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ATTENZIONE: il seguente articolo potrebbe contenere spoiler su NCIS: Tony & Ziva.
C’è qualcosa di profondamente consolante in NCIS: Tony & Ziva. Nato come spin-off di una serie madre che ha definito per anni il genere procedural televisivo, questo nuovo capitolo non inseguiva l’obiettivo di reinventare la formula, ma di concedere respiro emotivo ai suoi protagonisti. Full Circle, ultimo episodio della prima stagione, è insieme epilogo e inizio. La fine di un lungo viaggio e l’inizio di una quiete dopo anni di tempeste raccontate tra fughe, indagini, tradimenti e sentimenti rimasti sospesi troppo a lungo.
Il tono dolce, quasi intimo, con cui John McNamara (il creatore) sceglie di chiudere la stagione si discosta dal linguaggio d’azione a cui NCIS ci ha abituati. Qui non ci sono esplosioni o colpi di scena. Il cuore pulsante della storia è la famiglia, ed è proprio questo a rendere Full Circle un episodio sincero e, in fondo, necessario.
NCIS: Tony & Ziva, un racconto di ritorni e secondi inizi
Dopo anni di attesa, rivedere Tony DiNozzo (Michael Weatherly) e Ziva David (Cote de Pablo) insieme è già di per sé un piccolo miracolo seriale. Dove la serie madre si era fermata, con il dolore della separazione e la lontananza forzata, lo spin-off riprende per restituire loro un futuro possibile. La missione di Tony e Ziva per salvare la figlia Tali da Jonah Markham non è solo la parte centrale della trama, ma il simbolo del loro percorso di redenzione.
McNamara, dopo nove episodi, costruisce l’ultimo capace di alternarenazione ben calibrata e pause emotive, mantenendo sempre un baricentro chiaro. Ogni gesto, fuga o battito di cuore è legato a un sentimento, non a un plot twist. Forse sì, NCIS: Tony & Ziva avrebbe potuto osare di più dal punto di vista della tensione, il materiale narrativo lo consentiva. Ma quella prudenza diventa paradossalmente la chiave del suo successo. Non un thriller puro, ma un dramma familiare in chiave d’avventura.
La chiusura dei cerchi

Full Circle, titolo dell’episodio, è più che appropriato. Nell’arco dei suoi 45 minuti, ogni personaggio trova un suo spazio di risoluzione. Martine, l’astuta agente dalle sfumature ambigue, ottiene una nuova identità professionale e morale. Dejan ritrova suo figlio, in una delle scene più sincere dell’intera stagione. E persino Boris, hacker geniale e malinconico, chiude la sua parabola con ironia, vittima di una moglie che fugge con i suoi beni ma che lascia a lui, e a noi, un sorriso amaro.
Tutti i pezzi tornano al loro posto. Non restano fili penzolanti, cliffhanger fasulli o promesse non mantenute. È raro, oggi, che una serie sappia dire basta con una coerenza e una certa grazia ma NCIS: Tony & Ziva lo fa. Ci si alza dal divano col cuore pieno e senza il senso di frustrazione che tanti finali contemporanei lasciano dietro di sé. Ogni arco narrativo trova il proprio equilibrio e la sensazione è quella di un puzzle finalmente completo.
Il cuore di tutto: Tony e Ziva
Ma soprattutto, la serie non dimentica ciò che il titolo promette. NCIS: Tony & Ziva è esattamente questo: la storia di due persone che si ritrovano dopo avere perso troppe battaglie.
Il merito più grande dello show è aver conservato l’alchimia tra Michael Weatherly e Cote de Pablo senza forzarla. La loro relazione evolve con naturalezza, fra battute pungenti e sguardi disarmanti. Non ci sono dichiarazioni plateali né gesti eroici. Solo la promessa, finalmente esplicitata, di concedersi reciprocamente una vita vera.
La scena in cui Ziva regala a Tony la foto incorniciata di Henry e Tali è il perfetto emblema della sincerità di questo finale. È un gesto piccolo, ma pieno di memoria e di perdono. È l’atto d’amore di una donna che ha imparato a chiedere scusa, e di un uomo che ha deciso, dopo anni di conflitti interiori, di restare.
Forse meno adrenalina, ma più verità
Da un punto di vista puramente tecnico, alcuni spettatori avrebbero potuto desiderare più tensione o maggiore slancio nel ritmo. È vero. In termini di azione, NCIS: Tony & Ziva gioca sul sicuro. Gli inseguimenti e le sequenze di spionaggio sono ben costruiti ma mai travolgenti. Tuttavia, questa scelta registica appare coerente con il tono generale della serie. Il conflitto principale è interno ai personaggi, non esterno.
Non si tratta di fermare un cyber-terrorista o sventare un colpo di Stato ma di riavvicinarsi dopo anni di separazioni fisiche e psicologiche. L’azione è un pretesto, il palcoscenico su cui Tony e Ziva possono finalmente confrontarsi senza sparire dietro i protocolli investigativi. È una serie per lo sguardo, non per l’adrenalina. Per la parola sussurrata più che per il grido.
Quando l’amore incontra la professionalità
La forza di NCIS: Tony & Ziva sta nella maturità con cui affronta l’evoluzione di due ex agenti abituati al conflitto, ora costretti a vivere la quotidianità come genitori e partner.
Le discussioni fra Tony e Ziva non degenerano mai in un dramma sterile. Sono dialoghi pieni di rispetto, dove la vulnerabilità diventa forza narrativa. Non sono più i badass di un tempo ma due esseri umani consapevoli delle proprie imperfezioni.
L’assenza di McGee, Gibbs o del resto del team NCIS contribuisce a dare loro uno spazio più intimo, quasi domestico. Non devono più essere agenti perfetti ma persone reali che imparano a gestire le conseguenze delle proprie scelte. E sotto questa lente, la serie trova la sua verità.
Gli altri personaggi, tra ironia e malinconia

Oltre ai protagonisti, NCIS: Tony & Ziva regala piccoli ma significativi momenti agli altri membri del cast. Jonah, alla fine, paga quello che si meritava. Preso a calci da Tali, che lo invita cordialmente a lasciare in pace la sua famiglia, fa la fine che merita, nello stesso carcere in cui si era auto-recluso. Vedi il destino, certe volte!
Martine, da spalla ambigua, si trasforma in figura in redenzione, lasciando intendere un futuro interessante se ci fosse un seguito. Dejan, apparentemente un comprimario, diventa quasi il motore emotivo dell’azione grazie al suo rapporto con il figlio. E poi Boris. Povero Boris. Truffato, derubato, eppure ancora capace di strappare un sorriso. La sua disavventura con la moglie truffatrice è uno dei tocchi più umani dell’episodio che regala un quasi piccolo cameo tragicomico che alleggerisce l’intensità degli eventi principali.
In questo equilibrio tra dolce e amaro si comprende il tono dell’intera serie. NCIS: Tony & Ziva non è mai stata crudele con i suoi personaggi. Li accompagna, li osserva, li lascia andare. E l’unico a pagare davvero un certo pegno è il povero Henry al quale la scena della foto rende comunque giustizia.
Una chiusura perfetta, senza rimpianti
Il finale non lascia punti in sospeso. E questo, oggi, è un atto di coraggio.
John McNamara ha confermato che non ci sono al momento discussioni concrete per una seconda stagione, e forse è meglio così. “Dipenderà dai numeri” ha dichiarato ma NCIS: Tony & Ziva ha già detto tutto ciò che doveva dire. Prolungarla significherebbe rischiare di indebolire la forza della sua conclusione, che è, a tutti gli effetti, un commiato compiuto.
Dieci episodi sono stati più che sufficienti. Forse otto sarebbero bastati, certo, ma il respiro ampio ha permesso di dare a ciascuno il proprio spazio di crescita. Al netto di qualche lungaggine qua e là, la serie evita il principale peccato degli spin-off perché non confonde la nostalgia con la ripetizione. E di questo dobbiamo esserne grati.
In un’epoca in cui molte produzioni televisive chiudono con cliffhanger forzati o tragedie inattese, NCIS: Tony & Ziva sceglie la via della serenità. Vedere Tony e Ziva stringersi, consapevoli che la loro storia non necessita di un colpo di scena, è di per sé un gesto quasi rivoluzionario.
C’è in Full Circle un sentimento di quiete, una serenità nuova. Forse non c’è più bisogno di salvarsi a vicenda, ma solo di vivere. Le ultime scene, dedicate al riepilogo dei loro momenti più belli, non sono solo un epilogo, ma un inno alla normalità. Finalmente, Tony e Ziva possono respirare. E noi con loro.
NCIS: Tony & Ziva, un addio (forse) definitivo
Che arrivi o no una seconda stagione, NCIS: Tony & Ziva resterà come un delicato capitolo conclusivo per due personaggi amatissimi. Non voleva riscrivere le regole, solo offrire una chiusura. E c’è riuscita.
È stato un bel viaggio, fatto di sentimenti più che di sparatorie, di parole più che di prove. Un percorso dolce, a tratti un po’ ingenuo, ma autenticamente sentito.
È giusto che finisca qui, così com’è. Senza forzature, senza artifici. Lasciare i fan con un sorriso e con la certezza che non servono altri episodi per capire che la missione è compiuta. Perché NCIS: Tony & Ziva, al di là del titolo, è sempre stata questo: una storia d’amore mascherata da serie d’azione. E come tutte le belle storie d’amore, merita di concludersi nel momento perfetto, quando ogni tassello del puzzle è finalmente al suo posto.






