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Peaky Blinders diventerà una serie leggendaria?

In pratica ci interroghiamo sul destino di Peaky Blinders. Cosa rende una storia leggendaria? Una domanda forse destinata a essere senza risposta. Ma un tentativo lo si può comunque fare. Partiamo dal principio: una storia deve essere per prima cosa onesta. Chi ha tentato in vita sua di scrivere una storia e ci si è cimentato con tutto se stesso sa che c’è molta differenza nello scrivere qualcosa con lo scopo di piacere agli altri e lo scrivere qualcosa perché senti che è vero. Nel primo caso ogni risultato sarà artificioso, limitato, poco onesto. Come quando non hai il coraggio di dire quello che sei alle persone e, per quieto vivere, ti nascondi dietro una maschera che sai verrà apprezzata. Non si fa troppo rumore, si piace il giusto, si viene dimenticati abbastanza presto. Si passa inosservati, non c’è nessun conflitto.

peaky blinders tommy shelby 2x06

Scrivere una storia onesta è come mostrare realmente chi siamo. Non tutti ci capiranno, a molti non piaceremo, qualcuno ci odierà. Ma sarà tutto incredibilmente vero e pieno di vita. Questo farà la differenza per forza di cose per un motivo: che ci amino o ci odino, non passeremo inosservati. Una storia leggendaria per forza di cose non può passare inosservata, e Peaky Blinders di sicuro non è passata inosservata. E, nel vederla, si percepisce anche una profonda onestà nella narrazione. Chi l’ha scritta, ossia Steven Knight (Piccoli affari sporchi, La promessa dell’assassino) non  è certo l’ultimo arrivato e non arrivi da nessuna parte se non capisci che tutto ciò che racconti deve essere preso da quello che hai dentro e che il novanta percento delle persone tiene giustamente ben nascosto.

Peaky Blinders

Perché scrivere vuol dire in realtà donarsi, mostrare in modo pornografico quello che hai nell’anima e, quando ci riesci, perché anche il riuscirci non è scontato, le tue storie saranno odiate, amate, ma mai ignorate. Scrivere vuol dire morire per dare alla luce qualcosa di vivo. Peaky Blinders è vivo. Una storia onesta, dove i personaggi veramente bucano lo schermo e sembrano persone reali che hanno il coraggio di affrontare ogni istante rischiandosela fino in fondo. Peaky Blinders è soprattutto la storia di Tommy Shelby, con il suo cuore eternamente spezzato, che ha ogni giorno la forza di continuare a combattere non tanto per arrivare da qualche parte, ma perché non saprebbe vivere diversamente.

Dicono sia importante il viaggio e non la meta, perché la vita stessa è un viaggio. Tommy sembra averlo capito molto bene. Non sarà un santo, non è un diavolo. E spesso ci immedesimiamo in lui tutte le volte che, col cuore infranto, realizziamo che comunque sia c’è ancora un giorno che deve arrivare e una battaglia da combattere con forze ridotte al minimo e con mezzi un po’ arrangiati.

Ma se abbiamo combattuto oggi e ne siamo usciti vivi, vi riusciremo anche domani. E anche qui non si tratta di vincere. Perché se andiamo a fare il conto una vittoria arriva dopo cento sconfitte e la vittoria in questione arriva solo perché abbiamo perso cento volte. Le sconfitte servono a costruire una sola vittoria. In ogni stagione di Peaky Blinders c’è una sconfitta dopo l’altra: la morte della donna amata, la morte del fratello, la Mano Nera che viene a prendersi tutto quello che abbiamo. E, alla fine, una sola vittoria che, anche se a lungo sperata, è costata cara, abbastanza da impedire a Tommy di essere soddisfatto. E da prepararsi alla prossima, fino a che non ci sarà più nulla da combattere o le forze saranno finite del tutto.

terza stagione

Quello che rende Peaky Blinders una storia immensa è proprio la profonda autenticità di tutto questo. Sì, è una storia di gangster, ma è soprattutto una storia che parla della vita di queste persone raccontata senza filtri, senza risparmiarci nulla. Peaky Blinders ha qualcosa di incredibilmente pornografico nel mostrarci come il sublime si mescola alla merda in modo che le due cose non possono più essere disgiunte. E questo non si trova spesso al cinema o in televisione, non è comune per una storia l’essere così vera. Una sensazione simile si ritrova solo in grandi capolavori come Scarface o il Padrino. Hanno in comune dei protagonisti che vivono al limite, fuori dalla legge, consapevoli che non avranno la felicità, ma che avranno la grandezza e in alcuni casi una morte orrenda a consacrarla.

Peaky Blinders

Peaky Blinders ora non è una serie leggendaria, perché come sappiamo tutti sarà il tempo a definirla come tale o a farla scomparire nell’universo in costante evoluzione delle Serie Tv. Ma chiunque inizia a vederla, non se la dimentica già adesso. La odi, la ami ma non la dimentichi. Non può passare inosservata, non è passata inosservata. Qualcuno parla di fenomeno di costume, qualcuno si veste come loro. Qualcosa sta iniziando sicuramente.

Ma una cosa noi appassionati la sappiamo. Per noi, che abbiamo sentito con forza quanto ci sia di sofferto in quello sguardo di ghiaccio di Tommy, Peaky Blinders è già una leggenda. Non saremo noi a deciderlo, ai posteri l’ardua sentenza. Ma, per quel che ci riguarda, noi siamo Tommy Shelby.

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