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Quanto è cambiata Pechino Express col passaggio a Sky?

Il seguente articolo contiene spoiler su Pechino Express.

Da un paio di settimane è tornato in televisione uno dei format italiani più amati di tutti: Costantino della Gherardesca ci ha aperto le strade del nuovo viaggio internazionale targato Pechino Express. Arrivati ormai alla nona edizione, quest’anno le coppie di viaggiatori si sono trovate ad affrontare Turchia, Uzbekistan, Giordania ed Emirati Arabi. Siamo solo alle primissime puntate e il viaggio da compiere è ancora lungo, ma un cambiamento all’interno di questo programma c’è stato. È stato – infatti – prodotto per la prima volta da Sky, dopo otto stagioni lasciate in gestione alla Rai.

Un passaggio di questo tipo di format dalla tv più generalista a un settore più ristretto e “seriale” come Sky, ha suscitato curiosità e interesse negli spettatori. Non sapevamo quanto il prodotto si sarebbe allontanato dalle solite vie che lo avevano guidato per un decennio e quali innovazioni avremmo visto. Se Pechino Express sarebbe cambiata per sempre o se non ce ne saremmo neanche accorti. Di solito in articoli del genere la risposta alla domanda in questione viene tenuta per la fine, ma noi vogliamo essere diretti e darvela subito. Quanto è cambiata Pechino Express col passaggio a Sky? Poco, decisamente poco. Quel che ci interessa oggi è analizzare quelle piccole modifiche e dar loro un giudizio momentaneo.

Sono di sicuro cambiati i tempi del programma

Non parliamo della durata delle puntate o della suddivisione di tappe e sfide, però è evidente come Pechino Express abbia voluto cambiare la rotta oltre alla rete televisiva di distribuzione. La regia di queste nuove puntate è più immediata e con tagli molto rapidi, le scene si susseguono senza un momento di pausa regalando un prodotto senza tempi morti e giustamente frenetico. Se da una parte possiamo apprezzare il quasi senso di ansia che ci pervade durante ogni corsa e passaggio in macchina, sentiamo sia un po’ che è venuta a mancare quella sensazione di vuoto alla quale eravamo abituati.

Nelle scorse stagioni non era raro assistere a lunghe scene in silenzio in cui i concorrenti scaricavano tutto lo stress accumulato lungo la strada durante infinite serate o pianti di tensione. Era quel lato umano che ci aveva permesso di conoscere ancora meglio i concorrenti e rivedere in loro una personalità più simile alla nostra di quanto immaginassimo. Gli incontri con le persone ospitanti avevano più tempo dedicato e veniva ben sottolineato come chiunque fosse pronto a tutto pur di aiutare i concorrenti. Non erano solo tempi morti, erano quelle lunghe pause che cambiavano tono alle puntate. Anche gli spettatori, non in costante tensione, arrivavano a scaricare l’ansia della visione in momenti molto profondi e toccanti.

Era un approccio che stimolava emozioni diverse

Pechino Express

Non diciamo che questa stagione di Pechino Express abbia messo da parte le emozioni, ma pare essere indirizzata a un tipo di risposta diverso. Sebbene i bellissimi paesaggi e le culture estere siano rimasti, sembra che questa nuova stagione del programma punti molto di più a farci ridere rispetto al passato. Non è solo grazie alle personalità coinvolte che, giustamente, cercano di sdrammatizzare con ironia nelle varie situazioni, ma il mix di tagli di regia rapidi e le cartoline a sottolineare le citazioni lasciano pochi dubbi.

Pechino quest’anno sembra voler essere un viaggio più leggero e divertente, probabilmente anche a causa della situazione che stiamo vivendo giornalmente. La produzione è andata incontro a varie difficoltà e il timore del COVID era sempre dietro l’angolo, quindi è possibile che abbiano voluto tagliare tutte questi momenti di paura e cercare di impacchettare un prodotto che facesse stare bene il pubblico a casa. È un modo diverso di approcciarsi a questo format, ha i suoi pregi e i suoi difetti, ma potrebbe essere ancora troppo presto per giudicare.

Anche per come certe prove e narrative sono state esposte

Pechino Express

Altra piccola differenza che abbiamo notato rispetto agli scorsi anni è una maggior consequenzialità degli eventi. Quasi tutto quello che vediamo è narrato in ordine cronologico o comunque sempre ben posizionato nel tempo. Per i meno avvezzi sembrerebbe una situazione scontata, ma non è sempre stato così. Una delle parti più interessanti di Pechino Express era sempre stata il mistero dell’ordine dei concorrenti. Le scene mostrate sullo schermo durante le giornate erano sempre montate in modo tale che fosse impossibile capire chi avesse raggiunto il traguardo prima o dopo gli altri; quest’anno non è così difficile.

Un po’ per le coppie che stanno mantenendo gli stessi ritmi o viaggiando assieme, un po’ per le prove intermedie che li fanno incontrare, ci è capitato più volte di capire con facilità chi stesse guidando il gruppo e chi fosse in coda a tutti (e no, non parliamo degli Indipendenti). Non è un grosso problema, è anche questo un modo diverso di proporre il prodotto a uno spettatore; rendendolo così più consapevole riguardo i concorrenti e le loro posizioni in ogni momento. Forse per voler valorizzare ancora di più i migliori, mostrando come abbiano dominato tutto il tragitto, forse in attesa di stupirci con un montaggio che non ci aspettiamo.

Perché il giudizio non sarà definitivo fino all’ultima puntata

Pechino Express

Pechino Express è sempre stato uno show in continua ascesa durante l’incedere delle sue stagioni. I primi episodi ci hanno sempre lasciato interdetti o curiosi, ma senza che il nostro interesse avesse modo di decollare appieno. La grande quantità di concorrenti e scene da dover mostrare non permette quasi a nessuno di risplendere, se non di solito proprio la coppia che verrà eliminata a breve. Ma con il diminuire delle coppie e il prosieguo del viaggio la situazione muta ogni volta. La Giordania e – soprattutto – gli Emirati Arabi, apparsi per pochissime anticipazioni, sembrano essere già un cambio di stile mai visto rispetto alle puntate attuali. E forse potremmo assistere anche a quel lato più profondo che ha leggermente zoppicato nei primi episodi.

Un po’ anche a causa della scelta dei brani ad accompagnare le puntate. Si è notato il passaggio a Sky soprattutto nella modernità della playlist dei vari episodi: canzoni note al pubblico e molto moderne, in grado di avere un ottimo appeal anche sui più giovani. A differenza di quelli che erano brani più ricercati e di nicchia, di accompagnamento e quasi mai riconoscibili durante le scorse edizioni. Forse questo è solo un tentativo o forse questo è veramente il futuro di Pechino Express, non possiamo esserne certi. Quel che sappiamo è che la curiosità e la voglia di aprire la mente sono alla base di ogni esperienza, come questo programma ci ha sempre ripetuto.

Come disse un grande uomo: ogni verità nacque come blasfemia e ogni cambiamento nacque come errore. Siamo stati abituati per anni a viaggiare nello stesso modo e adesso cambiare la rotta, seppur di poco, ci fa strano. Ma non sarebbe onesto fermarci qui e dare un giudizio definitivo su un viaggio appena iniziato. Per cui mettiamoci in poltrona – di giovedì in giovedì – e prepariamoci a vivere questo “Poco cambiato, ma comunque cambiatoPechino Express. E chi lo sa, magari alla fine scopriremo quanto queste piccole differenze siano insignificanti rispetto alla grande esperienza che ci stanno facendo vivere.

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