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Com’è cambiato Thomas Shelby dalla prima all’ultima puntata di Peaky Blinders

Thomas Shelby è il protagonista di un viaggio davvero unico, tortuoso e complesso, durante il quale ha dovuto affrontare i propri demoni e sacrificare la propria integrità mentale; il suo viaggio comincia da molto prima dei fatti narrati in Peaky Blinders, sì, perché ha inizio durante il suo servizio nella prima guerra mondiale, esperienza che lo cambia profondamente, inghiottendolo quando era ancora un giovane e spensierato ragazzo, e risputandolo violentemente in una Birmingham che in poco tempo lo plasma, facendolo diventare un criminale ambizioso e senza limiti. Peaky Blinders è tante cose, ma più di ogni altra, è il viaggio di Thomas Shelby attraverso gli anni, attraverso la storia nel periodo dei più profondi e importanti cambiamenti della società.

Egli è stato la cavia da laboratorio attraverso cui scrutare, da una posizione privilegiata, il suo punto di vista su un mondo che, a quei tempi, si autodistruggeva e ricomponeva da solo, continuamente. E questo viaggio, per il personaggio interpretato da Cillian Murphy, è stato davvero segnante, motivo per cui, oggi, vogliamo analizzare come sia mutata la sua anima dal primo all’ultimo episodio dell’incredibile viaggio che ha compiuto in Peaky Blinders.

Il seguente articolo contiene diversi SPOILER su Peaky Blinders.

Diario di un giovane allibratore

thomas Shelby
Thomas Shelby (640×360)

La prima impressione che ho avuto su Thomas Shelby, fin dall’episodio numero uno di Peaky Blinders, è stata quella di un ragazzo cresciuto troppo in fretta; ma non nel modo in cui anche i suoi fratelli, Arthur e John, dimostrano la stessa cosa, intendiamoci: Thomas è stato, fin dal primo momento, l’unico e solo capo famiglia in casa Shelby, il punto di riferimento su cui poter fare affidamento sempre e comunque. John ha messo su famiglia giovanissimo, responsabilizzandosi in un modo completamente diverso rispetto al fratello, mentre Arthur, che in realtà è il maggiore dei tre, è il più sensibile e manipolabile figlio di una famiglia instabile, di tanta sofferenza che ha dovuto portarsi in guerra e che non lo ha mai abbandonato. Ad attestare il fatto che Thomas Shelby sia cresciuto troppo in fretta è il suo sguardo: così freddo e impenetrabile, ma ricco di significato.

Tutte queste impressioni sono riconducibili alla parvenza di innocenza di un ragazzo, Thomas Shelby, che dimostra fin da subito una mentalità superiore a quella di tutti i membri della sua famiglia: è il primo a voler sfidare il sistema governato, fino a quel momento, da Billy Kimber, il re delle scommesse di Birmingham. E mentre tutti si danno un gran da fare per racimolare fino all’ultima moneta possibile per sopravvivere, lui guarda già più avanti, e decide che è arrivato il momento, per tutta la famiglia Shelby e i Peaky Blinders, di mettersi in gioco, assumendosi tutte le responsabilità dei rischi che comporta truccare le partite.

Peaky Blinders (640×360)

È da lì che parte Thomas Shelby, da un piccolo passo dietro al quale si nasconde una visione del mondo diversa, superiore a quella di chiunque altro, perlomeno in quel di Birmingham.

Il primo Thomas Shelby è un ragazzo che sa già di essere diventato uomo, e che quel suo essere così sprezzante del pericolo non è un capriccio, ma una necessità, quella di cambiare per sempre la sua vita e quella di chi gli sta intorno, dopo tanta sofferenza pagata per conto di altri: è ora di comandare, perché comandare è l’unico modo per non dover più sottostare alle volontà di chi sta in alto. Peaky Blinders è un enorme pretesto storico, è una serie la cui trama si basa proprio su tale concetto: un intrigante escamotage attraverso cui narrare i cambiamenti del mondo durante gli anni Venti e Trenta dello scorso secolo.

E per Thomas Shelby, il mondo delle scommesse è un pretesto come un altro per poter scalare le gerarchie e arrivare in cima alla montagna il più in fretta possibile. Una cosa però è certa: in quel primo episodio, il protagonista di Peaky Blinders non aveva idea di tutto quello che avrebbe dovuto affrontare da lì in avanti, ma anche se sembra una cosa da niente, dopo tutto ciò che ha fatto insieme alla sua famiglia, il solo scavalcare un allibratore avversario rappresenta l’inizio di un effetto domino inevitabile, da cui sottrarsi diventa sempre più complicato, con il passare del tempo.

Chissà se il gioco è valso la candela

thomas Shelby
Peaky Blinders (640×360)

Grace, Lizzie, Charlie e Ruby: il personaggio interpretato da Cillian Murphy, sicuramente non aveva la minima idea che avrebbe conosciuto l’amore, né tantomeno poteva immaginarsi che per tale motivo avrebbe sofferto più di quanto non abbia fatto scavando tra le bombe della prima guerra mondiale. Soprattutto Grace, nella sua ascesa, è stata un travolgente “incidente di percorso”, un imprevisto inimmaginabile che lo ha portato a dover ricalibrare completamente le sue priorità: nella mente del capo dei Peaky Blinders non poteva esserci spazio per l’amore, prima di conoscere la sua futura moglie, e la sua perdita ha aperto una voragine ben più dolorosa delle ferite da taglio dei combattimenti della Grande guerra.

Da lì in poi non è più stata la stessa cosa, e la dolce Lizzie è stata, almeno all’inizio, un tappabuchi per rimarginare quella voragine. Grace aveva cambiato Thomas, riuscendo a far emergere in superficie il lato più nascosto di un uomo che poteva contare più nemici che fardelli interiori, era l’unica in grado di farlo danzare tra le sue braccia, l’unica capace di farlo sentire al sicuro nel mostrare le sue paure. Lizzie, dal canto suo, gli ha offerto una seconda possibilità, perché dopo una perdita del genere è difficile tornare a respirare, ma ha rappresentato per lui una sana boccata d’aria fresca, diventata sempre più importante.

Tuttavia, anche in questo caso, sono stati i legami a uccidere Thomas Shelby, costringendolo nuovamente al suo oscuro inferno personale, intangibile e ineluttabile, fatto di sensi di colpa e mostruosa rabbia nei confronti del destino.

thomas Shelby
Thomas Shelby (640×360)

Il destino. Lo stesso che ha voluto che nell’ultimo episodio di Peaky Blinders, Thomas Shelby decidesse di tornare alle sue origini per un ultimo saluto; i rapporti del protagonista con la sua famiglia sono sempre stati altalenanti, nel corso delle varie stagioni, ma questa volta è proprio quel tipo di legame, così viscerale da apparire quasi ultraterreno, a concedergli un’ultima, insperata occasione.

Il primo Thomas Shelby, forse, non è poi così diverso da quello dell’ultima puntata, perché è ancora in grado di comprendere cosa sia davvero importante e cosa no, nella vita, nonostante per anni sia stato plagiato dalla naturale sete di potere e di controllo che deriva da determinate responsabilità, le stesse che lui ha desiderato così assiduamente, le stesse che lo hanno condannato a un’esistenza di autocommiserazione e di rinunce. In fondo, nonostante sia egli stesso l’artefice della propria carneficina spirituale, Thomas Shelby poteva vivere solo in questo modo: senza limiti, abbracciando il suo destino in una presa mortale, e lottando con lui fino all’ultimo, dannato respiro.