È arrivato sugli schermi The Paper, l’attesissimo spin-off di The Office. E il debutto fa ben sperare, almeno secondo la critica: i primissimi numeri, infatti, sono superiori a quelli che aveva raccolto la serie madre.
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“La domanda da un milione di dollari è: The Paper è all’altezza della serie originale? È troppo presto per dirlo, soprattutto perché The Office ha impiegato a sua volta un po’ di tempo per trovare il suo ritmo. Ma anche se non è proprio allo stesso livello, è un degno successore”.
Così Laura Sarner del New York Post ha accolto The Paper, l’attesissimo spin-off di The Office. E in fondo la sua presa di posizione è una perfetta sintesi dell’intera news. Nella giornata odierna, la comedy ha infatti esordito su Peacock con la prima stagione da dieci episodi, rilasciata in blocco, ed è già stata rinnovata per un secondo ciclo di puntate. Non abbiamo ancora i primissimi riscontri del pubblico per ovvi motivi, ma in compenso la critica si è già espressa a riguardo. In termini piuttosto positivi: niente di entusiasmante, ma con uno spin-off del genere incombe sempre lo spettro del disastro. Bene così, allora: buono, ma non eccezionale.
Ciò è sufficiente, tuttavia, per permettere a The Paper di esordire con una marcia in più rispetto all’iconica serie madre. Stando a quanto emerge dai dati di Rotten Tomatoes, infatti, La prima stagione di The Paper ha attualmente un punteggio dell‘85% sul Tomatometer, basato su 54 recensioni, ed è sulla buona strada per ottenere la certificazione “fresh”. Ripetiamo ancora: niente di memorabile, ma la prima stagione di The Office vanta un punteggio inferiore, fermo al 71%, e viene superata addirittura sulla media generale, attestatasi all’81%.
Ciò vuol dire qualcosa: questo è un buon debutto.
C’è da considerare, però, che la prima stagione di The Office non fu apprezzatissima (a torto, a dirla tutta), e manca soprattutto il riscontro principale: quello del pubblico.
Segnaliamo, infine, alcune critiche ricevute da The Paper. In particolare, la posizione di Inkoo Kang del New Yorker: “Mi sono ritrovato distratto dalla nostalgia per il giornalismo dell’era Watergate dalla mia nostalgia per le sitcom dei primi anni Duemila. Al contrario, il torpore di The Paper esemplifica la crisi di ritmo dell’era dello streaming”.
La critica approva in parte, allora. Ma occhio ai voli pindarici: per il momento, è una promozione con riserva.
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