2. Curb Your Enthusiasm

Questa, purtroppo, potreste non conoscerla affatto. Oppure conoscerla giusto di nome, senza averla mai guardata. Sennรฒ โ e questa รจ lโipotesi piรน probabile โ non lโavete mai guardata, non la conoscete ma in compenso conoscete benissimo la sigla. La conoscete senza saperlo, ma facciamo giusto un nome e tutto diventerร piรน chiaro: Robert B. Weide. Perchรฉ partire dalla sigla, se si parla di pilot? Perchรฉ in realtร non esiste niente di meglio di quel delizioso motivetto per introdurre una serie come Curb Your Enthusiasm. Un motivetto che sembra uscire da unโaltra epoca e sarebbe stata perfetta per uno spettacolo dโavanspettacolo. La serie, fondata su un particolare mix di scrittura e di improvvisazione, mette in scena maschere surreali e dinamiche grottesche al servizio di una visione cinica e disillusa del mondo.
Lโautore, protagonista e deus ex machina รจ Larry David, giร co-creatore di una delle migliori sit-com di sempre, Seinfeld, e ripropone fin dal pilot alcune delle chiavi comiche a lui piรน care.
Tra giochi di equivoci, unโironia caustica e una profonda libertร espressiva e narrativa, Larry David crea un contenitore ideale in cui raccogliere la sua poetica disinibita, assecondata in tutto e per tutto dalla HBO. Il pilot non ha un vero scheletro e si regge su trovate e un situazionismo del tutto imprevedibile, generando inevitabile un notevole senso di stupore nel pubblico. ร lโinizio di una grande avventura. Curb Your Enthusiasm sa essere se stessa fino in fondo, stabilendo immediatamente un termine di paragone ingombrante che solo le trovate geniali degli anni successivi hanno saputo eguagliare e sostenere. Dopo averci freno di tenere a bada lโentusiasmo per oltre un decennio, dobbiamo dirlo: questa sit-com รจ semplicemente straordinaria.
1. Cheers, una delle migliori sit-com di sempre

Chiudiamo il nostro viaggio allโinterno dei migliori pilot delle sit-com nella storia delle serie tv con un altro titolone. Una delle sit-com per eccellenza degli anni Ottanta, capace di segnare profondamente il genere (come abbiamo evidenziato in un articolo recente). Stiamo parlando di Cheers e del suo episodio dโapertura, intitolato โGive me a ring sometimeโ, andato in onda nel 1982.
La premessa รจ semplice. Talmente semplice da essere persino imbarazzante. Una ragazza di bellโaspetto entra in un bar in compagnia del futuro marito, un professore universitario. La ragazza รจ spocchiosa e irritante, ma attira subito lโattenzione di un barman che si configura immediatamente come donnaiolo incallito. La ragazza, tuttavia, si ritrova a essere abbandonata dal futuro marito, necessita di un lavoro e accetta con riluttanza lโofferta del proprietario. Fine.
E inizio: niente รจ piรน difficile del dare valore, spessore e profonditร a unโidea essenziale, ed รจ quello che fa Cheers fin dallโinizio. Senza inventare niente, eppure rivoluzionando tutto. La dinamica tra Sam e Diane, il barman e la ragazza spocchiosa, darร vita a una delle storie dโamore piรน esasperanti nella storia delle serie tv, mentre il bizzarro gruppo di avventori del locale diventerร per oltre dieci anni una delle compagnie preferite di una porzione importante di americani.
Lโepisodio, pur non essendo stato apprezzatissimo dalla critica dellโepoca, riceverร tre Emmy โ due per la sceneggiatura e uno a Shelley Long, interprete di Diane โ e darร il via a unโavventura straordinaria. A oltre trentโanni dalla conclusione, molti avrebbero ancora una gran volta di entrare nel bar in cui โtutti conoscono il tuo nomeโ. La semplicitร , talvolta, sa essere il piรน grande dei pregi.