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IT: Welcome to Derry – La Recensione del quarto episodio: tutto sotto i nostri occhi

Matilda Lawer interpreta Marge nel quarto episodio di IT: Welcome to Derry - Credits: HBO

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Attenzione: l’articolo contiene spoiler sul quarto episodio di IT: Welcome to Derry.

É tutta una questione di punti di vista. Il quarto episodio di IT: Welcome to Derry la nuova serie TV targata HBO, disponibile in Italia su NOW e Sky – lo rende lampante e disgustoso. Si inasprisce il divario tra il mondo adulto e il mondo dei bambini, un elemento di divisione che permea fortemente già le altre trasposizioni televisive del romanzo di Stephen King, e che ritorna a farsi sentire anche nella Derry del passato.

Il modo di vedere le cose dalla prospettiva di un bambino è completamente diversa, affascinante. Per un adulto immaginare il mondo dagli occhi di un bambino ha delle sembianze quasi oniriche. Crescendo la maggior parte di noi perde quella capacità fiabesca di approcciare e vedere le cose. Dimentichiamo, proprio come si dimentica IT una volta varcato il confine di Derry.

La differenza in IT: Welcome to Derry la fa chi sa vedere oltre.

Dick Halloran nel quarto episodio di IT: Welcome to Derry - Credits: HBO
IT: Welcome to Derry – Credits: HBO

In questo caso Dick Halloran – l’uomo che abbiamo conosciuto nei panni di cuoco dell’Overlook Hotel – in IT: Welcome to Derry ha un ruolo centrale, e la scintilla luccicante della sua mente assume le sembianze di un’arma nelle mani dell’uomo bianco colonizzatore. Diventa applicazione e forzatura della mentalità estrattiva del colonialismo, e non è un caso che l’estrazione forzata e violenta sia ai danni di un nativo americano: custode dell’antico mito della terra, oltre che di una visione primordiale del rapporto tra l’uomo e la natura (tema centrale del terzo episodio della serie). Interferire con l’equilibrio naturale delle cose ha sempre conseguenze devastanti. Ne è l’esempio la forza distruttrice contenuta dai pilastri di Derry: misteriosa e letale quanto il vaso di Pandora, che è sempre meglio tenere chiuso.

Dicevamo, è tutta questione di punti di vista. Ma cos’è che continuiamo a non vedere nel quarto episodio di IT: Welcome to Derry? Pennywise.

Considerando il finale della terza puntata – con Pennywise che emerge nel silenzio della camera oscura – ci aspettavamo una presenza più preponderante del clown ballerino all’interno di questo episodio. Eppure non è stato così. Ancora una volta ne vediamo la forma, la silhouette nascosta nell’ombra, e i suoi palloncini rossi che galleggiano nell’aria con fare nefasto. Eppure è questione di punti di vista, gli autori lo sottolineano con un’ironia tutta loro, grottesca e aperta alle critiche. Possiamo focalizzarci su ciò che non vediamo, o andare oltre e capire meglio tutto ciò che abbiamo sotto i nostri occhi.

D’altronde, la parabola di IT è proprio questa: si nasconde, ma neanche tanto. Il suo operato è sempre stato sotto gli occhi di tutti. Quello che cambia è che ognuno vede solo quello che vuole vedere.

La vista, quindi, diventa emblematica anche e soprattutto nel body-horror, che ritorna preponderante nel quarto episodio di IT: Welcome to Derry.

Matilda Lawer interpreta Marge nel quarto episodio di IT: Welcome to Derry - Credits: HBO
IT: Welcome to Derry – Credits: HBO

Il male pianta il suo seme sin dall’adolescenza, è il filo rosso che collega e incolla l’età fanciullesca con quella adulta. Il male si dimentica, ma le sue cicatrici rimangono e si trasformano in trauma e azione. Certo, IT: Welcome to Derry esprime questo concetto a modo suo, con tratti grottescamente bizzarri. La scena di Marge ci colpisce proprio per questo: è senza dubbio disgustosa, la voglia di distogliere lo sguardo dallo schermo è impellente. Allo stesso tempo, mentre la osserviamo con la coda dell’occhio, pensiamo a qualcosa di completamente antitetico agli horror: i cartoni animati.

Quante volte ci è capitato di ridere a crepapelle da bambini nel guardare i personaggi dei cartoni animati strabuzzare gli occhi in modo innaturale? Era divertente. Era solo un cartone dai colori sgargianti. Accostare questa immagine a una serie TV dichiaratamente horror quale IT: Welcome to Derry ci lascia interdetti, quasi delusi. Ma abbiamo ragione di esserlo? O semplicemente non stiamo guardando oltre. 

Non è forse solo un rischiosissimo colpo di genio di IT: Welcome to Derry?

il club dei perdenti nel quarto episodio di IT: Welcome to Derry - Credits: HBO
IT: Welcome to Derry – Credits: HBO

In fondo, non è un segreto che IT attiri le sue vittime a suon di palloncini rossi, zucchero filato e noccioline da circo. IT indossa la maschera che più si addice a circoscrivere e attirare l’infanzia. Allo stesso modo, cosa c’è di più vicino all’infantile ilarità di un cartone animato? Il fanciullesco diventa macabro, il body horror diventa cartoon e la realtà – ancora una volta – dimostra la sua malleabilità.

Il male deve essere per forza bruttezza canonica, o può disgustarci anche qualcosa che ci ricorda le risate sguaiate delle nostre dimenticate voci bambine? Cos’è il bullismo se non una manifestazione del malefico che assume le forme dell’infanzia: un gruppo di ragazzine che prende di mira un’altra ragazzina vulnerabile, sola e in difficolta; un’amica che tradisce i propri sentimenti per essere accettata dal resto delle bulle. Cosa siamo pronti a sacrificare per raggiungere qualcosa che vogliamo? Quanti capricci ci vengono concessi prima di agguantare la bambola con cui giocheremo per due giorni, e di cui ci dimenticheremo al terzo? 

Forse, ancora una volta, ciò che conta è sotto i nostri occhi in IT: Welcome to Derry, ma dobbiamo saper guardare oltre.

Easter Egg di Stephen King in IT: Welcome to Derry - Credits: HBO
IT: Welcome to Derry – Credits: HBO

Come nelle altre puntate, infatti, tornano in modo sottile ma insistente i riferimenti alla tartaruga. La vediamo nel video mostrato ai bambini su come comportarsi in caso di attacco nucleare: la tartaruga è protezione, è l’immagine da imitare per trovare un guscio sotto cui ripararsi, proprio perché noi non ne abbiamo uno. Il tema del guscio ritorna anche con i nativi di Derry, che sotterrano l’unica arma di cui IT ha paura e la usano per confinarlo e limitarne il potere. Elemento mitologico e narrativo che scopriamo proprio grazie ai ricordi sepolti da Taniel. Ci viene finalmente raccontata la vera origine di IT: una forza primordiale precipitata sulla Terra, che la contagia nutrendosi della paura e del male umano (ricorda molto i frammenti di storia disseminati nel romanzo di IT, ma assume una veste più propriamente mitologica).

Chi ha letto il meraviglioso romanzo di Stephen King sa bene che i riferimenti alla tartaruga non sono affatto casuali. Maturin è la nemesi di IT, la rappresentazione di un bene catartico che si oppone al male. È l’unica cosa che IT teme davvero, l’unica entità in grado di affrontarlo al suo stesso livello. Resta da capire se nella serie IT: Welcome to Derry Maturin avrà un ruolo attivo o se rimarrà sullo sfondo, come semplice easter egg e omaggio al capolavoro di King.

Considerando però l’impegno dei creatori nel costruire un ritratto di IT fedele al nucleo filosofico e identitario del romanzo, è più che plausibile che nelle prossime puntate – oltre al ritorno dell’amato Pennywise, forma prediletta e iconica di IT – assisteremo a una presenza sempre più rilevante della tartaruga, forse come arma o come chiave decisiva per contrastarlo.

In definitiva, è indubbio che il quarto episodio di IT: Welcome to Derry spalanchi la porta a numerose critiche, soprattutto dal punto di vista tecnico, dell’uso della CGI e degli effetti speciali. Critiche già emerse negli episodi precedenti della serie, come nella scena del cimitero, che mescolava il grottesco a un’idea di horror quasi puerile. Ma, per quanto queste porte restino aperte all’ovvio e all’immediato, IT: Welcome to Derry ci invita a spolverare la superficie dell’impressione corporea e riflettere sull’intenzione e sulla sua riuscita. Insomma, sappiamo a nostra volta vedere oltre?