Vai al contenuto
Home » Recensioni

Adults – La Recensione: una serie, forse, distrutta dai paragoni?

Adults

Attenzione: evita la lettura se non vuoi imbatterti in spoiler di Adults

Better Call Saul

Un abbonamento per scoprire che Serie Tv guardare

Con così tante piattaforme e poco tempo a disposizione, scegliere cosa vedere è diventato complicato. Noi vogliamo aiutarti ad andare a colpo sicuro.

Arriva Hall of Series Discover, il nostro nuovo servizio pensato per chi vuole scoprire le serie perfette i propri gusti, senza perdersi in infinite ricerche. Ogni settimana riceverai direttamente sulla tua email guide e storie che non troverai altrove:

  • ✓ Consigli di visione personalizzati e curati dalla nostra redazione (e non un altro algoritmo)
  • ✓ Articoli esclusivi su serie nascoste e poco conosciute in Italia
  • ✓ Pagelle e guide settimanali sulle serie tv attualmente in onda
  • ✓ Classifiche mensili sulle migliori serie tv e i migliori film del mese
  • ✓ Zero pubblicità su tutto il sito

Scopri di più Hall of Series Discover

Dal 2 luglio disponibile su Disney+ (insieme ad altri titoli), Adults promette molto e ottiene qualcosa in meno (nonostante alcune guest star come Charlie Cox, già conosciuto da tutti come Daredevil). Quantomeno, pare essere una di quelle serie tv che ha bisogno di una visione più approfondita (se non un rewatch quasi istantaneo) per comprendere meglio cosa vuole realmente raccontare. La premessa è anche semplice: cinque amici, che vivono tutti nella stessa casa, appartenenti alla Gen Z, cercano di sopravvivere in una New York caotica ma anche piena di opportunità. Restando unicamente sulla trama, possiamo affermare di aver già visto tutto questo e di aver già sentito delle storie simili.

E forse il problema principale di Adults è che è stata, fin da subito (prima ancora della sua reale uscita), paragonata a mostri sacri come Friends. C’è sicuramente del vero in questo paragone, è innegabile. Ma è vero anche che Adults prende Friends e lo omaggia, senza avvicinarsi minimamente alla scrittura e alla narrazione che conosciamo bene della sitcom anni Novanta.

Ed è giustissimo così, sarebbe stato anacronistico il contrario. Adults, invece, è molto al passo con i tempi e si propone di fare da specchio ad una generazione diversa, che nel frattempo non è nemmeno così nuova e che deve fare i conti con ciò (andando inoltre a riempire un vuoto rappresentativo).

Adults
credits: Disney+

Samir (Malik Elassal), Issa (Amita Rao), Paul Baker (Jack Innanen), Billie (Lucy Freyer) e Anton(Owen Thiele) hanno circa ventiquattro anni e ognuno di loro ha dei risentimenti con il passato ma anche una gran voglia di capire come funziona il futuro. Il problema, condiviso da tutti, è che risulta molto difficile essere brave persone. O almeno persone decenti, che sappiano vivere in una società. Ma il punto forte di Adults è che tutti i protagonisti sono molto consapevoli della loro inadeguatezza, che si delinea da un colloquio fallimentare ad un matrimonio riparatore.

Tutti condividono un disagio dovuto alla società che li circonda, in parte, ma anche molto dalle loro stesse decisioni. Adults si propone di essere una sorta di manifesto della Gen Z senza scadere negli stereotipi.

Tanto è vero che, guardandola con occhi non appartenenti a quella generazione, si comprendono molto bene delle dinamiche mentre delle altre appaiono leggermente fuori luogo. Ma è pur vero che Adults ha un pubblico molto ben selezionato, esattamente come lo aveva Friends, ed è giusto che funzioni meglio per quel tipo di platea. Il che non significa che non risulti piacevole anche a chi ha trent’anni, perché in fondo Adults sa come intrattenere. E (cosa per nulla scontata) sa persino come fa ridere.

Adults
credits: Disney+

Uno degli espedienti che più di tutti funziona in Adults è la reiterazione di alcuni inside joke che si creano tra i ragazzi e poi anche tra loro e il pubblico. Tra quelli più brillanti c’è la sistematica citazione di film (palesemente non appartenenti all’epoca della Gen Z, come Titanic o Diamanti grezzi) che i ragazzi ammettono di non aver mai visto ma che usano comunque come luogo comune. Ma anche il sistema del “lo dico e lo dimentichiamo?”, metodo con cui i protagonisti si sfogano senza avere paura delle conseguenze rispetto a quello che dicono.

Questi due sono solo esempi di come Adults voglia creare, partendo dalla narrazione stessa, un circolo sicuro nel quale sentirsi a proprio agio e del quale anche lo stesso pubblico deve essere partecipe.

In questo, ha sicuramente tratto da Friends quel senso di famiglia indiscusso. O quantomeno, si è ispirato a quel tipo di esperienza, in cui ogni protagonista ha un carattere bene delineato ma è il gruppo a fare la differenza. Quindi Issa sembra non aver paura di niente, tranne di non essere presa sul serio dagli amici; Billie è insicura ma è la più adulta di tutti; Samir non ha un lavoro ma i suoi amici vivono tutti nella casa dei suoi genitori; e Anton è troppo gentile ma con i suoi amici non si risparmia.

E poi c’è Paul Baker, che viene chiamo solo e unicamente per nome e cognome in ogni frangente (altro espediente ricorrente) e che si insinua nel gruppo e provvederà a creare un po’ di scompiglio. Adults ha delle belle dinamiche, anche scaltre e sempre in movimento. Anche se il tipo di narrazione la conosciamo già, va detto che funziona sempre e che, in un modo o in un altro, ci appassiona sempre.

Quello che Adults cerca di darci in più (rispetto a Friends) è la visione di un mondo che è cambiato fin troppo, dagli anni Novanta/Duemila cui siamo tanti affezionati.

Adults
credits: Disney+

Samir e i suoi amici, per dirne una, vivono nella casa dei suoi genitori perennemente in vacanza; più specchio di una generazione di così sarebbe stato impossibile. Issa non pensa alle conseguenze e il lavoro è una sorta di hobby che va coltivato ma di cui non bisogna aver paura. Anton ha quattromila messaggi non letti sul suo telefono e si innamora di chiunque veda per strada. I ragazzi di Adults sono allo sbando, ma si mantengono su una via che va bene per loro e che non tiene troppo conto di quello che accade intorno.

Se in Friends Monica e gli altri lottavano per la loro indipendenza, in Adults sopravvivono e basta. E ne sono molto consapevoli. Come si diceva, è questa consapevolezza che rende Adults un buon prodotto, scritto in maniera che abbia un impatto sul suo pubblico. Il problema è uno solo, a questo punto:

può Adults avere la stessa risonanza sulla Gen Z che Friends ha avuto sui Millennials? C’è ancora quello spazio nella vita di tutti i giorni per permettere ad una serie tv di insinuarsi e diventare iconica? Si dà ancora tutta quella importanza ad un prodotto come Adults o rischia di rimanere nei meandri dei cataloghi infiniti della piattaforme?

Purtroppo, una risposta potremo averla solo col tempo e per il momento possiamo limitarci ad osservare Adults nel modo più critico che possiamo, cercando di trarne le risorse più che i difetti. Per il semplice motivo che serie tv come Adults più che prodotti fini a se stessi, nascono e crescono come un racconto di un’intera generazione e, come tali, sono sempre utili alla comprensione. In un mondo come quello in cui viviamo nel 2025, Adults forse non diventerà mai Friends ma potrà essere necessario ad un certo tipo di lettura del mondo stesso.

Perciò, se è vero che Adults promette tanto è vero anche che non ottiene tutto quello che avrebbe voluto ma si difende grazie alla sua consapevolezza. Sa di non essere Friends, sa di non essere la bandiera di una generazione. Forse, quello che cerca di ottenere è semplicemente una cassa di risonanza, un megafono dal quale poter strillare alcune cose importanti. Cose che delineano, nel bene e nel male, una generazione come la Gen Z: l’autodeterminazione, l’attivismo sfrenato, la paura dell’ignoto e l’abuso di internet. Tutte istanze toccate da Adults in maniera anche molto leggera, ma funzionale (e soprattutto, forse, necessaria).

Adults
credits: Disney+

Billie e gli altri fungono da portavoce e raccontano luci e ombre di una società che non si piega al loro volere ma che li ascolta anche molto poco.

Adults è un manifesto imperfetto, i suoi protagonisti sono attori della loro vita loro malgrado, sono tutti grezzi e poco scaltri. Eppure, vivono e sopravvivono tutti i giorni, nonostante tutto, soprattutto grazie alla compagnia l’uno dell’altro. Quindi forse Adults da Friends non ha preso proprio nulla, tranne il senso di appartenenza che si replica in ogni generazione, che non ha età e che non ci stancherà mai.

Vuoi navigare su Hall of Series senza pubblicità, ricevere contenuti esclusivi e soprattutto scoprire nuove serie tv da vedere che fanno al caso tuo senza dover aspettare ogni volta che ti capiti un articolo, un post o un video? Ti aspettiamo su Hall of Series Discover