è la sua ambientazione anni ’80, il decennio pop per eccellenza, ricordato per essere un’epoca inondata da fiducia e positività: la serie è un omaggio a tutta quell’atmosfera Eighties che sta affascinando sempre più le nuove generazioni.

Noi oggi vogliamo ricordare con voi le 5 cose più anni ’80 di Stranger Things.

1) Il Walkman

La colonna sonora anni ’80 di Stranger Things ha sicuramente contribuito al successo della serie così come quest’ultima ha contribuito a rilanciare, nella generazione dei Tik Tokers, dei pezzi eighties come “Running Up That Hill (A Deal with God)“di Kate Bush, canzone preferita da Max.

Il brano della cantante di “Cime Tempestose” è riuscito a diventare la canzone numero 1 in classifica dei brani più venduti nel Regno Unito dopo 37 anni dalla sua pubblicazione, rendendo Kate Bush la donna più anziana a raggiungere la cima della classifica e stabilire il primato del periodo di tempo più lungo necessario a diventare la canzone numero 1.

La canzone, inoltre, sta venendo ascoltata ben 575.000 volte ogni giorno su Spotify nel Regno Unito e oltre 6 milioni di volte a livello globale.

E se oggi per ascoltare una canzone basta un clic, negli anni ’80 compagno inossidabile di molti teen-ager era il walkman. Grazie alla sua invenzione nel 1979, finalmente la musica si poteva portare “a passeggio” e si poteva scegliere di ascoltare ciò che si voleva.

Il concetto di poter ascoltare la musica preferita in movimento divenne così incredibilmente popolare che la domanda delle cassette aumentò drasticamente e nel 1983 per la prima volta le cassette superarono i vinili, per la popolarità del walkman e perché le cassette consentivano una durata di ascolto più lunga.

Il Walkman è chiaramente un pezzo immancabile per i ragazzi di Hawkins e a Max ha addirittura salvato la vita, almeno sino a ora.

2) I Vhs

Prima dello streaming esistevano i dvd e prima ancora i Vhs.

Molti di voi non li avranno mai visti dal vivo e li conoscono proprio grazie a Stranger Things; prima della rivoluzione digitale infatti l’unico modo per vedere un film a casa propria era inserire una “cassetta” nel video registratore.

Chi tra voi è nato negli anni ’80 e ricorda ancora i Vhs? Vi ricordate quanto fosse inevitabile la degradazione dei nastri e/o quante volte mentre ci mettevamo comodi per vedere il nostro film Disney preferito scoprivamo poi che nostro fratello ci aveva registrato sopra una puntata di “Ken il Guerriero”?

Quanto era romantico affittare le cassette nei vari “Blockbuster”? Quanto ci affannavamo per riportarle indietro in tempo prima che scattasse la penale? Quanto cuore si impiegava nella scelta del film perfetto da condividere con gli amici e che grande evento che era!

Stranger Things ci regala anche questo tuffo in un passato dove le cose erano meno a portata di meno e per questo più cariche di magia.

Robin e Steve lavorano in un negozio di noleggio video ed è grazie alla sua banca dati se riescono a localizzare Eddie.

3) Le Nike Cortez

Stranger Things

Stranger Things è curato nei minimi dettagli e anche la moda degli anni ’80 è riprodotta fedelmente, anzi, sta tornando in auge anche grazie a questa serie!

Tra i capi di abbigliamento iconici che ripropongono i nostri eroi sicuramente meritano una menzione speciale le Nike Cortez: modello di sneakers che ha fatto la storia del brand, reso famoso dal film “Forrest Gump” e ancora oggi di grande tendenza, riproposto in diversi colori.

Un estimatore di questa scarpa è Steve Harrington, la indossa in più occasioni e in più varianti.

Fun fact: le Nike Cortez furono le prime sneakers Nike ad avere il leggendario logo.

4) La tendenza “Big Hair”

Sono molte le suggestioni anni ’80 che Stranger Things ha saputo regalare al suo pubblico più nostalgico. Tra di esse vi è una specifica attenzione dedicata al look dei protagonisti, in particolare alle loro acconciature, parola d’ordine: volume!

Se la mamma di Mike e Nancy sembra uscita dal “Postalmarket” degli anni ’80 con una permanente degna di Marcella Bella, la figlia Nancy, in questa stagione, non è da meno e pare abbia abusato dei bigodini.

Da segnalare ovviamente è il “mullet” (taglio iconico lungo dietro e corto avanti) portato da diversi ragazzi in varie versioni.

Uno dei mullet più spettacolari di tutta Hawkins è quello di Steve Harrington con un ciuffo magico pieno di charme. Il suo segreto? “Fabergé Organics”, come confida a Dustin proprio durante una puntata di Stranger Things. “Usa lo shampoo e il balsamo, quando i capelli sono umidi – non bagnati, ok? – spruzza quattro sbuffi dello spray Farrah Fawcett”.

Il taglio di Dustin poi rappresenta perfettamente la tendenza dei “big hair” degli anni Ottanta. I bigodini fini sono fondamentali in questo caso per riprodurre il suo super riccio.

La maggior parte delle chiome di Stanger Things sono gloriose, voluminose, leonine.

5) Dungeons & Dragons

Dungeons & Dragons è oramai uno dei giochi più conosciuto al mondo. Giocato da milioni di persone viene citato in altre serie televisive oltre che in Stranger Things, nei fumetti, nei libri e ha finito per influenzare notevolmente la cultura Pop moderna. 

Dungeons and Dragons e Stranger Things hanno intrattenuto sin dalla prima stagione un legame molto stretto fatto non solo di citazioni, riferimenti ai personaggi e passaggi meta-narrativi ma anche di una vera e propria campagna giocata dai protagonisti: il “Dungeons & Dragons Stranger Things Starter”.

La popolarità di questo già celebre gioco di ruolo è aumentata esponenzialmente anche tra le nuove generazioni e in  Stranger Things 4 c’è anche un riferimento a fatti di cronaca del tempo secondo cui il gioco sarebbe stato responsabile responsabile di comportamenti violenti, nonché promotore dell’adorazione satanica, del sacrificio rituale, della sodomia, del suicidio e dell’omicidio.

I fratelli Duffer (autori della serie) hanno attinto a piene mani al gioco facendo letteralmente uscire i personaggi fuori da esso per introdurli nella fittizia realtà regalataci da Netflix. Vi dice niente il Demogorgone?

Dopo questo tuffo negli anni ’80 , siete stati colti anche voi dalla sindrome dell’età dell’oro?

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