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Dexter: Resurrection 1×09 – La fine di un’era a un passo dal gran finale

Dexter in una scena del nono episodio di Dexter: Resurrection

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Il nono episodio avrebbe dovuto semplicemente preparare il terreno per l’atteso finale della prossima settimana, ma ci ha tenuti incollati allo schermo come se si stesse consumando davvero la fine di ogni cosa. Uno dei più importanti conti in sospeso – non soltanto di Dexter: Resurrection, ma dell’intera saga – ha trovato compimento proprio nel cuore del nono episodio, in quel finale che ha suggellato una delle più grandi e suggestive battaglie tra bene e male mai raccontate nel mondo delle Serie Tv. Breaking Bad ha aspettato cinque stagioni per il confronto tra Hank e Walter; Dexter ci ha messo otto stagioni, un prequel e due sequel per quello tra Dexter e Batista. E quando lo scontro si è finalmente materializzato, abbiamo capito che l’attesa è stata ripagata.

È valsa la pena aspettare tutti questi anni, vedere Dexter compiere ogni sua scelta, osservare la saga evolversi fino a diventare ciò che è oggi. Perché questo nono episodio è stato, senza dubbio, il più potente mai visto in questo sequel. Ogni istante trasudava tensione, ogni confronto era un passo avanti verso la vera identità di Dexter e un passo indietro da quelle due vite che ha cercato disperatamente di tenere separate: giustiziere notturno e padre affettuoso di giorno. Ma queste due vite, se sei Dexter Morgan, non possono co-esistere.

E per quanto ci si sforzi di resistere, arriva un momento in cui la verità si impone, la resa dei conti esplode all’improvviso, e tutto crolla addosso a Dexter che, pur barcollando, riesce a sostenere il peso di ogni cosa. Ancora una volta. Proprio come accade in questo episodio

Dexter in una scena del nono episodio di Dexter: Resurrection
Credits: Showtime/ Paramount+

Lo avevamo previsto nella recensione della scorsa puntata. Lo avevamo detto senza esitazioni, consapevoli che, dopo tutti questi anni, conosciamo Dexter Morgan come le nostre tasche: non avrebbe mai ucciso Batista, neppure di fronte alla più grave minaccia possibile. Una minaccia che, in questo penultimo episodio, assume un volto preciso, quello rivelato da Angel davanti a Leon. Batista ha svelato ogni cosa, e ora l’intera esistenza di Dexter non è più un mistero. Leon sa che davanti a sé c’è il Macellaio di Bay Harbor, e la rivelazione – come previsto – non lo ha sconvolto: lo ha entusiasmato.

Ma Dexter non ha ceduto. Anzi, è tornato indietro nel tempo, cercando di ricreare quella complicità che un tempo lo legava a Batista, e che ora è irrimediabilmente perduta. Perché Batista conosce la verità, il tempo è passato, la resa dei conti è arrivata, e questo non è più il momento per un’alleanza. Eppure, Dexter non avrebbe mai potuto prevedere che, alla fine, quel problema sarebbe stato eliminato da Leon. Che, con la sua arma, avrebbe ucciso Batista, dopo aver capito che non sarebbe stato il Macellaio di Bay Harbor a porre fine alla sua vita.

Non lo aveva previsto perché, fino a quel momento, Leon era solo un ricco imprenditore annoiato, ossessionato dai serial killer. Non uno di loro. E per quanto tutto questo fosse disturbante, non aveva mai ucciso nessuno e proprio per questo era escluso dal Codice. Ora però tutto è cambiato. Le regole sono state riscritte. Leon ha premuto il grilletto, facendo ciò che Dexter non avrebbe mai potuto fare a Batista. Ora Leon è diventato esattamente come i serial killer che collezionava. E questo dà a Dexter il permesso – e il dovere, secondo il codice – di occuparsi di lui. Di quel manipolatore spregevole che ha tirato i fili di tutti, approfittandosi delle fragilità non solo di Morgan, ma anche di Charley.

Curare sua madre significava controllarla: essere il burattinaio di un burattino pronto a tutto pur di costruire il suo club dei serial killer, il suo personale teatro degli orrori viventi. Conoscere le loro debolezze, la loro storia: era questo a dare a Leon un vantaggio su ciascuno di loro. Di Dexter però non sapeva nulla. Tutto era avvolto nel mistero, e Morgan stava solo interpretando un ruolo. Ed è proprio questa maschera che gli ha permesso di avere un vantaggio su di lui. Ma ora la recita è finita. E Leon – come avevamo già anticipato nella recensione della sesta puntata – è diventato a tutti gli effetti l’ultimo livello da affrontare. L’ultimo pezzo del puzzle da incastrare per mettere definitivamente la parola fine a tutto questo.

Batista in una scena di Dexter: Resurrection
Credits: Showtime/ Paramount+

In questa nona puntata è andata in scena la resa dei conti che ci aspettavamo di vivere nel gran finale. Ora che Batista è stato eliminato, Leon diventa ufficialmente l’ultima minaccia rimasta, insieme allo Squartatore di New York. A meno che i due non siano in realtà la stessa entità, o che lo Squartatore non sia diventato un trofeo vivente nelle mani di Prater. È plausibile che il ricco imprenditore abbia un legame diretto con lo Squartatore: potrebbe conoscerne l’identità o – ancora di più – averlo già catturato. Ma continua a circolare un’altra teoria, da tempo discussa online: lo Squartatore di New York potrebbe essere la nuova fidanzata di Harrison. E in effetti, per essere un personaggio apparentemente secondario, ha avuto uno spazio narrativo piuttosto generoso, e persino i reminder a inizio puntata sembrano suggerirci di non dimenticarci di lei. Ma, per ora, questa resta solo una pista.

Quel che sappiamo è che – indipendentemente dalla verità – lo Squartatore potrebbe essere sempre stato vicino a Dexter. Visibile o invisibile, ma presente. Adesso tutto è pronto per il gran finale. Dexter: Resurrection ci ha accompagnati verso la resa dei conti attraverso una puntata che scopre le carte in tavola, un episodio che accelera il conflitto finale con una forza travolgente. Siamo arrivati all’ultimo atto nel modo più coinvolgente, vibrante e carico di adrenalina possibile, grazie a una puntata che non ci ha lasciato respirare un istante, ricordandoci scena dopo scena che la fine è vicina. E sta per essere scritta.

Abbiamo detto addio a Batista, chiudendo definitivamente uno dei conflitti più significativi dell’intera serie, una di quelle tensioni che hanno diviso il pubblico. C’è chi ha gioito, esausto dall’ossessione investigativa di Angel; e c’è chi, invece, ha visto chiudersi una delle pagine più emozionanti della saga: un’amicizia che non ha più trovato alcuna possibilità di recupero. Qualcuno ci ha sperato, nel momento in cui Dexter lo ha liberato. Ma ha smesso di farlo quando ha sentito Batista rinfacciargli, poco prima di chiudere gli occhi – ancora una volta – il motivo per cui ha sempre voluto incastrarlo: è sempre stata colpa sua. E il male ha vinto, ancora una volta.

Leon in una scena di Dexter: Resurrection
Credits: Showtime/ Paramount+

Adesso è il momento di andare avanti, di iniziare il conto alla rovescia e dare forma al finale che attendiamo da settimane. Non sappiamo come andrà a finire, ma sappiamo che Dexter: Resurrection sta per giocare la partita più importante. Deve essere all’altezza di una stagione che ha introdotto uno dei villain più affascinanti e magnetici visti dai tempi di Trinity: Leon, interpretato da un Peter Dinklage che, in un mondo giusto, il prossimo anno sarà in corsa per una nomination agli Emmy grazie a una delle performance più imponenti viste negli ultimi anni.

Perché Dexter: Resurrection, tra le tante cose, è stata anche questo: interpretazioni monumentali, sostenute da una struttura narrativa di alto livello. Ogni filo conduceva a un altro, anche quando i punti sembravano troppo distanti per connettersi. La posta in gioco era altissima, e non era semplice immaginare come ogni elemento potesse trovare il proprio spazio, riannodandosi con precisione all’intero disegno. Eppure, Dexter ha trovato la chiave. Ancora una volta. E ha vinto, regalandoci una stagione che difficilmente dimenticheremo.

Adesso attendiamo solo l’atto finale. Venerdi prossimo. Nella speranza, e ormai quasi consapevolezza, che non sarà la fine definitiva. Dexter non muore mai: e se il livello è questo, è giusto continuare a tenere in vita una delle più grandi saghe televisive di sempre. Una saga che l’anno prossimo compirà 20 anni, ma che incredibilmente non sembra dare alcun cenno di invecchiamento.

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