Vai al contenuto
Serie TV - Hall of Series » News » Una puntata di Holly e Benji finisce in aula di tribunale: denuncia per violenza sulle donne

Una puntata di Holly e Benji finisce in aula di tribunale: denuncia per violenza sulle donne

Ci sono storie che hanno dell’incredibile e questa è decisamente una di quelle. Holly e Benji è sicuramente uno degli anime che ricordiamo con maggiore affetto. Questa serie animata ci ha fatto compagnia durante tanti pomeriggi e ci ha fatto appassionare al mondo del calcio. L’anime del 1983, conosciuto nel resto del mondo con il nome di Captain Tsubasa, vede al centro della trama Holly, un ragazzino che sogna di vincere i mondiali di calcio con il Giappone. La serie segue la sua crescita dalle prime esperienze in questo sport fino al suo trasferimento in club professionistici. Tra episodi decisamente assurdi e appassionanti partite di calcio (infinite) questo anime è riuscito a far breccia nei nostri cuori. Holly e Benji (ecco 15 cose che non capiremo mai di questa serie animata) è l’anime dedicato al calcio più famoso e per questo le repliche degli oltre 100 episodi continuano a essere trasmesse in ogni parte del mondo. Tre anni fa poi è stato realizzato un reboot della serie animata che ha raccontato dall’inizio la storia di Holly e Benji e del loro sogno (scopri qui tutti i dettagli). Tuttavia questo anime ha procurato non pochi problemi ad una rete televisiva cilena.

Un episodio di Holly e Benji è stato, infatti, al centro di una disputa giudiziaria perché accusato di glorificare la violenza sulle donne.

Nell’episodio 33 dell’anime Julian Ross, l’attaccante della squadra Mambo di Tokyo, schiaffeggia la manager della squadra Amy Aoba. La ragazza, infatti, ha rivelato ad Holly i suoi problemi cardiaci che lui voleva mantenere segreti. La puntata è stata trasmessa sulla televisione pubblica cilena TVN nel 2019 e ha fatto scoppiare un vero polverone. Per quanto la puntata non sia invecchiata benissimo, magari indignarsi per la replica di un episodio andato in onda per la prima volta negli anni ’80 potrebbe essere un tantino eccessivo.

Ma le cose si sono spinte addirittura oltre, quando la corte del paese ha denunciato l’emittente per aver trasmesso l’episodio. Al termine della causa la TVN è stata condannata a pagare una salatissima multa di circa 7 mila dollari. Ma i legali dell’emittente hanno deciso di ricorrere in appello e dopo un anno la decisione dei giudici ha ribaltato completamente la sentenza. Il giudice, dopo ave analizzato a fondo l’episodio di Holly e Benji, ha riscontrato che l’episodio non è affatto una glorificazione della violenza sulle donne. Ha infatti affermato:

Uno dei protagonisti soffre di un problema cardiaco che vuole mantenere segreto e una ragazza che lui considera amica lo rivela al suo rivale, così lui schiaffeggia la ragazza in una frazione di tempo minore di un minuto, perché pensava che lei non avesse diritto di raccontare il suo segreto, in quanto avrebbe tolto al suo rivale il desiderio di competere; così facendo ha indicato alla ragazza la sua volontà di non vederla più intervenire nella questione.

Insomma il giudice ha stabilito che l’emittente non dovrà pagare nessuna multa per aver trasmesso quella puntata di Holly e Benji, mettendo fine all’assurda disputa giudiziaria. Per il giudice la menager Amy Aoba non ha ricevuto il manrovescio perché era una donna, ma perché aveva tradito la fiducia di Julian Ross, rivelando il suo segreto.

Nel frattempo in questi giorni si è conclusa la pubblicazione del manga Captain Tsubasa Memories con il quinto e ultimo volume apparso, come gli altri, sul Grand Jump Premium. Quest’ultimo volume ha raccontato proprio l’arrivo di Holly nella nuova città, ricollegandosi quindi all’inizio del storia che ben conosciamo. L’anno scorso poi la Fifa ha deciso di omaggiare l’anime, utilizzando per il Mondiale per Club come pallone ufficiale della competizione l’Adidas Tsubasa ispirato proprio a Holly e Benji. Questo anime dopo quasi trent’anni continua ad essere amato e celebrato e secondo quanto dimostra la vicenda cilena, anche a far discutere.