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I 5 migliori personaggi di Orange Is The New Black

Nel pantheon delle migliori serie tv mai realizzate da Netflix, un posto speciale è senza dubbio occupato da Orange Is the New Black, uno dei primi grandi successi della piattaforma e ancora oggi un prodotto di riferimento capace, soprattutto nelle sue prime stagioni, di presenziare con continuità anche presso i più importanti riconoscimenti del panorama seriale. Tra i segreti del successo della produzione della piattaforma di Los Gatos c’è sicuramente la sua dimensione corale e collettiva, con la creazione di un universo di personaggi molto profondi, complessi e sfaccettati, interpretati da grandissimi attori.

A questo punto proveremo a condurre un’impresa davvero probante e a restringere la cerchia a quelli che sono stati i cinque migliori personaggi della serie di Netflix. Si tratta di un compito decisamente arduo, perché Orange Is the New Black nelle sue sette stagioni ha approfondito le vicende di praticamente tutte le detenute del carcere di Litchfield e ha creato storie molto intense, premiando appunto questa coralità che è uno dei segreti della serie. È un onere gravoso scegliere solo cinque personaggi, ma ci piacciono le sfide, per cui andiamo alla scoperta di questi massimi protagonisti di Orange Is the New Black che, per qualche motivo particolare, sono riusciti a distinguersi nell’eccellenza generale.

I migliori personaggi di Orange Is the New Black: Red

Orange Is the New Black
Red (640×340)

Nel corso della sua lunga esistenza, Orange Is the New Black ha costruito un ricco microcosmo, analizzando anche in chiave sociologica il funzionamento della vita all’interno del carcere. In questa complessa società, Red è un elemento di spicco, perché è il prototipo della figura materna, il punto di riferimento soprattutto per molte giovani che si trovano catapultate in questo ambiente e cercano una persona da seguire. Red è una donna fortissima, una guida, ha una sorta di potenza primigenia che si riconduce proprio a questo lato materno ed è impossibile non vedere in lei una sorta di faro cui fare affidamento.

Al contempo, però, Red è anche una donna con mille contraddizioni, che ama quel potere che emana, che ha un rapporto complesso con la sua vera famiglia e quindi cerca di ricostruirla in carcere per sopperire a quella mancanza. Nel corso della serie, Galina Reznikov vive anche una parabola che fa veramente male al cuore: lo scivolamento nella demenza senile, che fa ancora più impressione considerando la vigoria che sprigionava la mamma di Litchfield. Red è un personaggio esemplare, scritto magistralmente e interpretato alla perfezione da Kate Mulgrew, sia all’apice della sua solennità nelle prime stagioni che nella sofferenza dell’epilogo.

Pennsatucky

Orange Is the New Black
Pennsatucky (640×340)

Oltre a essere ben strutturata, la società costruita da Orange Is the New Black è anche estremamente fluida e vediamo tutti i personaggi compiere degli importanti percorsi all’interno del carcere. Una delle parabole più interessanti e sfaccettate è quella che ha compiuto Tiffany Doggett, meglio nota come Pennsatucky, che da vera e propria villain della prima stagione diventa una figura sempre più positiva verso il finale. Tiffany è una donna che ha alle spalle un passato difficilissimo, che scopriamo solo mano a mano e che piano piano ci aiuta a comprenderla. Nella prima stagione è la grande nemica di Piper, appare come una tossica fanatica e sembra destinata ad avere esclusivamente un ruolo di rottura nella serie di Netflix.

Andando avanti, però, Pennsatucky comincia a cambiare, lima i suoi lati esagerati, su tutti quel feroce contrasto tra la sua fede e la violenza di cui è fa mostra, e grazie anche al contatto umano lavora moltissimo su di sé. Come detto, progressivamente conosciamo anche il suo passato e scopriamo l’infanzia sbandata che ha avuto, segnata soprattutto da un complesso rapporto col sesso e con le droghe. Tiffany è cresciuta dissociandosi dalla realtà sotto questo aspetto: senza un’infanzia regolare è scivolata fuori dai contesti normali, ma con fatica prova a rientrarvi proprio in carcere e in questo suo percorso è impossibile non vedere una delle più complesse traiettorie offerte da Orange Is the New Black, terminata purtroppo in un modo straziante col trionfo di quei demoni che l’hanno profondamente segnata.

I migliori personaggi di Orange Is the New Black: Occhi Pazzi

Orange Is the New Black
Occhi Pazzi (640×340)

Un altro personaggio di una complessità unica. La parabola di Suzanne Warren, conosciuta come Occhi Pazzi, è, al pari di quella di Pennsatucky, veramente imprevedibile e significativa. Suzanne è una vera e propria outsider e la sua condizione è resa ancora più evidente dall’instabilità mentale che la caratterizza. Anche lei vive una dissociazione importante dalla realtà, dovuta sicuramente ai problemi che l’hanno colpita, ma anche al loro mancato trattamento. Suzanne, infatti, col tempo si è convinta, o meglio è stata portata a convincersi, di essere pazza, ma in cuor suo sa che non è così e il suo è un delicato percorso di accettazione di se, che passa per momenti drammatici e altri felici, simboleggiando al meglio tutte le curve che vive chi è affetto da problemi simili.

Occhi Pazzi è il simbolo, all’interno della serie di Netflix, di una problematica importantissima, ovvero il trattamento improprio dei problemi di salute mentale specialmente nei contesti detentivi. Si ha sempre la sensazione che Suzanne non dovrebbe essere in carcere, ma in una struttura in grado di aiutarla, e tutto ciò che si trova a vivere è frutto di una fallace gestione della sua condizione. Un personaggio così complesso e significativo non poteva di certo rimanere fuori dalla lista dei migliori di Orange Is the New Black, una serie che non ha paura di affrontare temi pesanti come quello incarnato da Occhi Pazzi.

Taystee

Taystee (640×340)

I percorsi mostrati da Orange Is the New Black, lo abbiamo visto con questi primi tre esempi affrontati, sono molto complessi, ma spesso si parte da una condizione di disagio per arrivare a un miglioramento, come d’altronde è il percorso tipico di chi finisce in carcere, o quantomeno quello auspicato. Chi segue una traiettoria tutta sua è invece Taystee, uno dei personaggi più complessi della serie Netflix, che proprio nella sua esperienza a Litchfield viene messa a dura prova.

È chiaro che il nodo centrale nel percorso di Taystee all’interno di Orange Is the New Black sia rappresentato dalla scioccante morte di Poussey, un punto di svolta per l’intera narrazione, ma soprattutto per Tasha, per via del legame che intercorreva tra le due. Quel pozzo di ironia, divertimento e simpatia diventa piano piano un buco nero di rabbia e depressione, sempre più profondo soprattutto verso la fine. Taystee si afferma però anche come il simbolo di una lotta importante, quella per la salvaguardia delle detenute e per le loro condizioni. La morte di Poussey è stato, in generale, uno dei momenti più forti di tutta la serie, capace di introdurre un tema delicatissimo, di cui poi Taystee si è fatta simbolo. Un compito gravoso, che però ha incoronato il personaggio interpretato da Danielle Brooks come uno dei migliori di tutta la produzione Netflix.

I migliori personaggi di Orange Is the New Black: Alex

Alex (640×340)

Chiudiamo questa rassegna con la grande co-protagonista della serie, la dolce metà di Piper, con cui intesse un rapporto complesso, spesso contraddittorio, ma sempre molto profondo. A differenza di quasi la totalità dei personaggi che popolano Litchfield, Alex è tutt’altro che una outsider: è una donna autoritaria, intelligente, molto astuta, la classica personalità dominante che in un contesto come quello del carcere tende chiaramente a prendersi la scena. Non c’è all’apparenza niente di straordinario in tutto questo, ma in realtà Alex è estremamente più complessa di quanto dà a vedere: ha una componente emotiva molto spiccata e una capacità di sopravvivere a ogni situazione fuori dal normale.

Alex nei suoi anni in Orange Is the New Black compie una maturazione molto più silenziosa e meno evidente rispetto ad altri protagonisti, come quelli illustrati finora, ma mantiene sempre una coerenza estrema, risultando, alla fine del racconto, uno dei personaggi scritti meglio di tutta la serie, alla cui riuscita concorre anche la bravura di Laura Prepon nell’interpretarla. Alex è una delle dimostrazioni della straordinarietà di Orange Is the New Black nel tenere le redini di un ricco cast corale, non lasciando mai nell’ombra alcun personaggio e seguendo ogni loro minima evoluzione, anche quando fa poco rumore. D’altronde, la perfezione, come si dice, sta nei dettagli e la serie di Netflix ha dimostrato una cura maniacale in ogni suo minimo aspetto.