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ATTENZIONE: proseguendo nella lettura potreste incappare in spoiler su NCIS: Tony & Ziva.
C’è qualcosa di irresistibile nel ritrovare due personaggi che ci hanno fatto compagnia per anni. Quando parliamo di NCIS: Tony & Ziva, lo spin-off arrivato su Paramount+ con i primi tre episodi, non possiamo far finta di essere critici cinici e distaccati. Il cuore batte più forte appena rivediamo Michael Weatherly e Cote de Pablo insieme sullo schermo. È come ritrovarsi al tavolo di un vecchio bar con amici che non vedevamo da troppo tempo, e scoprire che, nonostante le rughe in più, le battute, gli sguardi e le dinamiche sono rimasti gli stessi.
Il pubblico lo sa bene: Tiva, come i fan hanno ribattezzato Tony e Ziva, è stata la coppia più attesa e sognata del franchise NCIS, che dopo tanto tempo continua a piacere. Per vent’anni ci siamo nutriti di detti e non detti, mezze frasi, ammiccamenti e momenti rubati. Ora, finalmente, arriva la ricompensa. Non un semplice cameo nostalgico, ma una serie costruita interamente intorno a loro.
Certo, il critico in noi non può spegnersi: dopo la commozione, tocca analizzare se questa nuova avventura regge davvero. Ma intanto concediamoci un sorriso complice: sì, sono tornati. E ci erano mancati.
Nostalgia e fan service: il carburante della serie

NCIS: Tony & Ziva vive di nostalgia, e non potrebbe essere altrimenti. Gli autori lo sanno e non fanno nulla per nasconderlo. Già nei primi minuti, tra riferimenti al passato e battute che strizzano l’occhio al pubblico, è evidente che lo spin-off vuole essere un regalo ai fan.
Tutti questi anni di attesa sono un’enormità nel tempo televisivo. Eppure, rivedere Weatherly e de Pablo insieme è come se il tempo non fosse mai passato. Non c’è bisogno di forzature: bastano gli sguardi, il modo in cui si interrompono a vicenda, i sorrisi trattenuti. È chiaro che questa non è una serie pensata per chi cerca il puro procedurale, ma per chi vuole rivivere quella chimica unica che ha reso la coppia un fenomeno di culto.
“Meglio tardi che mai“, verrebbe da dire. Forse dieci anni fa l’effetto sarebbe stato dirompente, oggi è soprattutto confortante. Ma poco importa: i fan volevano Tiva, e adesso Tiva c’è.
Tono e stile: dalla crime series alla spy-comedy
Chi si aspetta il classico schema da NCIS, indagine, squadra, omicidio della settimana, rimarrà spiazzato. Tony & Ziva non è un procedurale, è una spy-comedy moderna, con forti dosi di romanticismo e avventura.
L’ambientazione europea (Parigi, Svizzera, Ungheria, Italia) regala alla serie un respiro internazionale, con scenari che mescolano eleganza da cartolina e inseguimenti rocamboleschi. Non a caso, i richiami a James Bond sono evidenti, ma con una leggerezza che avvicina di più al buddy movie che alla spy story seriosa.
Certo, i cliché non mancano: hacker geniali, MacGuffin improbabili (la solita chiavetta USB che può fare tutto), inseguimenti tra mercati e vicoli pittoreschi. Ma lo show lo chiarifica subito: fuori l’eccessivo realismo. Tutto viene abbracciato con ironia, e in questo trova il suo tono vincente. È intrattenimento puro, e non cerca di essere altro.
I personaggi: Tony, Ziva e la magia della coppia

Il cuore della serie, sia chiaro, non è la trama, ma i suoi protagonisti.
Tony DiNozzo rimane il giullare affascinante che conoscevamo, con quella vena buffona che lo rende irresistibile. Ma il tempo e la paternità lo hanno reso più maturo. C’è una scena, in particolare, che vale da sola il prezzo del biglietto, proprio all’inizio. Tony in smoking, elegante e ironico, così perfetto da chiedersi se lo abbiano mai preso in considerazione per il ruolo di James Bond (avrebbero dovuto!). E non a caso, i riferimenti a 007 non mancano: lui stesso ci scherza, con quella leggerezza che è sempre stata la sua cifra.
Ziva David, invece, porta con sé la sua intensità. Segnata dai traumi, certo, ma in questa fase il peso del passato non domina. Quello che emerge è la madre protettiva, pronta a tutto per la figlia Tali, e la compagna di scambi frizzanti con Tony. Ma anche l’imprenditrice che va in analisi per capirsi e migliorarsi. C’è una battuta che sintetizza bene questo lato: “Due parole: madre ebrea”, dice Tony prima che Ziva parta all’attacco per stendere i cattivi.
La coppia resta l’elemento magnetico. Weatherly e de Pablo hanno una chimica che non si è spenta. Oscillano tra battute pungenti e momenti teneri, tra risate improvvise e sguardi carichi di tensione. Non è un caso se da sempre vengono paragonati alle grandi coppie romantico-comiche della tv. Qui, più che mai, dimostrano di reggere l’intera serie sulle proprie spalle.
Regia e scrittura: ritmo, ironia e qualche strizzata d’occhio
La regia di NCIS: Tony & Ziva punta al ritmo serrato: inseguimenti, scene d’azione, cambi di location rapidi. Ma la vera cifra stilistica è l’ironia. La sceneggiatura non ha paura di essere autoreferenziale: Tony stesso, all’inizio, dice di muoversi su una linea sottile tra thriller tecnologico e commedia sul posto di lavoro. Una battuta che suona più come manifesto della serie che come frase di un personaggio.
Questo gioco continuo con il pubblico è parte del divertimento. Gli autori sanno che chi guarda non vuole un realismo impeccabile, ma un prodotto che faccia sorridere e riporti in vita lo spirito dei vecchi tempi. In questo senso, lo spin-off funziona davvero egregiamente.
Non tutto è perfetto, però. E va detto. A volte il dialogo rischia di essere troppo consapevole, e certe situazioni risultano tirate per i capelli. Ma la scrittura sa quando fermarsi, e soprattutto sa che i fan perdoneranno (quasi) tutto pur di vedere Tony e Ziva insieme.
Limiti e rischi: meglio tardi che mai, ma…

Ovviamente, ci sono dei rischi. Il primo è temporale: questa serie avrebbe avuto un impatto enorme dieci anni fa. Oggi, l’effetto è meno esplosivo, più rassicurante. Non è detto che questo sia un male, ma toglie un po’ di mordente.
Il secondo rischio è narrativo: per ora la trama orizzontale è poco più di un pretesto. Il MacGuffin tecnologico, i cattivi caricaturali, gli hacker simpaticoni: tutto serve a portare Tony e Ziva in giro per l’Europa e metterli di nuovo insieme. Ma reggerà per dieci episodi senza stancare?
Infine, c’è la dinamica amorosa. Il tira e molla funziona perché è la loro cifra, ma non può durare all’infinito. Il pubblico vuole vederli insieme davvero, non solo sfiorarsi. Se la serie insisterà troppo su incomprensioni e tentennamenti, rischia di diventare forzata.
NCIS: Tony & Ziva: il nostro saluto (provvisorio) dopo le prime tre puntate
Alla fine, la verità è semplice: NCIS: Tony & Ziva non va giudicata come un normale spin-off del franchise. Non è un procedurale classico, non è un thriller realistico. È una spy-comedy con un abbondante dose di romance. Simpatica, accattivante, con toni leggeri, le cui fondamenta posano (e pesano) sulla chimica dei suoi protagonisti.
Funziona perché non si vergogna di essere sopra le righe, di abbracciare i cliché, di giocare con se stessa. Funziona perché Weatherly e de Pablo sono ancora capaci di far scoccare la scintilla. Funziona perché, alla fine, non chiediamo altro che rivedere i nostri amici, e magari sognare ancora un po’ con loro.
Siamo critici, è vero, e dobbiamo dire che non tutto fila liscio. Ma siamo anche spettatori, e non possiamo negarlo: ci siamo divertiti. NCIS: Tony & Ziva non è la serie che cambierà il volto della tv. Non ha quella forza. Ma è la serie che, oggi, ci fa sorridere come non succedeva da tempo. È il ritorno di due amici che credevamo di aver perso. Ed è, semplicemente, quello che volevamo vedere. Quindi sì: il cuore dice grazie. E il critico, per una volta, si lascia conquistare da qualcosa che merita davvero.






