Vai al contenuto
Home ยป Recensioni

Maestro โ€“ Recensione del biopic dedicato a Leonard Bernstein su Netflix

ATTENZIONE: proseguendo nella lettura potreste imbattervi in spoiler su Maestro.

Better Call Saul

Un abbonamento che cambia il tuo modo di guardare le Serie Tv

Con cosรฌ tante piattaforme e poco tempo a disposizione, scegliere cosa vedere รจ diventato complicato. Noi vogliamo aiutarti ad andare a colpo sicuro.

Arriva Hall of Series Discover, il nostro nuovo servizio pensato per chi vuole scoprire le serie perfette i propri gusti, senza perdersi in infinite ricerche. Ogni settimana riceverai direttamente sulla tua email guide e storie che non troverai altrove:

  • โœ“ Articoli esclusivi su serie nascoste e poco conosciute in Italia
  • โœ“ Pagelle e guide settimanali sulle serie tv attualmente in onda
  • โœ“ Classifiche mensili sulle migliori serie tv e i migliori film del mese
  • โœ“ Consigli di visione personalizzati e curati dalla nostra redazione (e non un altro algoritmo)
  • โœ“ Zero pubblicitร  su tutto il sito

Scopri di piรน Hall of Series Discover

A oltre trentโ€™anni dalla scomparsa di Leonard Bernstein (1918-1990) e a pochi giorni dal Natale Netflix ci regala unโ€™opera davvero interessante, che vale la pena di essere guardata. Scritto, diretto e interpretato da Bradley Cooper Maestro รจ un biopic dedicato alla vita di uno dei piรน grandi direttori dโ€™orchestra del XX secolo, pianista eccellente e straordinario compositore di opere come West Side Story, Candide o la maestosa Mass del 1971.
Maestro, titolo onorifico che spetta soltanto ai direttori dโ€™orchestra e ai compositori, in realtร  parla molto marginalmente della vita artistica di Bernstein preferendo concentrarsi quasi esclusivamente su quella privata. Le due ore di pellicola, infatti, si focalizzano principalmente sulla relazione tra il direttore dโ€™orchestra e Felicia Montealegre (1922-1978), sua moglie dal 1951 fino alla morte.

Il film si apre con una scena musicale. Al pianoforte lโ€™ormai maturo direttore dโ€™orchestra suona di fronte ad alcuni giornalisti venuti a intervistarlo. Il pezzo che le anziane dita di Bernstein suonano รจ il postludio di A Quiet Place del 1983. Le armonie dissonanti creano la tensione giusta, la melodia sale verso gli acuti. Mentre il suono rimane nellโ€™aria Bernstein solleva la mano destra, si sfila gli occhiali e si pinza la radice del naso abbassando il capo. Sospira. E con voce strozzata dallโ€™emozione confida: โ€œviene sempre meglio al piano, non so perchรฉโ€œ. Affida il suo dolore alla sigaretta e dopo una boccata lโ€™uomo fissa i giornalisti. Accennando un sorriso mesto prosegue: โ€œrispondendo alla sua domanda, sรฌ, io la sento sempre accanto a meโ€œ. E dopo aver raccontato di vedere la moglie fare giardinaggio e ritrovarla accanto a sรฉ per controllare se faccia in maniera corretta il bucato, conclude: โ€œlei mi manca da morireโ€œ.
Dopodichรฉ, lo spettatore viene trasportato nel passato. Per sottolineare questo passaggio viene adottata la scelta stilistica di utilizzare un ammaliante bianco e nero di una fotografia meravigliosa assegnata a Matthew Libatique (candidato a due Oscar per Il cigno nero e A Star Is Born, primo film diretto da Bradley Cooper).Come a voler ricostruire le atmosfere nostalgiche degli anni del secondo Dopoguerra le scene che si susseguono con la rapiditร  di un cambio di scena teatrale ci raccontano lโ€™incontro e lโ€™inizio della relazione tra il direttore dโ€™orchestra e lโ€™attrice. Tra i due sboccia subito un amore quasi trascendentale. La scena dove i due sono seduti, schiena contro schiena, alla ricerca di โ€œuna connessioneโ€ dice Felicia, รจ significativa perchรฉ descrive perfettamente lโ€™essenza di un amore che sarebbe andato oltre tutto. Non sappiamo se sia un fatto realmente accaduto ma non ha importanza. Bradley Cooper sembra volerci raccontare come Lenny (cosรฌ era chiamato il direttore dโ€™orchestra dai suoi amici piรน intimi) e Felicia inizino un percorso di ricerca che li porterร , attraverso le mille burrasche della vita, molto, molto lontano.

Bradley Cooper, 640ร—360

Il ritmo vertiginoso della prima parte, quella in bianco e nero, รจ travolgente e davvero significativo. Lโ€™energia vorticosa, degna di un musical di Broadway, trascina lo spettatore nel tempo e nello spazio lasciandolo quasi senza fiato. I personaggi in secondo piano sfilano via come semplici comparse, ballerini di fila, come avvolti da una sorta di sfocato contorno. Cosรฌ la mente dello spettatore per non perdersi nel bailamme รจ costretta a utilizzare i due protagonisti come una sorta di scoglio al quale aggrapparsi lasciando sfilare via tutto il superfluo. Come gli amanti di Bernstein, per esempio, che sembrano tutti uguali ma che in realtร  non lo sono.
Sรฌ, perchรฉ il celebre compositore era bisessuale e non ne faceva mistero. Ma anche su questo Bradley Cooper sembra non volersi soffermare preferendo dettagliare altro dando ragione a chi, oggi come ieri, sostiene giustamente che quello che accade nella camera da letto deve restare privato.

Dal bianco e nero si passa al colore. Anche in questo caso il lavoro di Matthew Libatique รจ davvero impressionante. Le scelte di luce regalano un cromatismo da vecchia pellicola, perfettamente in stile con lโ€™epoca. E dal vortice si passa alla quiete. Come se, una volta raggiunto il successo, Bernstein potesse finalmente fermarsi e prendersi il tempo di godere dei frutti del suo lavoro. Le riprese sono piรน fisse, le distanze tra lโ€™obiettivo e gli attori piรน allungate e il racconto si fa meno poetico e piรน introspettivo.
Ci sono lunghi momenti di silenzio rotti soltanto da sospiri e mugugni. Lโ€™idea probabilmente รจ quella di descrivere la maturitร  umana che comporta il confrontarsi con i propri demoni e i propri rimpianti. Significativa, in questo caso, รจ la scena dedicata al termine della Messa, quando Bernstein comunica alla famiglia di aver finalmente completato lโ€™opera e la moglie si tuffa nella piscina, tutta vestita. Una scena che descrive molto bene la fatica di attornia il genio e ne viene immancabilmente travolto.

maestro
Maestro, 640ร—360

Del resto il personaggio centrale di Maestro รจ proprio Felicia, interpretata da una meravigliosa Carey Mulligan.

Quasi a voler ribadire lโ€™obsoleto detto di Virginia Woolf, che dietro ogni grande uomo cโ€™รจ una grande donna, Maestro ci ricorda quanto il sacrificio e la costanza siano obbligatori per far funzionare le cose. E di costanza e di sacrificio Felicia ne รจ Maestra finchรฉ umanamente riesce. Comunica attraverso i gesti quello che non riesce a comunicare a voce confermando che lโ€™agire, spesso, รจ piรน efficace delle parole, obbligando il marito a sbattere contro la dura realtร .
Piรน che un film sulla musica Maestro รจ un film sullโ€™amore e sul matrimonio. Un matrimonio fuori dai canoni che รจ riuscito a durare oltre la morte di lei. Un matrimonio capace di andare oltre le scappatelle del grande direttore, necessarie a soddisfare una sua indefessa immaturitร  emotiva. Potrebbe sembrare, il suo, un comportamento irrispettoso ma non รจ cosรฌ. Lo si legge negli occhi dellโ€™attore che guardano la moglie con immutabile, innocente amore Le carte in tavola sono chiare, fin dallโ€™inizio, e a entrambi va bene cosรฌ. Ma col tempo, con la maturazione e il fisiologico cambiamento, queste certezze cominciano a sgretolarsi, venendo meno. Le convinzioni lasciano spazio ai dubbi e il pettegolezzo incrina la fiducia. Il confronto tra padre e figlia, interpretata da Maya Hawke, รจ sintomatico di come il genitore debba nascondersi e mentire, su preghiera della moglie, quasi colpevolizzandosi di essere quello che รจ. Con grande, grandissima sofferenza.

Eppure, almeno a parole, qualche sacrificio va fatto. Quasi a pagare pegno per un successo arrivato per puro caso (la telefonata per la sostituzione di Bruno Walter, a inizio film) ma confermato, ai piรน alti livelli mondiali, grazie a un infaticabile studio e una costante dedizione alla musica.
Ecco, forse รจ proprio la musica che manca un poโ€™. O meglio, avrebbe potuto avere un maggiore risalto trattandosi, il protagonista, di un compositore e direttore dโ€™orchestra. Col rischio, perรฒ, di farne un semplice racconto cronologico dei fatti. Bradley Cooper, invece, opta per una selezione di musiche che si intonano perfettamente con il mood del film insistendo quasi cocciutamente sulla storia dโ€™amore e lasciando alle melodie (nemmeno le piรน celebri, per dirla tutta) il compito di fare da sfondo senza mai prendere le parti di uno o dellโ€™altra protagonista.
Per gli amanti della musica, in particolare quella classica, probabilmente questa scelta farร  storcere il naso e, a fine film, lasciare un poโ€™ lโ€™amaro in bocca. Comprensibile: Bernstein, come direttore, era stato alla guida delle piรน importanti orchestre del mondo, aveva diretto i piรน grandi cantanti e i piรน grandi solisti. Paradossalmente, perรฒ, quella che viene raccontata sullo schermo รจ la vita di un uomo il cui destino รจ giร  indissolubilmente legato alla musica e non ha bisogno di ulteriori spiegazioni. Per questo, sembra dirci Bradley Cooper, si puรฒ sempre usare internet.

maestro
Bradley Cooper e Carey Mulligan, 640ร—360

Maestro รจ indubbiamente un film molto interessante, che non annoia mai, capace di trasmettere anche fortissime emozioni. Un film che non scade mai nella retorica, nemmeno nella scena successiva il finale della celebre Seconda di Mahler (fate attenzione alla commozione del primo violino inquadrato quando ancora lโ€™aria รจ pregna della musica, รจ qualcosa di davvero geniale!), quando abbraccia nuovamente la moglie dopo un periodo di separazione. Nemmeno nella bellissima scena successiva la morte di Felicia, quando si vede lโ€™auto con la famiglia a bordo ma con il posto accanto al guidatore vuoto.

Bradley Cooper รจ incredibile per come somigli a Bernstein, soprattutto da anziano, ma la sua bravura va oltre il personaggio interpretato. Il regista dร  alla storia dโ€™amore nuova linfa vitale attraverso una personale chiave di lettura. Il Bernstein giรน dal podio non รจ quella divinitร  che in molti sono portati a credere sia anche grazie a una comunicazione non verbale trascinante (se riuscite guardatevi il video su Youtube di Bernstein che dirige solo con lo sguardo o quello della scala di Do maggiore). Semmai รจ un uomo affamato di vita la cui quotidianitร  sembra non esser sufficiente.
Se proprio vogliamo trovare il pelo nellโ€™uovo potremmo dire che nel film vengono accennate tante, troppe cose che sarebbero state davvero interessanti approfondire. Il rapporto con il padre, con gli altri colleghi musicisti, quello con lโ€™orchestra e con la musica, il rapporto con i figli e con gli amanti, i problemi di depressione, eccetera, sono solo alcuni dei temi che vengono accennati e che avrebbero meriato, davvero, di un essere sviscerati. Ma il film sarebbe durato unโ€™eternitร  e soprattutto avrebbe perso il focus sul quale si รจ voluto concentrare.
In un mondo fatto di scelte artistiche Bradley Cooper ha fatto la sua e ci ha regalato un film che potrebbe anche vincere qualche premio importante. Ma che non ha bisogno di una statuetta, per citare quello piรน famoso, per esser riconosciuto come una grande espressione dellโ€™arte cinematografica.




5 ottime miniserie (con meno di 6 episodi) da vedere assolutamente su Netflix

Crea un account

Scegli i tuoi interessi e ricevi la newsletter con gli aggiornamenti piรน importanti della settimana.