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Complice il lungo periodo di lockdown il grande pubblico seriale italiano ha avuto l’opportunità di riscoprire su Netflix uno dei gioielli più fulgidi della nostra televisione: Boris. Uno dei volti più celebri di questo incredibile, irriverente e a suo modo profondo prodotto nostrano è indubbiamente quello di Francesco Pannofino, che proprio tramite Boris è stato consacrato agli occhi del grande pubblico diventandone uno degli attori più amati.
Proprio in questa settimana, intervistato da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio all’interno del loro programma radiofonico “I Lunatici” (format notturno di Rai Radio 2), Pannofino ha riaffrontato il tema Boris. Si è soffermato sia sul ritorno di fiamma del pubblico che su alcuni aneddoti personali.
“Questo ritorno in auge di Boris dimostra che avevamo fatto veramente una bella cosa. C’era un grado di umorismo, intelligenza narrativa e libertà espressiva che hanno portato a un prodotto straordinario.”

Non poteva mancare ovviamente una riflessione sulla possibilità di realizzare una nuova stagione di Boris. Rispondendo alla quale traspare con gran forza l’affetto e l’attaccamento dell’attore alla serie:
“Datemi una giacchetta e sono pronto, non è un problema. Magari, che partano iniziative dal pubblico per chiedere la quarta stagione è segno di affetto da parte del pubblico.”
Francesco Pannofino prosegue svelando alcuni retroscena legati all’inizio della sua partecipazione a Boris. Infatti aveva sostenuto il provino sia per il ruolo di Renè Ferretti che per la parte di Duccio:
“Quando mi proposero il provino per fare Boris ho capito subito che si trattava di un capolavoro. Non conoscevo gli autori, non so con quale criterio mi abbiano chiamato. Subito dopo il provino mi sono trovato a mio agio, è stato un incontro felice, capitano raramente. È come l’amore, è difficile da incontrare.”
Beh, è andata decisamente bene, non credete?
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