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Mythic Quest funziona perché l’era delle workplace comedy non è ancora finita

La conclusione quasi in contemporanea di Brooklyn Nine-Nine e Superstore, per molti aspetti considerate le ultime sopravvissute dell’epoca d’ora delle workplace comedy, sembrava poter rappresentare in larga parte anche la fine di un genere che aveva i suoi capostipiti morali in The Office e Scrubs. In particolare, è dalla stanza degli autori di The Office che hanno avuto origine quasi tutte le comedy ambientate sul posto di lavoro che avrebbero reso il genere così amato negli anni: sono stati Greg Daniels e Micheal Schur a creare Parks and Recreation, Schur e Dan Goor a dare vita a Brooklyn Nine-Nine, Mindy Kaling a portare sullo schermo The Mindy Project e Justin Spitzer a trasformare da idea a realtà Superstore. Eppure, la conclusione dell’era delle workplace comedy eredi di The Office, che hanno dominato il settore negli ultimi quindici anni e sembravano destinate con la loro fine a segnare anche la fine del genere, non ha lasciato il vuoto che in molti si sarebbero aspettati. Una delle peculiarità della workplace comedy è infatti quello di essere estremamente adattabile ai contesti sociali in cui si sviluppa e potersi sempre rinnovare, raccontando nuove realtà lavorative significative oppure andando ad esplorare l’impatto dei cambiamenti nella società su settori che apparivano ben consolidati. E così, proprio come l’Idra di Lerna, anche al mostro delle workplace comedy sono spuntate nuove teste al posto di quelle ormai decapitate, tra cui spiccano senza dubbio tre produzioni: Abbott Elementary, di gran lunga la più tradizionale, Ted Lasso e Mythic Quest.

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Rob McElhenney, Charlotte Nicdao (640×360)

Ted Lasso e Mythic Quest, le due punte di diamante di Apple Tv+ per quanto riguarda le comedy, sono due produzioni completamente diverse l’una dall’altra, ma hanno in comune due fattori: sono state create da team che hanno già lavorato ad alcune delle commedie televisive più di successo della storia della televisione (Scrubs per Ted Lasso, It’s Always Sunny in Philadelphia per Mythic Quest) e sono workplace comedy, sebbene i toni e gli ambienti siano completamente diversi. E laddove Ted Lasso è un’opera che rifiuta tutti i canoni prestabiliti del genere, nel caso di Mythic Quest possiamo invece evidenziare una certa continuità con le commedia ambientate sul posto di lavoro che hanno rivoluzionato la televisione negli ultimi quindici anni e in particolare con The Office e Superstore.

Una continuità che non è elemento di penalizzazione per la produzione Apple Tv+, ma anzi sottolinea come anche al giorno d’oggi il mondo della televisione abbia bisogno delle workplace comedy.

Non è una caso che, nella sua recensione della prima stagione di Mythic Quest, il The New Yorker abbia definito la serie “una versione dolce e buffa di The Office ambientata nel mondo dei creatori di videogiochi”. La commedia creata da Charlie Day, Megan Ganz e Rob McElhenney (che interpreta anche il protagonista Ian Grimm) per Apple Tv+ è infatti per molti aspetti simile a quella che è diventata la workplace comedy per eccellenza, perché proprio come The Office ha scelto di raccontare le vicende di un luogo di lavoro che è emblematico dell’era in cui la serie va in onda. In questo caso non si tratta però dell’industria della carta che sta per essere soppiantata dal digitale, né come in Superstore dei grandi magazzini destinati a scomparire con l’arrivo di Amazon e dei rivenditori online, bensì di un settore economico in forte ascesa, dove a fare da padrona è la competizione serrata: quello dei videogiochi.

Rob McElhenney, Charlotte Nicdao, Jessie Ennis (640×360)

Mythic Quest sceglie allora di raccogliere l’eredità delle workplace comedy che l’hanno preceduta e di farla propria, adattandola a una realtà completamente rivoluzionata. Una rivoluzione che non è soltanto quella del digitale raccontata nella serie e già di fatto protagonista invisibile di tante delle produzioni che l’hanno preceduta, ma che è anche quella del mondo della televisione in cui la workplace comedy va in onda. A differenza di The Office, Parks and Recreation, Brooklyn Nine-Nine, Scrubs, Superstore e persino Abbott Elementary, che è contemporanea a Mythic Quest, la produzione Apple Tv+ non va in onda negli Stati Uniti sui grandi network tradizionali, bensì è diffusa in tutto il mondo da una piattaforma digitale, che è un attore importante anche nel mondo dei videogiochi che la serie racconta.

Ecco allora che, fin dalle modalità con cui è creata e diffusa, Mythic Quest diventa il paradigma di una nuova era per le workplace comedy, che pur ispirandosi dichiaratamente alle produzioni precedenti segna un momento di svolta necessario, una piccola rivoluzione che ridà slancio a un genere che abbiamo avuto il timore non avesse più molto da dire.

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Mythic Quest, Apple Tv+ (640×360)

Mythic Quest funziona perché l’era delle workplace comedy non è finita, ma in una società in cui è cambiato il mondo del lavoro era necessario che anche le produzioni che ne parlano si trasformassero.

E, a modo suo, la serie creata da Charlie Day, Megan Ganz e Rob McElhenney, pur non stravolgendo il formato della workplace comedy e non cambiando né i toni né le dinamiche, ha saputo essere abbastanza moderna da mostrare che il genere televisivo a cui appartiene è in grado di adattarsi anche alle logiche della televisione contemporanea.

Lo studio di creazione di videogiochi in cui è ambientata la serie non è molto diverso dalla Dunder Mifflin di The Office o dal Cloud 9 di Superstore per quanto riguarda i personaggi o le dinamiche che si instaurano tra di loro, eppure vi è nella comedy di Apple Tv+ un livello di profondità narrativa leggermente superiore, un approfondimento psicologico dei protagonisti che la distingue dalle serie che l’hanno preceduta e l’avvicina invece alle richieste che la televisione contemporanea ha per le comedy, sempre più lontane dal formato della sitcom e pronte a fare propri alcuni elementi che per decenni sono stati peculiari delle serie drammatiche.

Rob McElhenney, Charlotte Nicdao, F. Murray Abraham (640×360)

Il successo di Mythic Quest, rinnovata per una quarta stagione ancora prima che la terza andasse in onda, deriva dalla capacità dei suoi creatori di capire che l’era della workplace comedy non era affatto finita, ma aveva bisogno di nuovi stimoli, di raccontare realtà differenti con toni che fossero almeno in parte diversi rispetto a quelli visti finora. Se con Ted Lasso Apple TV+ ha scelto di perseguire la strada della dramedy e narrare una storia che spicca per originalità e profondità emotiva, la comedy ambientata nel mondo degli sviluppatori di videogiochi è invece molto più folle e canonicamente divertente, rimanda quasi alle sitcom per struttura ma sa distaccarsene a sufficienza da dimostrare di essere qualcosa di innovativo e assolutamente indispensabile nella televisione contemporanea.

L’arrivo di Mythic Quest sui nostri schermi, così come quello di Abbott Elementary, hanno dimostrato che anche generi televisivi che pensavamo avere esaurito tutto quello che avevano da dire possono invece rinascere dalle proprie ceneri grazie all’idea giusta e una buona dose di coraggio e innovazione, qualcosa che speriamo possa ripetersi spesso in futuro. Perché l’era delle workplace comedy non è finita e, con una buona di fortuna e idee originali, potrebbe non finire mai.

Mythic Quest ha tutte le carte in regola per essere la nuova workplace comedy di riferimento