Vai al contenuto
Home » Recensioni

The Walking Dead: Dead City – La Recensione di un finale di stagione “a metà”

Negan e Maggie in The Walking Dead: Dead City

Ogni giorno proviamo a raccontare le serie TV con la stessa cura e passione che ci hanno fatto nascere. Se sei qui, probabilmente condividi la stessa passione anche tu. E se quello che facciamo è diventato parte delle tue giornate, allora Discover è un modo per farci sentire il tuo supporto.

Con il tuo abbonamento ci aiuti a rimanere indipendenti, liberi di scegliere cosa raccontare e come farlo. In cambio ricevi consigli personalizzati e contenuti che trovi solo qui, tutto senza pubblicità e su una sola pagina. Grazie: il tuo supporto fa davvero la differenza.

➡️ Scopri Hall of Series Discover

«Non so come, ma questa cosa con Negan la finirò. Così potrò lasciarla andare.» Così The Walking Dead: Dead City chiude la sua prima stagione, restituendo finalmente a Maggie un ruolo centrale, che solo una settimana fa speravamo venisse davvero rivendicato. Un dolore costante, una sofferenza protratta per anni e rimasta sempre imprigionata in se stessa. La causa di tutto questo è stata davanti ai suoi occhi per anni. L’ha osservata con disgusto, con il desiderio di vendetta, rimanendo in uno stato di eterna attesa. Prima o poi sarebbe arrivato il momento giusto per chiudere i conti. Prima o poi avrebbe fatto scacco matto.

Ma la vita è infame, e ha fatto sì che la resa dei conti avvenisse proprio in concomitanza con un altro dolore. Ma, a differenza della prima volta, questo secondo dolore aveva ancora una possibilità di riscatto, anche se a caro prezzo. Perché ritrovare il figlio perduto, questa volta, significa chiedere aiuto proprio a chi quella sofferenza costante e datata l’ha generata.

Per tutto il tempo fino ad adesso, abbiamo atteso che Maggie emergesse davvero. Guardare Negan con il disprezzo negli occhi non era più abbastanza, soprattutto in uno spin off in cui tutti gli altri personaggi sembravano sorpassarla senza troppi sforzi. E così, mentre tutto andava avanti, il suo personaggio continuava a galleggiare in uno stato di perenne attesa. Un’attesa che, in questa puntata, si è tramutata in una decisione controversa, che ci ha fatto capire chiaramente che Maggie non era scomparsa, era solo in silenzio. Mentre ci chiedevamo se avesse qualcosa in più da offrirci oltre al suo disprezzo silente, lei intanto organizzava uno scambio che influenzerà in tutto e per tutto le dinamiche della seconda stagione, lasciandoci con una frase che apre più interrogativi di quanti ne chiuda.

The Walking Dead: Dead City si conclude guardando al futuro, lasciandoci con un finale di stagione in cui ogni cosa è in bilico

Maggie e Negan in The Walking Dead: Dead City
The Walking Dead: Dead City

E da qui parte una lunga serie di interrogativi che ci accompagneranno fino all’arrivo della seconda stagione: che cosa, esattamente, deve lasciar andare? Il passato? Il desiderio di vendetta? Il trauma per la morte di Glenn? Questa frase finale, volutamente sfuggente e ambigua, gioca un ruolo chiave nella costruzione del prossimo capitolo. Perché da questo momento in poi, qualsiasi sviluppo narrativo diventa plausibile. Tutto può accadere. Anche se ciò che è accaduto nel finale di stagione sembrerebbe aver incrinato definitivamente il già precario rapporto tra Negan e Maggie. Dopo averlo liberato, Maggie consegna Negan al Croato come merce di scambio, ma quest’ultimo lo gira subito alla Dama, lasciando intendere che il vero piano, sin dall’inizio, fosse quello.

È un riscatto che non lascia nulla, quello messo in atto da Maggie in questa puntata. Consegnare Negan al Croato non riporterà indietro Glenn. Non cambierà le sorti del mondo. E non riporterà in vita i morti. Solo nel momento stesso in cui lo compie, dopo anni di attesa e rancore, forse Maggie realizza che quel gesto non ha avuto alcun valore reale. E probabilmente è proprio per questo che chiude l’episodio con quella frase ambigua che abbiamo citato. I conti non sono ancora chiusi, e una nuova pagina dovrà essere scritta.

Molto probabilmente, Maggie tornerà sui suoi passi. È evidente che il rapporto tra lei e Negan sia ormai compromesso, ma è altrettanto evidente che i due si necessitino a vicenda per motivi diversi. Chi per affrontare il trauma della perdita una volta e per tutte, e chi – come Negan – per cogliere nello sguardo di disprezzo di Maggie tutto l’orrore che è stato, e che non vuole più essere.

Non poteva esserci epilogo più amaro per il suo personaggio. Prima ancora del finale, prima di essere consegnato e dato in pasto al Croato e poi alla Dama, Negan ha dovuto affrontare qualcosa di ben più crudele: una perdita emotiva devastante. Perché in mezzo a quel poco che gli era rimasto, qualcosa c’era ancora. E quel qualcosa, pur nascosto, silenzioso, sottotraccia, era diventato tutto. L’ultimo brandello di umanità, legittimo e necessario, in una vita che sembrava destinata a consumarsi in solitudine, senza più alcuna reale connessione con il mondo o con se stesso.

E tutto questo è racchiuso nell’immagine di Ginny, un personaggio che avevamo già notato e che fin da subito sembrava avere tutto il potenziale per fare la differenza non solo nella trama, ma anche nella vita di Negan. Probabilmente è lei l’unica a non rendersi conto davvero di chi lui sia stato, l’unica a non vedere in lui quel marcio che Negan stesso legge ogni giorno negli occhi di Maggie. E proprio quello sguardo, sul finale, lo ritrova negli occhi di Ginny dopo che la ragazza assiste a un’esecuzione brutale. Anche i suoi occhi, ora, portano la condanna del passato di Negan. Anche lei, adesso, ha infranto quell’immagine: il volto sicuro e protettivo che lui aveva costruito con così tanta dedizione, crolla in un istante.

Negan e Maggie in The Walking Dead: Dead City
Credits: AMC

Ginny rappresenta per Negan il tentativo concreto di essere finalmente una persona diversa, e con ogni probabilità sarà proprio la seconda stagione a chiarire il destino del loro legame. Oltre Maggie, oltre il Croato, la Dama, oltre tutti gli incubi del passato, c’è Ginny: il personaggio forse più inaspettato di The Walking Dead: Dead City, la sorpresa silenziosa ma decisiva, quella che, più di chiunque altro – forse persino più di Maggie – potrebbe davvero accompagnare Negan in un percorso autentico di redenzione.

Ed è con queste premesse che lo spin-off chiude la sua prima stagione, spalancando le porte a un secondo capitolo che potrebbe fare davvero la differenza, più ancora del primo, unendo i fili narrativi e costringendo ogni personaggio a confrontarsi una volta per tutte con il passato e con la realtà. Un’operazione che, per ora, consideriamo riuscita solo a metà. Intendiamoci: è andata bene, ed è evidente che questo spin off faccia davvero sul serio. Ma sono solo sei episodi di una storia che è ancora in costruzione.

Adesso il salto, però, bisogna farlo davvero. La seconda stagione ha tutte le carte in regola per andare oltre (ne abbiamo parlato già nel corso delle prime due puntate) restituendo ancor più attenzione al personaggio di Ginny – in questo capitolo importante ma marginale – e al percorso di evoluzione non soltanto di Negan ma anche di Maggie, soprattutto considerando quanto avvenuto nel corso del finale della prima stagione (disponibile su Sky e NOW).

Noi siamo pronti. E stavolta non solo per assistere, ma per essere travolti. Perché la seconda stagione non dovrà semplicemente raccogliere ciò che resta: dovrà riformularlo cominciando a tirare le somme di uno spin off in cui crediamo moltissimo. Anche più di Daryl Dixon.

Vuoi navigare su Hall of Series senza pubblicità, ricevere contenuti esclusivi e soprattutto scoprire nuove serie tv da vedere che fanno al caso tuo senza dover aspettare ogni volta che ti capiti un articolo, un post o un video? Ti aspettiamo su Hall of Series Discover!

Tag: