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Nel mare magnum di Serie Tv, non perdetevi Shelter

ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su Shelter, la serie tv di Harlan Coben disponibile su Amazon Prime Video.

Harlan Coben sforna periodicamente una grande quantità di spunti che fanno gola alle case di produzione. Lo scrittore americano dà alle stampe thriller da cui i produttori televisivi traggono idee per metter su film o serie tv, contando sulla popolarità dell’autore, che riesce a vendere milioni di copie, confermandosi uno degli scrittori più apprezzati del genere. Lo ha scovato subito Netflix, che infatti gli ha sottoposto un rapporto di collaborazione che lo ha già portato a cedere i diritti per alcuni dei suoi migliori libri. Stay Close, The Stranger e la recentissima Un inganno di troppo, con cui Netflix ha inaugurato l’anno, sono diventate già serie tv piuttosto seguite sulla piattaforma, mentre Safe è un altro film prodotto da Netflix, tratto da un suo romanzo, che ha avuto una discreta risonanza. La collaborazione con il colosso dello streaming andrà avanti anche nei prossimi mesi, con un sacco di idee già in cantiere. Ma Netflix non ha l’esclusiva sui lavori di Coben. Anche Amazon Prime Video è riuscita ad accaparrarsi un soggetto dello scrittore, rilasciando questa estate gli episodi di Shelter, la serie sulle avventure di Mickey Bolitar, uno dei personaggi più famosi delle sue raccolte di libri. La serie conta otto episodi ed è ambientata nel New Jersey, in una delle tante cittadine degli Stati Uniti che sembrano svilupparsi – e avvilupparsi – attorno al mistero.

Shelter

Mickey (Jaden Michael) è un adolescente di sedici anni che ha visto morire suo padre in un incidente d’auto, trasportato in tutta fretta in ospedale e mai più rivisto. La vita del ragazzo ovviamente subisce una brusca battuta d’arresto: Mickey torna nella casa di Kasselton insieme a sua zia Shira (Constance Zimmer), l’unica figura familiare che gli è rimasta dopo il ricovero in un centro psichiatrico di sua madre. Nuova scuola, nuove amicizie, nuove abitudini. Mickey è il tipico ragazzo con la sindrome dell’eroe: al primo giorno di liceo conosce Ashley (Samantha Bugliaro), una giovane aspirante cheerleader che entra subito in sintonia con lui, ma che scompare misteriosamente senza lasciare traccia. Mickey farà di tutto per scovarla e salvarla, convinto che da lui possa dipendere la sua sopravvivenza. Ad accompagnarlo nella risoluzione del mistero ci sono altri due adolescenti, Spoon (Adrian Greensmith) ed Ema (Abby Corrigan), entrambi ragazzi un po’ sui generis, emarginati e pieni di talenti nascosti. Lo strano terzetto proverà ad indagare sulla scomparsa di Ashley, ma – come per ogni buon thriller che si rispetti – ogni enigma si collega in qualche modo a un altro, in una lunga sequela di arcani senza soluzione che ingarbugliano il cervello e confondono personaggi e spettatori. Kasselton è la tipica cittadina americana da serie tv improntate sul mistero: tetra, taciturna, enigmatica e indecifrabile. Una Riverdale o una Hawkins in cui tutti si conoscono e hanno un passato ambiguo alle spalle. Le storie degli abitanti si intrecciano tra loro, ognuno dei personaggi che incontriamo nel corso degli otto episodi di Shelter custodisce un segreto e c’è un grosso mistero che lega tutti, connettendo passato e presente: la scomparsa, tanti anni prima, di Dylan Shakes, un ragazzino maltrattato dal padre che, dopo essere entrato nella casa della Bat-Lady (Tovah Feldshuh), non ne è mai più uscito, dissolvendosi nel nulla.

Shelter fa del mistero la sua cifra stilistica, come ogni lavoro di Harlan Coben.

Shelter

Sparizioni senza spiegazioni si legano ad eventi del passato, che tornano prepotenti a sconvolgere le vite degli abitanti di Kasselton. Nei lavori di Coben, la verità sfugge, fino all’episodio finale. Tutti sono sospetti, ognuno custodisce un segreto potenzialmente sconvolgente che ha qualcosa a che fare con il caso principale. Il destino delle vittime resta incerto, nessuno può sapere con certezza se i morti siano realmente morti oppure no. Mickey vede suo padre morire, caricato d’urgenza su un’ambulanza e poi deceduto in ospedale. Ma il ragazzo non ha mai visto il cadavere, non era presente all’esalazione dell’ultimo respiro e non ha pianto il corpo nella bara prima che venisse sotterrato. Quando la vecchia e inquietante Bat-Lady gli dice che in realtà suo padre è ancora vivo, i dubbi si fanno largo nella testa del ragazzo, confondendo desideri irrazionali e realtà. Coben ci ha abituati a trame di questo tipo, dove la psiche dei protagonisti viene messa a dura prova e il confine tra verità e finzione è molto labile. Ci sono elementi reali per cui si può ipotizzare che un morto sia in realtà vivo oppure è solo un insopprimibile bisogno del cervello quello di credere che le cose siano andate diversamente da come sono andate? A dubitare per tutto il tempo delle proprie facoltà mentali non sono solo i personaggi di Shelter, ma anche noi che guardiamo.

La serie di Amazon Prime Video ci trascina nel cuore del mistero, con episodi dal ritmo sostenuto, che ci convincono ad andare avanti solo per scoprire quale sia il destino dei protagonisti.

Il bello delle serie tratte dai romanzi di Harlan Coben è che l’ansia di proseguire la visione e la curiosità di capire come il groviglio verrà sciolto prevalgono su tutto il resto. L’intreccio è avvolgente e ammaliatore: se si guarda il primo episodio di Shelter poi non si riesce a interrompere la visione. La trama è costruita sui plot twist che, poco alla volta, condiscono il racconto dosando con parsimonia gli elementi messi a disposizione dello spettatore per collegare tutti i punti della vicenda. I nodi da sciogliere sono sempre tanti e si avvinghiano al passato dei personaggi, costringendoli a tirar fuori qualcosa di molto intimo o un segreto taciuto per troppo tempo. Amazon Prime Video ha scelto di rilasciare gli episodi di Shelter con cadenza settimanale, costringendoci ad attendere qualche giorno per scoprire la soluzione del mistero. La serie è però perfetta anche per il binge-watching, quello compulsivo, quello che non ti dà tempo di riflettere su ciò che accade, ma ti catapulta ogni volta in un nuovo episodio. Rispetto ad altre opere di Coben, Shelter ha anche un’impostazione da teen drama, sulla falsariga di show televisivi come Riverdale o dei film degli anni Novanta-Duemila in cui un gruppo di ragazzini doveva venire a capo della soluzione di un arcano troppo più grande di loro. Si intravede, tra le sfumature di Shelter, la mano di Charlotte Coben, la figlia dello scrittore, che con lui ha collaborato ad altri progetti, primo tra tutti The Stranger. Un punto di vista più “giovanile” cala lo show nella dimensione del thriller young adult, rendendolo molto appetibile per il pubblico adolescenziale, ma comunque non meno interessante per quello adulto.

In Shelter l’amicizia ha un ruolo chiave. I protagonisti della serie trovano nell’interazione tra loro un motivo in più per spingersi oltre i propri limiti e imparare a fare qualcosa di più grande di se stessi. Per aiutare gli altri, per sentirsi utili, per sentirsi completi. Nonostante i personaggi siano dei prodotti in serie che il pubblico ha già visto e rivisto innumerevoli volte, riescono comunque a trasmettere il loro bisogno di legami. In un mondo sporco e cattivo, pieno di gente vendicativa, di brutti fini da raggiungere con deplorevoli mezzi e di persone ambigue e indecifrabili, la fiducia negli altri è un gancio solido al quale aggrapparsi per restare in piedi e affrontare ogni sfida. Il concetto di amicizia assume una connotazione quasi romantica, ci riporta ai grandi classici della cinematografia americana per ragazzi e offre un motivo in più per andare avanti nella visione della serie. Poi la mano di Harlan Coben si riconosce: le serie tratte dai romanzi dell’autore (che, in questo caso, ha partecipato direttamente alla realizzazione della serie tv insieme a sua figlia Charlotte), puntano molto sul conquistare lo spettatore con un ritmo accelerato e una trama accattivante. Non per niente, lo scrittore colleziona a ogni pubblicazione milioni di libri venduti. Le collane di romanzi sui Bolitar sono quelle più celebri dell’autore. Shelter è in effetti solo il primo capitolo di una trilogia che anche sul piccolo schermo potrebbe avere un seguito. Al momento, non sono giunte conferme da Amazon, ma non è detto che la prima stagione, disponibile su Prime Video, sia anche l’ultima del progetto. È difficile scovarla tra i prodotti disponibili sulla piattaforma e il debutto estivo forse non l’ha favorita, ma gli otto episodi si possono recuperare in qualsiasi momento. Si guardano in una manciata di ore, scorrono veloci e sono perfetti per una maratona pomeridiana. Se siete appassionati del genere thriller, non perdetevi Shelter.