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Scale e Serpenti – La Recensione della comedy satirica sulla società messicana

Copertina di Scale e Serpenti
Better Call Saul

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Fresca di lancio su Netflix è l’irriverente dark comedy di Manolo Caro, che non perde tempo a trascinarci sin dall’inizio nella sua maliziosa atmosfera messicana. A tenere le redini della storia è la prefetta Dora López, interpretata dalla radiosa Cecilia Suárez, che torna a intrattenerci dopo il successo ne Il Giardiniere (qui la nostra recensione). Il fulcro della vicenda è la sua imperante ambizione di diventare la direttrice del prestigioso istituto in cui insegna. Tuttavia, esattamente come il gioco Scale e Serpenti, si ritroverà a ricalcolare più volte la sua ascesa. In primis, per via di dinamiche di potere interne alla scuola. E, in secondo luogo, a causa di tensioni tra le due famiglie più influenti della città, innescate da un alterco scolastico tra i loro figli.

Pertanto, mentre cerca di navigare tra scandali, corruzione e rivalità, si trova a dover bilanciare le sue aspirazioni personali con la necessità di mantenere l’integrità della scuola e della sua famiglia. Ci troviamo dunque coinvolti in una narrazione satirica che critica la società messicana attraverso il microcosmo scolastico. Di fatto, con un umorismo graffiante, lo show esplora le asperità nel mondo dell’educazione, mostrando il lato oscuro dell’ambizione personale in una comunità spietata. Non a caso, Scale e Serpenti è stata girata a Guadalajara, città natale di Caro, le cui strade e architetture conferiscono un’autenticità nazionale alla produzione. A tal proposito, questi ha descritto la serie come “oscura, sexy e scorretta”, segnando un ritorno alla commedia nera con lo stile distintivo che lo ha reso celebre.

Una scena di Scale e Serpenti con Dora López (FilmTV)

La protagonista di Scale e Serpenti vanta un carisma denso e timido

Dora, di fatto, possiede un’apparenza pudica e integerrima, ma un animo impavido e caparbio. E non agisce mai sola. A fare la differenza è un incredibile cast corale che è rappresentato da due fazioni di personaggi. Da una parte annoveriamo Olmo Muriel, proprietario di un impero del cioccolato di respiro internazionale. Dall’altra, la coppia composta dal console di Spagna Vicente García e sua moglie Tamara, la quale serba ancora rancore per un torto sentimentale subito da Olmo in passato. Attraverso queste personalità calcolatrici e ipocrite, genitori degli innocenti Vicentin e Choquita, Dora si fa strada per coronare il suo agognato desiderio.

Tuttavia, la prefetta più volte perderà la retta via. Tra le preoccupazioni per il figlio Toño, vittima di un padre, nonché ex marito, ludopatico e violento, gli ostacoli lavorativi, gli antagonisti e qualche cadavere di troppo. Conosceremo, pertanto, una donna, un’insegnante e una madre che con le sue forze e qualche strategica alleanza evolverà di episodio in episodio. Fino ad autodeterminarsi e tradire le convenzioni sociali in cui si sentiva stretta. Pullulante è pertanto il respiro conservatore e capitalista (ecco le migliori serie sulla politica) che dà voce a tutti i temi satellite di Scale e Serpenti. Palesi, inoltre, sono anche i riferimenti alla religione cattolica. Con i suoi ideali di famiglia tradizionale, l’utopistica etica didattica, i privilegi dei “normalizzati” e una sessualità ferma al medioevo.

Corrispettivi sono gli audaci riscontri allo spirito bigotto dell’arena d’azione

Primo fra tutti, va menzionato per l’appunto Toño, artista che aiuterà un altro giovane conservatore a fare coming out e dare voce alla comunità LGBT+ (qui le migliori coppie LGBT+ delle serie) in una cultura che l’aveva sempre emarginata. O ancora, l’intoccabile coppia di consoli, che non può fare a meno di movimentare la propria intimità attraverso perversioni e piccanti espedienti. Questo e molto altro, dunque, fa da contorno al vettore principale su cui si muove Dora. E tutto quanto avvicina Scale e Serpenti ai setting tipicamente iberici, senza però rinunciare a uno stile originale e a circostanze sui generis. Ma non solo. A distinguersi con brio è anche la colonna sonora fatta di melodie patriottiche, una Laura Pausini padrona del calendario e coreografie tanto plastiche da apparire inquietanti.

Pertanto, considerato che la satira può usare linguaggi diversi, quello adoperato da Caro è decisamente sottile e mai scontato. Anzi, in maniera implicita si serve di personaggi connotati diversamente, ma tutti vittime dello stesso comune denominatore. Di fatto, ognuno di loro pretende di avere sempre di più. Di superare i limiti personali, legali e di porre in secondo piano l’onestà e i rapporti umani, per i soliti infidi scopi. E, proprio quando speravamo che almeno la star di Scale e Serpenti fosse più nobile d’animo, nonostante i reati commessi, siamo costretti a rimangiarci ogni speranza. A tal proposito, come recita il proverbio “l’allievo supera il maestro”, Dora affinerà le sue armi da arrampicatrice mediante i consigli di Olmo, per poi pugnalarlo alle spalle e ottenere così il suo clamoroso happy ending.

I consoli e Olmo in una scena di Scale e Serpenti (IMDb)

Curioso è come i bambini siano una presenza costante senza essere protagonisti

Ebbene, questo ci suggerisce molto su un altro messaggio velato che vuole trasmetterci la mente di Caro. Sono proprio i grandi che definiscono il futuro dei più piccoli, attraverso il presente. E per quanto i primi cerchino di tutelare i propri figli dai propri misfatti, i secondi non potranno far altro che seguire le loro orme illecite. Oppure, comportarsi da disertori e subire le grevi accuse di ingratitudine da parte di chi li ha messi al mondo (ecco i genitori peggiori delle serie), nutriti ed educati.

Pertanto, in Scale e Serpenti, sono molte di più le caselle con le teste dei rettili figli del male. Per questo, gli scivoloni e le regressioni non potevano che essere innumerevoli e contraddittori. Basta però una sola scala verso il traguardo ambito, per sopperire a tutte le nefandezze seminate in precedenza durante il gioco che, in fondo, è la vita.

Simbolicamente iconica è la scena finale di Scale e Serpenti

Questa vede Vicentin celebrare tutti i disvalori della terra messicana con triste ironia. Seguito da una Choquita disorientata e in procinto di lasciare il suo Paese a causa di un padre adesso ricercato. Ci salutano, così, i due personaggi che hanno lanciato il pomo della discordia nel pilot. Lo stesso che è diventato la miccia di tutti gli sfortunati eventi che seguiranno. Un vorticoso anello che si chiude è, quindi, Scale e Serpenti… Pronto a intrattenerci, in un futuro non troppo lontano, con nuove e intriganti grovigli che allieteranno la nostra visione.

Nel frattempo, non possiamo fare altro che riflettere su tutti i concetti che i titoli degli episodi ci suggeriscono, con dualismo puntuale ma mai invadente. E nonostante il marcio, il patriottismo che trasuda dal racconto, non può che essere apprezzato da chi guarda. Ci ricorda che l’ardore e l’orgoglio, nel peggiore dei casi, riescono a rinfrescare l’aria che tira, conferendo al flusso quella travolgente passionalità tipicamente latina.