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Sembrava essere una delle puntate più misurate di Dexter: Resurrection, l’ottava. Per un po’ abbiamo creduto che avrebbe fatto compagnia alla quinta (qui recensita) e che non ci avrebbe turbato particolarmente. Che ne saremmo usciti nello stesso modo in cui eravamo entrati. Ma poi qualcosa è cambiato, precisamente a metà puntata, e da lì in poi ogni cosa è stata sul filo del rasoio. Uccidere Al / Raperonzolo, per esempio. Eravamo convinti che, come in ogni altro episodio fino a questo momento, Dexter: Resurrection non avrebbe fatto eccezione alla regola, portando a compimento il cerchio del club dei serial killer. E invece no.
In effetti, Morgan stava per farlo. Le intenzioni c’erano tutte. Ma la doppia vita da padre e serial killer è un lungo cammino costellato di imprevisti e ostacoli, e non sempre le cose possono andare come Dexter le aveva prefigurate. E ogni imprevisto, si sa, porta con sé una perdita. Aveva già sacrificato Harrison per dare priorità a tutto il resto. Ora era giunto il momento di invertire la rotta, di continuare a dimostrare – a se stesso e a suo figlio – di poter essere tutto. Anche un padre presente, pronto a correre ogni volta che viene chiamato.
E così, Al / Raperonzolo diventa una promessa per il futuro, un conto in sospeso che potremmo vedere risolversi nel corso delle ultime puntate di Dexter: Resurrection, anche se non è garantito. Le prossime puntate avranno infatti diverse questioni da affrontare, e non è certo che ci sarà spazio anche per chiudere i conti con Al.
In mezzo a tutto ciò di cui Dexter dovrà occuparsi, questo potrebbe rappresentare un ostacolo secondario, soprattutto se consideriamo gli eventi al limite raccontati in questa ottava puntata

Abbiamo smesso di respirare ancor prima di Dexter. Abbiamo boccheggiato fin da quando Batista, nel settimo episodio (qui recensito), ha nascosto delle AirPods per tracciare ogni movimento di Dexter. Per tutta la puntata, è stato pedinato da un Batista sempre a pochi minuti di distanza. A separare Dexter Morgan dalla fine erano rimasti soltanto una manciata di attimi. Ma, anche all’oscuro di ciò che stava accadendo a pochi metri da lui, Dexter riusciva a cavarsela. A non farsi beccare.
Poi è successo ciò che temevamo. Batista ha individuato il negozio di parrucche esattamente nel momento in cui Dexter si trovava lì dentro a occuparsi del proprietario di casa di cui suo figlio gli aveva parlato. L’obiettivo era solo intimidire, non uccidere. Ma il tempismo ha fatto tutta la differenza in una puntata in cui, come dicevamo, ogni istante era sul filo del rasoio. Il suono della porta che si apre costringe Dexter ad agire in fretta, a liberare la sua vittima prima che sia lui sia noi potessimo scoprire davvero cosa avrebbe fatto: se lasciarlo vivere o cedere all’istinto.
Dietro quella porta si nascondeva Batista, finalmente dentro la tana del coniglio. Ma neanche stavolta Dexter ha ceduto. Liberando l’ostaggio, è riuscito a fuggire e a guadagnare di nuovo terreno. Ancora una volta. Una dinamica che si ripete, con Angel che si ritrova di nuovo a mani vuote, con soltanto un racconto fragile e apparentemente fantasioso, almeno agli occhi della detective che da diverse puntate cerca di portare dalla sua parte. Una storia raccontata due volte, a seconda della voce che la narra, può fare la differenza. E in questo caso, può proteggere Dexter. Ancora una volta. Per l’ennesima volta. Con un’intelligenza narrativa disarmante.
Ma adesso si apre la partita più importante. Batista e Dexter sono ormai a un passo dalla resa dei conti, e finalmente Dexter è consapevole della reale minaccia che Angel rappresenta. Per troppo tempo, nel corso delle puntate, ha sottovalutato uno dei nemici più determinati. L’unico disposto a tutto pur di incastrarlo. Un uomo che ha una marcia in più, perché non lo teme. Non ha paura. Vuole far trionfare la giustizia a qualunque costo. E niente potrà fermarlo.
Per troppo tempo Dexter ha ignorato questo pericolo. Ma dopo essere arrivato al limite, ha capito che è il momento di reagire, di passare all’azione. Ed è questo l’interrogativo che ci consuma: che cosa intende fare, Dexter? Ce lo siamo chiesti. Continuiamo a chiederci, ossessivamente, quale sarà la sua prossima mossa. E forse, dopo aver visto questa puntata, una possibile risposta inizia a delinearsi

Che Dexter uccida Batista è altamente improbabile. Non rientra nel suo codice, e in un certo senso, combatte la stessa battaglia: entrambi sono impegnati in una caccia spietata ai criminali assassini. Ma Batista sta diventando un ostacolo insormontabile. Un’ossessione. Un nemico a tutti gli effetti, disposto a tutto pur di distruggere Dexter. Per questo, va fermato. E come si ferma un uomo così? A questa domanda potrebbe esserci già una risposta.
La detective, dopo aver nuovamente osservato Batista in azione, ha iniziato a nutrire dei dubbi. E Angel, dal canto suo, non ha fatto nulla per migliorare la propria posizione. Ha pronunciato quelle parole che non avrebbe mai dovuto dire: “Crede che l’abbia fatto io?” Cinque parole che, nella mente della detective, si sono trasformate nell’ipotesi di trovarsi davanti al Macellaio di Bay Harbor. Ed è proprio questa una delle strade che Dexter potrebbe scegliere di percorrere: incastrare Batista, renderlo vulnerabile agli occhi delle autorità, trasformarlo in una minaccia pubblica o quantomeno un pazzo da allontanare per la sicurezza di tutti. Giocare con lui, farsi inseguire e – proprio quando Angel crederà di aver vinto – togliergli tutto. Fargli perdere la partita all’ultimo respiro.
Questa appare come una delle teorie più plausibili per il gran finale: una caccia al topo fatta di strategie psicologiche, non di vendetta brutale. Un epilogo in pieno stile Dexter, che – se costruito con la tensione che immaginiamo – potrebbe regalarci un finale adrenalinico, fatto di ansia, inganni e scelte disperate. Ma per ora, resta solo una teoria. Saranno le ultime due puntate a confermarla o smentirla, tra nuove e domande e nuove risposte.
Batista non è infatti l’unico nodo da sciogliere. Sul finale dell’ottava puntata un nuovo colpo di scena ha preso forma, e potrebbe cambiare completamente le regole del gioco. Durante una cena con suo figlio, Dexter si è trovato faccia a faccia con Leon. Le due doppie vite che ha cercato disperatamente di tenere separate si sono fuse in una sola. Leon è lì, davanti a Harrison. E Harrison è lì, davanti a Leon. Come sappiamo, Charley aveva cercato di mettere in guardia l’imprenditore. Ma Leon si era mostrato fiducioso: l’Oscuro Passeggero è chi dice di essere. Questo incontro con il figlio, però, potrebbe minare quella fiducia. E anche in questo caso, le strade potrebbero essere due.
Da un lato, Dexter potrebbe decidere di eliminare anche Leon, colpevole di incitare i serial killer a uccidere, affascinato da ciò che di più disumano esiste: il potere di togliere una vita. Dall’altro, potrebbe scegliere di manipolarlo. Ancora una volta. Leon, così ossessionato dai serial killer, potrebbe provare una stima ancora maggiore per Dexter se scoprisse che dietro di lui si cela davvero il Macellaio di Bay Harbor. E che, dopo aver fatto fuori l’Oscuro Passeggero, ha deciso di prenderne il posto all’interno del club. Anche questa è una teoria. Ma una teoria che potrebbe trovare conferma già nella prossima puntata. E che, effettivamente, ci stuzzica parecchio.
D’altronde, uno dei punti di forza di questa narrazione è proprio il gioco mentale. La manipolazione. Il far credere agli altri ciò che vogliono credere. Il mostrare ciò che tu vuoi che vedano. E questa puntata, in cui tutto è stato al limite, lo ha dimostrato ancora una volta. Per tutto il tempo, Dexter è sembrato sul punto di cadere. Ha raggiunto il limite con Batista, con Leon, perfino con il tassista che gli ha offerto rifugio. Ogni elemento si è spinto al massimo della tensione, preparando il terreno per un finale che potrebbe persino spalancare le porte a un nuovo capitolo di questo sequel.






