Vi siete mai chiesti chi sono i 10 migliori villain di sempre in One Piece?
Nella sua lunghissima, ricchissima e fantasmagorica storia, One Piece (che potete vedere sul catalogo Cruncyroll qui) ci ha regalato storie e personaggi indimenticabili. Ma ci ha regalato anche e soprattutto villain memorabili, capaci di farci divertire e spaventare allo stesso tempo. Cattivi da manuale con una individualità ben chiara e delineata che hanno segnato il cammino di Rufy e ne hanno determinato la crescita. Se Crocodile rappresenta il primo vero villain di One Piece, di certo Kaido segna la sfida più grande del capitano, il punto di svolta del suo personaggio e del suo ruolo nella storia.
1) Crocodile
“Ciò che desiderò non sono né i soldi né la terra… ma potere militare!“
– Crocodile
Lasciatisi alle spalle l’East Blue, i pirati di Cappello di Paglia salpano alla volta della Grand Line decisi a conquistare il One Piece e a realizzare i propri sogni. Poveri, piccoli, ingenui. Non hanno ancora idea delle sfide e delle difficoltà che li attendono. Entrato nella prima parte della Rotta Maggiore, il gruppo si ritrova da subito invischiato in un conflitto più grande di loro. Nel lontano regno di Alabasta, un misterioso gangster ha raccolto i mercenari peggiori del Paradiso per compiere un colpo di stato. Sull’isola di Whiskey Peak, Rufy e gli altri si scontrano dunque con la famigerata Baroque Works e decidono di aiutare la fuggiasca principessa Vivi a salvare il suo popolo.
Scoprono quindi che il misterioso gangster senza scrupoli non è altri che Crocodile. Spietato membro della Flotta dei Sette che ad Alabasta muove i fili nell’ombra.
Spinto dal desiderio bruciante di vendicarsi di Barbabianca e di impossessarsi dell’arma ancestrale Plutoon, Crocodile ha lasciato che il regno di Alabasta venisse dilaniato internamente da una guerra civile. Ma in che modo? Utilizzando la Dance Powder combinata con i suoi poteri derivati dal frutto Sand Sand, Crocodile provoca la siccità in tutto il paese. Protetto dal governo in quanto membro della Flotta dei Sette, il pirata si mostra al popolo di Alabasta come un eroe e un salvatore manipolando il popolo per farlo insorgere contro il re.
Ad Alabasta imperversa quindi la guerra civile. Fratello contro fratello, gli abitanti del regno muoiono di sete e cercano disperatamente qualcuno a cui dare la colpa delle loro disgrazie. Non sanno che dietro tutto questo si nasconde Crocodile. Lo scontro contro il membro della Flotta dei Sette rimane, anche oggi dopo tutti questi anni, uno dei momenti più alti dell’anime. La saga di Alabasta (ovvero la saga della sete di giustizia) mette Rufy di fronte al primo avversario degno di nota, spingendolo a combattere strenuamente e senza remore.
Ambiguo, toxic e misterioso Crocodile è un villain di One Piece da 110 e lode.
Crocodile è uno spietato manipolatore, un villain con un piano a lungo termine che nasce dall’ambizione più sfrenata. I suoi progetti lo spingono a mettere in ginocchio un intero paese, senza mai guardarsi indietro. Di fronte a Rufy, Crocodile lo sbeffeggia, lo sottovaluta e lo lascia in fin di vista, convinto che si tratti solo dell’ennesimo ragazzino con sogni troppo grandi da realizzare. Ma quando, nella battaglia finale, si rende conto del grosso errore di valutazione, il pirata ne riconosce la forza e la tenacia. Nella saga di Impel Down e poi in quella di Marineford, Crocodile stringe un’alleanza con Rufy capendone finalmente a pieno le potenzialità.
2) Ener
“Hai capito adesso? Io sono il fulmine! Non importa quanto gli umani lottino, non sconfiggeranno mai il fulmine. […] Sin dai tempi antichi, per scappare dalle proprio paure gli umani definirono tutto ciò di terribile ed incomprensibile come “dio”. Io sono uno di quei disastri naturali che l’umanità teme!“
– Ener
Cosa succede quando un uomo con manie di grandezza si ritrova tra le mani un potere distruttivo? Si convince di essere un dio sceso in Terra. Ed è proprio quello che succede a Enerche ottenuti i poteri del frutto Rombo Rombo, di tipo Rogia. In grado adesso di manipolare l’elettricità e di convogliarla attraverso i tamburi che porta sulla schiena, Ener distrugge la terra natia per giungere poi sull’isola nel cielo. Qui, la gente del luogo lo acclama come un dio per via dei suoi poteri ma anche per un inspiegabile dono che gli permette di prevedere il futuro. Tale dono, chiamato Mantra a Skypeia, altro non è che l’Ambizione della percezione di cui Ener è particolarmente dotato.
Ma né questa né tantomeno il Frutto del diavolo, lo rendono concretamente una divinità. Arrogante e superficiale, Ener ha un’altissima percezione di se stesso. Giunto così a Skypeia, insieme ai suoi Sacerdoti, prima esilia il dio del luogo Gan Forr e poi si proclama signore supremo dell’isola. Come ultimo e più grave affronto, sottrae la terra sacra di Shandora agli Shantia per ultimare il suo glorioso e folle piano.
Nel corso dei sei anni trascorsi su Skypeia, Ener apprende infatti la storia dell’isola e della campana d’oro mentre il suo regno del terrore continua.
Con il Mantra così avanzato e i poteri del frutto Rombo Rombo, infatti, Ener domina incontrastato assoggettando alla sua volontà tutta la popolazione. Nessuno può ribellarsi, pena la morte istantanea. Come il più infido dei prestigiatori, Ener ha convinto tutti, forse persino se stesso, di essere realmente un dio onnisciente e onnipotente. Anche contro la ciurma di Cappello di Paglia, il falso dio si dimostra pressoché invincibile e solo le capacità di gomma di Rufy riescono finalmente e contrastarlo. Eppure, più della forza fisica e dell’abilità del pirata sono il suo cuore intriso di ottimismo e speranza ad avere la meglio su Ener. Ancora una volta, anche nella saga di Skypeia (che abbiamo ribattezzato come la saga della speranza), Rufy arriva nel posto giusto al momento giusto assumendosi il ruolo di paladino della libertà per gli abitanti dell’isola nel cielo.
Anche quando viene scaraventato giù dall’arca, anche quando corre a per di fiato su per il Giant Jack, Rufy non si da mai per vinto. Il dio Ener, che altro non è che un bambino capriccioso capace di scagliare fulmini. Pronto a distruggere un’intera isola per raggiunger il Warth fatato. Luogo che, effettivamente raggiunge off-screen, dopo essere cacciato via da Rufy.
3) Rob Lucci
“Inseguirò la donna che ha osato interferire con il Governo Mondiale, dovessi farlo fino al capo del mondo… e poi la cancellerò dalla faccia della Terra! Lo farò in nome della giustizia oscura!“
– Rob Lucci
Torniamo un po’ indietro nel tempo, molto prima degli eventi di Egghead che hanno segnato il ritorno di Lucci come membro del CP0. Rufy e gli altri giungono a Water Seven (anche detta la saga della lealtà) per riparare la Going Merry facendo così la conoscenza dalla Galley-La company e dei suoi carpentieri. Non sanno che qualcun’ altro è arrivato già prima di loro, in missione per conto del Governo Mondiale. Il CP9, infatti, si è infiltrato a Water Seven con il chiaro obiettivo di impossessarsi dei piani di Pluton, una delle tre armi ancestrali. L’arrivo dei pirati rappresenta per loro un inconveniente di poco conto e, anzi, l’occasione per catturare la fuggitiva Nico Robin.
Quel maledetto pizzetto è solo la punta dell’iceberg di uno dei villain più fastidiosi di One Piece ma che di certo non poteva mancare in questa lista.
Tra i membri del CP9, tutti ugualmente spregevoli e scorretti, si distingue Rob Lucci. Alto, slanciato e vestito in maniera impeccabile, Lucci sembra un po’ la copia in negativo di Sanji. Dove il secondo però agisce sempre con grande passione e calore, il primo è caratterizzato da una freddezza spaventosa. Raramente lo vediamo esprimere la benché minima emozione, assorbito com’è dagli ordini che gli sono stati assegnati. Rob Lucci si muove con indolenza e indifferenza mostrando un lato più profondo di sé in rare eccezioni. Quando, per esempio, viene offeso sia da Usopp che da Iceberg, o quando i suoi sottoposti non si dimostrano all’altezza del compito.
Per lui debolezza, empatia e gentilezza sono concetti inconcepibili. Tutti portano al fallimento e il fallimento non è contemplato. Eppure, nello scontro con Rufy a Enies Lobby, anche la maschera impassibile di Lucci cade lasciando trasparire la bestia che si annida dietro. In questo senso, il frutto del diavolo Felis Felis modello leopardo di tipo Zoo Zoo è solo una manifestazione dello spirito bestiale del personaggio. I vestiti eleganti e i modi composti nascondono un animale che dà il peggio di sé quando provocato e che non può tollerare che un ragazzino sbucato dal nulla gli metta i bastoni tra le ruote.
4) Akainu
All’interno della Marina sono diffuse tre tipologie differenti di ideologie riguardanti la Giustizia. Tra chi segue la cosiddetta Giustizia Unlcear e chi si fa promotore di quella Oscura, troviamo all’estremo la Giustizia Assoluta. Nell’opera di Oda il massimo esponente di questa ideologia è Akainu. Ammiraglio durante la Guerra per la Supremazia e Grand’Ammiraglio dal salto temporale in poi, Akainu è un leader forte e capace ma anche un estremista che non conosce scale di grigio. La sua stretta ferrea ha permesso alla Marina di reggersi in piedi dopo la Guerra, di consolidare la sua forza persino. Eppure non possiamo dimenticare le atrocità che lui stesso ha compiuto in nome di questa fantomatica Giustizia.
L’ideologia Assoluta, sotto il comando di Akainu, si è evoluta in Giustizia Radicale, fatta di dogmi da seguire ciecamente e da realizzare anche a costo di stragi di massa.
Come avviene sull’isola di Ohara, quando dà l’ordine di distruggere la nave che stava facendo evacuare i civili. Il suo senso di giustizia violento e intransigente non risparmia nessuno. Civili, pirati e persino marine, tutti sono devono essere puniti con la morte se rischiano di sovvertire l’ordine mondiale e le sue regole. Già prima quindi di diventare Grande Ammiraglio, Akainu è ben noto tra i ranghi per il suo carattere brutale e privo di empatia. Una violenza confluita nell’odio viscerale nei confronti dei pirati e che raggiunge il suo apice in quella tristemente memorabile Guerra per la Supremazia.
Al contrario di Sengoku, Garp e persino Aokiji, non prova alcun rispetto nei confronti dei pirati leggendari come Shanks o Barbabianca, né tantomeno nei confronti di Gol D. Roger. Come se non bastasse, proprio per questo suo punto di vista estremo, è convinto che non esista margine di redenzione e che i figli dei pirati siano dunque destinati a ripercorrere la strada e le colpe dei padri. L’esistenza stessa di Rufy e Ace rappresenta, secondo lui, una minaccia più che sufficiente per sbarazzarsi dei ragazzi al più presto.
Con un pugno di puro magma incandescente, l’ammiraglio uccide Ace sotto gli occhi increduli di suo fratello e i nostri impotenti e pieni di lacrime.
Nel mondo di One Piece, Akainu rappresenta dunque non solo il conto in sospeso più grande a livello personale per Rufy ma anche il suo esatto opposto. Perché, se da un lato la morale del nostro capitano è la libertà assoluta, quella del marine è la dittatura militare. Due punti di vista totalmente agli antipodi che si realizzano, di fatto, in azioni e reazioni contrastanti. Laddove Rufy lotta strenuamente affinché chiunque nel mondo possa dirsi libero, Akainu usa l’oppressione per radunare il mondo sotto un’unica bandiera.
5) Donquixote Doflamingo
“I pirati sono il male? E la Marina è la giustizia? Bene e male non sono che colori sulla tela, i cui nomi cambiano di continuo! […] Solo chi è al potere può stabilire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato! […] “La giustizia vincerà”?! Ovvio! Perché sono i vincitori a essere nel giusto!“
– Do Flamingo
La follia in persona. Non pensiamo ci sia un altro modo più efficace per descrivere chi o cosa sia esattamente Doflamingo. E pensare che nell’episodio 151, quando compare per la prima volta in One Piece, non avevamo la minima idea di quanto il suo ruolo sarebbe stato determinante nella storia. Membro della Flotta dei Sette e sovrano di Dressrosa, Doflamingo è il burattinaio che, per dieci anni, ha tenuto sotto scacco un’intera nazione. Avido, egoista e machiavellico, Donquixote è un villain che fa gelare il sangue nelle vene, capace di compiere atti di crudeltà immane sempre con il sorriso sulle labbra. Un sorriso maniacale che, non a caso, gli ha fatto guadagnare anche il soprannome di Joker, quando lavorava come tramite per i loschi traffici di Kaido.
Doflamingo è, in realtà, un nobile mondiale, cacciato insieme alla sua famiglia dalla terra santa di Marijoa quando suo padre ha rinunciato a titoli e ricchezze. Un evento che sconvolge la vita del giovanissimo Donquixote e ne sancisce il destino. Fin da piccolo, infatti, contrariamente al fratello Rosinante, Donquixote si mostra arrogante ed egoista, convinto della sua superiorità innata in quanto nato nobile. Nei confronti del padre, a cui imputa la colpa di tutto, il ragazzino comincia a nutrire un disprezzo che lo porta a uccidere il genitore. Paradossalmente, i membri della sua ciurma sono ai suoi occhi la sua vera famiglia accettando tra le sue fila personaggi molto diversi gli uni dagli altri. Per loro, Doflamingo è pronto a uccidere senza pietà mostrando così un affetto malsano ma genuino.
Per il resto, sia la Flotta dei Sette che il regno di Dressrosa, sono solo dei giocattoli da usare a piacimento per questo villain di One Piece.
Non nutre alcun rispetto per l’autorità o le regole, piegando spesso la volontà del governo mondiale ai suoi capricci. In lui follia e arroganza convivono e dirigono ogni sua azione spingendolo ad agire come più gli piace solo perché si sente in diritto di poterlo fare. Ama il controllo e il suo potere è un riflesso di questa pulsione, trasformandolo nel perfetto burattinaio da incubo. C’è una sola cosa che Doflamingo teme ed è proprio l’unica cosa su cui non ha alcun controllo: la discendenza della D. E sarà proprio un ragazzino con la D. nel nome a segnare la sua rovina.
6) Charlotte Katakuri
Dei “Tre dolci generali” è lui a fare più paura. La famiglia di Big Mom, infatti, è composta da numerosi membri, soprattutto figli. Così tanti che, non lo nascondiamo, a un certo punto della saga di Whole Cake Island era meglio prendere appunti. Ognuno di loro ricopre un ruolo ben preciso nel regno di Tottoland e nella gerarchia militare capeggiata dall’unico Imperatore del mare donna. Dopo aver lasciato Dressrosa e aver sconfitto Doflamingo, Rufy, Zoro, Franky, Usopp, Law e Robin si ricongiungono con gli altri sull’isola di Zou. Una tappa dovuta prima di poter proseguire alla volta di Wano e riportare il clan Kozuki al potere. Su Zou, però, le cose non vanno come programmate e un imprevisto spiacevole porta via Sanji dal resto del gruppo.
Il cuoco degli Strawhats Pirates cede al ricatto della sua famiglia per proteggere le persone che ama e accettando così il matrimonio combinato con Charlotte Pudding. Una delle tante figlie di Big Mom, carina in apparenza ma dall’animo diabolico. Ma pensate davvero che Rufy possa lasciare andare via Sanji con tanta facilità? Certamente no e, infatti, il capitano insieme a Nami, Chopper, Brooke e Carrott parte alla volta di Tottoland per salvare Sanji e riunire la squadra.
Una breve interruzione, lunga circa 100 episodi che porta i nostri sulle isole dolciose dominate da Big Mom e li costringe a scontrarsi con la sua famiglia. Whole Cake Island è una saga straordinaria per due motivi fondamentali. Il primo è l’arco narrativo riguardante Sanji, mentre il secondo è lo scontro all’interno del mondo degli specchi tra Rufy e Katakuri. A differenza di altri villain combattuti fino a questo momento in One Piece, stavolta Rufy si trova di fronte un avversario dall’etica ferrea. Non ci sono trucchi, giochetti o inganni.
Lo scontro con Katakuri permette a Rufy di crescere e imparare dai propri errori ma soprattutto di superare i propri limiti per prepararsi alla battaglia decisiva all’orizzonte in One Piece.
Katakuri è un combattente implacabile ma onorevole, considerato perfetto da tutti i membri della sua famiglia che non sanno delle sue peculiari merende. Fin da bambino non si è mai fatto ferire alla schiena e non ha permesso che lo prendessero in giro per via della bocca. Solo durante brevi frangenti di felicità, si concede il lusso di poggiare la schiena a terra e di gustarsi delle vere leccornie indisturbato.
7) Big Mom
Big Mom fa la sua breve apparizione nell’arco dell’Isola degli Uomini Pesci, per insegnarci come, nel vasto universo di One Piece, tutti hanno un piano specifico da portare a termine. Prima ancora che Sanji lasci il gruppo, Big Mom ha ormai scritto a caratteri cubitali sulla sua lista nera il nome di Monkey D. Luffy. E una volta arrivato a Tottoland per salvare il cuoco, Rufy deve fare i conti con ciò che lui stesso ha causato. Imparando così, sulla propria pelle che i suoi obiettivi si scontrano spesso e volentieri con quello degli altri personaggi di questo vasto mondo.
La bellezza di questo villain non risiede neppure tanto nel villain stesso ma piuttosto nelle conseguenze e implicazioni con gli altri personaggi di One Piece. Big Mom, infatti, gioca un ruolo determinante nel passato, nel presente e persino nel futuro della narrazione, influenzando l’evoluzione di altri pirati attorno a lei, come Rufy ma anche Trafalgar D. Law. Se dopo gli eventi dell’Isola degli Uomini Pesce, il nome di Big Mom rimane un po’ nel dimenticatoio, dopo quelli d Punk Hazard la minaccia dei due imperatori è ormai sempre più concreta.
Big Mom, tuttavia, è un imperatore non convenzionale in One Piece.
Non ha nulla della ferocia indolente di Kaido e di certo non possiede lo spirito inamovibile di Barbabianca o l’estro di Shanks. Ciò che la contraddistingue è l’imprevedibilità. La cieca e totale imprevedibilità che sfocia in una follia in cui nessuno è al sicuro, neppure i suoi stessi figli. Fin da piccola, infatti, Charlotte Linlin ha avuto un’inclinazione a perdere il controllo, tanto da spingere i suoi genitori a sbarazzarsi di lei. Una fame insaziabile la avvolge e prende i controllo delle sue azioni, come se fosse in una trance. Ed è proprio durante una di queste parentesi maniacali che Linlin ottiene i suoi poteri in un flashback, mentre nel presente rischia di radere al suolo tutta Tottoland.
Una Regina di Cuori capricciosa e infantile che sogna di creare un mondo senza differenze o barriere. Un mondo regolato solo dalle sue regole. Mmmm forse Big Mom ha mal interpretato al canzone di John Lennon. Al termine di Whole Cake Island, l’imperatrice non è per nulla sconfitta ma più arrabbiata che mai giura vendetta nei confronti di Rufy. Una resa dei conti, effettivamente ci sarà, a Wano, dove verrà sconfitta da Captain Kid e Law.
8) Vinsmoke Judge
Nella saga di Whole Cake Island, Big Mom e la sua famiglia non sono gli unici villain terribili che Rufy e gli altri devono affrontare. Nell’arco narrativo oltre a uno dei Quattro Imperatori fa la sua comparsa anche il Germa 66, forza militare tra le più potenti del mondo guidata dalla famiglia Vinsmoke. A capo di questo esercito di cloni dalla forza ineguagliabile troviamo Vinsmoke Judge, il padre di Sanji nonché ex membro del MADS. Judge è un uomo severo, violento e insensibile, convinto che il valore di una persona si misuri solo sulla base della sua forza fisica. Ritiene qualsiasi sentimento una debolezza ed è per questo motivo che, ai suoi occhi, Sanji rappresenta il suo più grande fallimento.
Nella saga di Whole Cake Island, l’introduzione di questo personaggio e degli altri membri della famiglia Vinsmoke getta nuova luce sul passato di Sanji.
Scopriamo, con grande dolore, l’infanzia di soprusi e sofferenza che ha dovuto affrontare il cuoco più amato di One Piece e di come, solo la sua sensibilità innata e l’amore della sorella, siano riusciti a salvarlo dalla prigionia in cui lo aveva gettato il padre. Judge, infatti, compreso che Sanji non sarebbe mai diventato il soldato privo di emozioni che voleva che fosse, lo rinnega come figlio e lo confina in una cella buia all’interno del castello. Con una maschera di ferro in stile Leonardo Di Caprio a condire il tutto. Anche quando i fratelli scendono ripetutamente a fargli visita in cella per picchiarlo senza tregua, Sanji rimane gentile e altruista alimentando il disprezzo del padre.
Molti anni dopo, Sanji è diventato più forte, più abile, trasformandosi effettivamente nel soldato che suo padre sperava ma senza mai dimenticare i preziosi insegnamenti della madre che lo amava sopra ogni altra cosa. Proprio perché fondamentalmente buono, Sanji si piega al ricatto del padre e lo segue nel regno di Big Mom abbandonando la ciurma. Judge stringe un’alleanza con Big Mom per acquisire maggiore potere, infischiandosene del bene dei suoi figli e vendendo Sanji al miglior offerente. Per obbligarlo a sposarsi minaccia i suoi cari e di tagliargli le sue preziose mani. Insomma, siamo di fronte a una figura sgradevole e senza cuore che ha rovinato la vita di tutte le persone che hanno incrociato il suo cammino.
9) Kaido
Tutte le strade li hanno portati qui, all’isola di Wano. Un viaggio durato anni che ha spinto la ciurma di Cappello di Paglia lungo la Grand Line, superando Paradiso e inoltrandosi nel terrificante Nuovo Mondo. Sussurri e leggende di un orco dal potere devastante e incomparabile che nemmeno il Governo Mondiale e la Marina hanno intenzione di mettersi contro. Un mostro accennato solo brevemente a Marineford, quasi come se un presagio di sventura si dovesse abbattere parlandone troppo a lungo. Così, Kaido delle Cento Bestie, uno dei Quattro Imperatori, il più terrificante, fa la sua apparizione tra il terrore e lo stupore generale di Captain Kid e della sua ciurma.
Dopo essersi gettato giù da un’isola nel cielo, nel tentativo di porre fine alla propria vita, Kaido emerge dal buco nel terreno che ha creato senza nemmeno un graffio. Crudele, violento e, soprattutto, annoiato. Già perché è la propria la noia nei confronti del mondo e di chi lo abita a motivare le azioni del pirata. Per lui solo il più forte merita di vincere ed è per questo motivo che decide di avviare una battaglia sanguinosa e violenta con epicentro Wano.
Da questa battaglia, colui che vincerà sarà davvero meritevole di vivere.
Il passato di Kaido rimane ammantato nel mistero. Della sua infanzia e del periodo trascorso nella ciurma di Rocks sappiamo pochi frammenti e che, presumibilmente, i prati di Rocks vennero sconfitti da Roger e da Garp. Lui, che il mondo lo ha esplorato in lungo e in largo, si fa entusiasmare ormai da pochissime cose e anche l’occupazione di Wano rappresenta poco più che un passatempo senza importanza. Quando Rufy e gli altri decidono di intervenire sbarcando sull’isola si rendono orrendamente conto del giogo di sangue e terrore con cui Kaido tiene in pugno Wano.
Al contrario di Teach, Doflamingo e altri villain di One Piece, Kaido non ha alcun interesse personale che non sia la mera conquista del mondo. Obiettivo che vuole raggiungere più per noia che per ambizione. Però possiede una morale, riconosce l’onore della battaglia e il valore del vincitore. Ed è proprio per questo motivo che lo scontro con Rufy e la sconfitta rappresentano il momento più alto della sua esistenza.
10) Marshall D. Teach
“Avanti, ditemi! Come può essere terminata l’epoca dei pirati sognatori?! Suvvia, gente!…I sogni delle persone non svaniscono mai!“
– Barbanera
Quando facciamo per la prima volta la sua conoscenza, siamo spinti a credere che Teach non sia poi così diverso da Rufy. Come Cappello di Paglia parla di sogni e libertà e della volontà necessaria per realizzarlo. Eppure un campanellino d’allarme nella nostra testa ci mette immediatamente in guardia da quella risata sguaiata, da quegli occhi da folle e dai modi rozzi. Il suo cammino si incrocia brevemente con quello di Rufy sull’isola di Jaja, durante la saga di Skypeia, dove entrambi si trovano per cercare informazioni riguardo l’isola nel cielo.
Contrariamente ad altri villain di One Piece che hanno sottovalutato Rufy salvo poi pentirsene amaramente, Teach inquadra subito il ragazzo e lo riconosce come suo pari.
Sono entrambi sognatori ambiziosi e aspirano a diventare il re dei pirati ma Marshall D. Teach (il villain dalla volontà oscura) si accosta all’impresa con intenti molto più malvagi. Subdolo, bugiardo e vigliacco, il pirata non ingaggia mai uno scontro che non sia sicuro di poter vincere, rimanendo defilato per la maggior parte del tempo. Come accade durante la Guerra della Supremazia, dove fa la sua apparizione solo al termine del conflitto per impossessarsi dei poteri di Barbabianca. Teach è l’alterego malvagio di Rufy sotto ogni aspetto possibile. Non crede nella lealtà, nell’amicizia o nella giustizia. Rimane dalla parte del vincente finché gli fa comodo, tant’è che si unisce prima alla ciurma di Shanks e poi a quella di Barbabianca solo per soddisfare i propri egoistici intenti.
I suoi uomini sono solo inutili pedine nelle sue mani, di cui farebbe volentieri a meno se non gli servissero più. La libertà di cui parla è una bugia per nascondere l’egoismo più oscuro e totale di cui è ammantato, proprio come il potere del suo frutto del diavolo. Per cui ha ucciso senza pietà, vorremmo ricordare. Lui e Rufy non sono opposti ma piuttosto due facce della stessa medaglia. Non a caso che il loro viaggio proceda in parallelo, seppur su due binari diversi e che le loro strade non si siano più incrociate, in attesa di uno scontro finale che immaginiamo già cambierà il mondo di One Piece per sempre.