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The Walking Dead: Dead City 2×05/2×06 – Negan, giunti a questo punto, è l’unica cosa che sta tenendo in vita questo spin off

Negan in The Walking Dead: Dead City 2

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L’inizio di The Walking Dead: Dead City 2 (e già la prima stagione) ci aveva illuso nel modo migliore. Il progetto sembrava solido, le idee ci intrigavano, e il ricongiungimento forzato tra Negan e Maggie – due anime spezzate dal rimorso e dalla sete di vendetta – era parso un colpo di genio per rilanciare il franchise. Dopo Daryl Dixon, pacato e contemplativo, la scarica di adrenalina di Dead City era la tempesta dopo la quiete, il rumore dopo il silenzio. New York, desolata e caotica, ridotta a un deserto di cemento e orrore, era lo scenario perfetto. E per un attimo – il tempo di qualche episodio – ci abbiamo creduto davvero.

Poi, però, sono arrivati i primi scricchiolii: una Maggie monotematica, la sensazione del déjà-vu che iniziava a insinuarsi, e il pensiero che senza Negan (e in parte Ginny) non ci fosse molto altro da salvare. Nonostante tutto, non abbiamo mollato, convinti che da un momento all’altro sarebbe arrivata la scossa a rimettere tutto in moto.

Ma la pazienza, questa volta, non ci ha premiati. Anzi. A una settimana dal finale, la sensazione è più netta che mai: Dead City si regge su un solo pilastro, e quel pilastro si chiama Negan. Tutto il resto, purtroppo, è già in frantumi

Negan e Maggie in The Walking Dead: Dead City 2
Credits: AMC

Più le puntate vanno avanti, più il personaggio di Ginny svanisce sotto i nostri occhi. Quello che all’inizio era un silenzio magnetico, intriso di ambiguità e sospensioni, si è trasformato in vuoto. Ginny avrebbe potuto essere la chiave di lettura più affascinante della Serie: incarnare il giudizio sul passato di Negan, rappresentare la sua fragilità, diventare la contraddizione tra amore e odio. E invece no. Quello che resta non è frutto di una scrittura ispirata, ma soltanto della nostra intuizione. Perché la Serie non ha mai davvero avuto il coraggio di farla sbocciare. E così, insieme a Dead City 2, anche Ginny si è spenta.

Da troppo tempo, le dinamiche della serie si ripetono fino allo sfinimento. L’allungamento forzato da sei a otto episodi non ha fatto che peggiorare la situazione, trascinandoci in un déjà-vu continuo, l’ennesima battaglia già vista e già consumata. E l’assenza di una pausa tra la prima e la seconda stagione non ha fatto altro che ingigantire la stanchezza: dodici episodi (disponibili su Sky e NOW) senza respiro, che hanno trasformato la tensione in un lento e inesorabile logoramento.

Eppure, nel mezzo di questo decadimento, c’è ancora una fiamma che resiste. In questi nuovi episodi Negan torna a essere Re, chiudendo il conto con il Croato e riprendendo il controllo. Ma questo è tutto ciò che possiamo dirvi di positivo su questo episodio. La conferma definitiva che senza di lui non ci sarebbe stato nulla da salvare.

Dead City si era presentata come una promessa: un nuovo inizio, una scintilla nel buio lasciato da The Walking Dead. Ma si è rivelata solo un’illusione presto frantumata. Adesso, a una manciata di passi dal finale, ci resta soltanto la sensazione di essere tornati indietro nel tempo, a rivivere i dolori già noti della serie madre. La gloria si è assopita, episodio dopo episodio, fino a spegnersi per sempre.

Ginny in The Walking Dead: Dead City 2
Credits: AMC

The Walking Dead: Dead City 2 non ha mantenuto le promesse fatte all’inizio. Non ha saputo reinventarsi, né crescere, né dare ai suoi personaggi la dignità di una vera evoluzione. Ha preferito nascondersi dietro la sagoma di Negan, illudendosi che bastasse a salvare tutto. Ma quella non era una soluzione: era accanimento terapeutico. Per un po’ ci siamo lasciati ingannare, o forse abbiamo solo scelto di sperarci. Ma la verità, prima o poi, viene sempre a galla. E con essa tutti i limiti di questo sequel.

La monotonia e la mancanza di sviluppo hanno prosciugato la serie fino a portarla allo sfinimento. Maggie è rimasta un’ombra arrabbiata e vendicativa di se stessa (come dicevamo nella recensione di qualche episodio fa). Hershel non è altro che una comparsa ingombrante senza alcun peso narrativo. Ginny è la delusione più grande: una promessa sprecata, un personaggio che poteva cambiare le carte in tavola e che invece si è dissolto nel nulla. E poi c’è Negan. L’unico che ancora regge l’impianto, l’unico con un barlume di carisma.

Ma un Re da solo non è un Re. Negan è di nuovo al comando, certo, ma governa un regno in macerie, senza popolo, senza spessore, senza credibilità. Prima, almeno, accanto a lui c’erano figure capaci di stargli alla pari e dare senso alla sua presenza. Ora, invece, non resta che lui, Sovrano – certo – ma di un impero vuoto.

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