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«Non siamo turisti televisivi»: Netflix risponde alle polemiche su Adolescence dopo il trionfo agli Emmy 2025

Adolescence, serie Netflix, trionfa agli Emmy 2025

No, a quanto pare la gestione di Netflix nei mercati locali non piace a tutti. E ora si riaccende la polemica, dopo il trionfo di Adolescence agli Emmy 2025.

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Quanti meriti ha Netflix nel successo straordinario di Adolescence, una delle migliori serie tv del 2025? La risposta sembrerebbe scontata, ma merita un approfondimento. Dopo il trionfo agli Emmy 2025, si riaccende una polemica di cui non si è parlato granché in Italia. E riguarda, essenzialmente, la gestione della piattaforma nei mercati locali. Da un lato, ci sono i network nazionali che investono nel lungo periodo su attori, sceneggiatori e registi; dall’altra c’è Netflix che si comporterebbe, secondo i più critici, come un “turista televisivo”, limitandosi alla commissione di titoli specifici. Come Adolescence, per l’appunto.

La questione andrebbe analizzata da svariati punti di vista per elaborare un’opinione sul tema, ma in questo momento ci fermiamo alle parole di alcune settimane fa di Louisa Compton, direttrice delle news di Channel 4.

Intervenuta nel corso dell’Edinburgh TV Festival, aveva detto: “Abbiamo sviluppato e coltivato il talento che ha permesso a Netflix di affermarsi come turista televisivo e di commissionare di fatto [Adolescence]. Senza di noi, questo non sarebbe successo”.

Nelle ultime ore è arrivata la risposta di Anna Mallett, vicepresidente della produzione EMEA/Regno Unito di Netflix. Eccola: Non siamo turisti. Adolescence è un ottimo esempio della nostra strategia, che consiste nel creare contenuti locali del Regno Unito per il pubblico locale del Regno Unito. Ed è fantastico che abbia avuto risonanza a livello globale. Netflix opera nel Regno Unito da 15 anni. Negli ultimi quattro anni abbiamo investito 6 miliardi di sterline, abbiamo collaborato con 200 società di produzione e migliaia e migliaia di attori e troupe. Quindi ci consideriamo parte integrante di un ecosistema incentrato sul pubblico”.

Mallett non è l’unica ad aver replicato alle parole di Compton.

Nelle scorse settimane, infatti, si era espressa a riguardo anche Mona Qureshi, dirigente di Netflix UK: “Non credo di essere una turista, ci sono già stata”.

E ancora: “Niente di ciò che riguarda dove mi trovo, dove ci sediamo e le conversazioni che abbiamo avuto su Adolescence arriva da qualcosa di diverso da noi, all’interno del team della rete britannica. La rete si occupa esclusivamente di trovare programmi e parlare con il nostro pubblico locale”.

La dirigente Netflix conclude: Siamo tutti parte dello stesso ecosistema. Adolescence è semplicemente nata dal fatto che abbiamo letto una sceneggiatura, abbiamo risposto a questo fantastico team creativo ed eravamo propensi a realizzarla fin dall’inizio… Nessuno pensa in termini di globale, facciamo qualcosa di globale. Si tratta solo di essere in sintonia con ciò che il mercato locale vuole, e con ciò che noi come committenti sentiamo che ci ispira e ci coinvolge”. Capitolo chiuso? Con ogni probabilità, se ne riparlerà in futuro.

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