Ogni giorno proviamo a raccontare le serie TV con la stessa cura e passione che ci hanno fatto nascere.
Se sei qui, probabilmente condividi la stessa passione anche tu.
E se quello che facciamo è diventato parte delle tue giornate, allora Discover è un modo per farci sentire il tuo supporto.
Con il tuo abbonamento ci aiuti a rimanere indipendenti, liberi di scegliere cosa raccontare e come farlo.
In cambio ricevi consigli personalizzati e contenuti che trovi solo qui, tutto senza pubblicità e su una sola pagina.
Grazie: il tuo supporto fa davvero la differenza.
➡️ Scopri Hall of Series Discover
È sulla bocca di tutti da ormai una settimana, e non a caso: il lavoro di Ryan Murphy e Charlie Hunnam è stato semplicemente straordinario. Stiamo parlando della terza stagione di Monster: La storia di Ed Gein (qui recensita), questa volta dedicata all’oscura figura del serial killer che sconvolse l’America al punto da lasciare un’impronta indelebile sull’immaginario collettivo e sul cinema stesso, come racconta con efficacia la Serie Tv. Più volte, nel corso degli ultimi giorni – e come spesso accade con una produzione biografica di questo tipo – si è discusso della veridicità della narrazione. L’interrogativo, come in ogni stagione, resta invariato: cosa è realmente accaduto, e cosa invece ci è stato mostrato ma appartiene alla finzione?
Il lavoro compiuto da Ryan Murphy all’interno di Monster è stato, in pieno stile murphiano, un equilibrato intreccio tra realtà e interpretazione dei fatti. Ogni scelta narrativa è stata pensata con l’obiettivo di stimolare una riflessione profonda sulla verità, gettando luce sul passato, sui traumi e sul tormentato rapporto – al tempo stesso perverso e controverso – che Ed Gein aveva con la madre.
Ma cosa è successo davvero tra il 1906 – anno di nascita di Ed – e il 1984? Ricostruiamo insieme i fatti, provando a capire la realtà dietro Monster: La storia di Ed Gein

Il rapporto con la madre Augusta Gein
Ed Gein nacque il 27 agosto 1906 in una famiglia infelice e profondamente disfunzionale. Da una parte c’era il padre, un uomo alcolizzato che, dopo aver gestito una piccola drogheria, rimase disoccupato e iniziò a lavorare saltuariamente come carpentiere e agente assicurativo. Dall’altra parte, invece, c’era la madre, una figura che Monster: La storia di Ed Gein descrive con una certa aderenza ai fatti. Come raccontato nella Serie Tv, Augusta Gein era una fanatica religiosa che pretendeva che i figli non intrattenessero alcun tipo di relazione con le donne, viste da lei come ‘figlie del diavolo.’ Per questo motivo, li costrinse a promettere che sarebbero rimasti vergini.
Augusta non avrebbe mai usato violenza fisica contro Ed, ma esercitava su di lui un controllo attraverso comportamenti morbosi, ossessivi e disturbanti, con l’obiettivo di tenerlo legato a sé, lontano dalle donne, dagli amici e da qualsiasi forma di evasione. Una presenza opprimente da cui il fratello Henry, prima della sua morte – per la quale Ed non fu mai formalmente accusato, nonostante alcune zone d’ombra, come la sospetta rapidità con cui indicò l’esatta posizione del corpo – cercò di distaccarsi, mentre Ed vi si immergeva sempre di più.
Il punto di rottura arrivò con la morte di Augusta, stroncata da un ictus: fu in quel momento che il fragile equilibrio mentale di Ed si spezzò definitivamente. Da allora, perse ogni contatto con la realtà, cominciando a vivere una doppia vita. Ed è qui che nasce una delle domande più discusse degli ultimi giorni: Ed Gein indossava davvero gli abiti della madre, impersonandola? Secondo diverse fonti sì, e il motivo risiederebbe nei macabri ritrovamenti effettuati nella sua abitazione al momento dell’arresto, tra cui una sorta di “baby suit” femminile che lui stesso ammise di indossare per sentirsi come sua madre.
Da questo punto di vista, la Serie Tv si sarebbe quindi mantenuta vicina alla realtà, ma non in tutto. A quanto pare, infatti, Ed non avrebbe mai disotterrato il corpo di Augusta: questo dettaglio rappresenta una scelta narrativa e un’interpretazione di Ryan Murphy, volta a mostrare quanto profondamente il pensiero della madre continuasse a dominare la mente del figlio, persino dopo la sua morte, fino a fargli smarrire del tutto il senso della realtà, come accade quando immagina conversazioni e situazioni mai realmente avvenute.
Ma questo non vale per gli altri cadaveri: furono molti più di quanto si creda, e più di quanti Monster abbia mostrato. Dalla pelle di quei corpi, Ed realizzò oggetti per arredare la propria casa, come la lampada e la sedia che si vedono nella Serie Tv.

La voce di Ed Gein
L’interpretazione di Charlie Hunnam in Monster: La storia di Ed Gein è stata semplicemente straordinaria. Il linguaggio del corpo, lo sguardo vuoto e smarrito, l’incapacità di comprendere cosa stia accadendo: ogni dettaglio è stato studiato con estrema cura dall’attore, che in un’intervista ha rivelato anche un elemento cruciale legato alla voce di Ed Gein. Hunnam ha infatti raccontato di aver avuto accesso a un audio riservato, mai reso pubblico dalla polizia, in cui si può ascoltare la vera voce di Gein, da cui ha poi tratto ispirazione. Questo aspetto dell’interpretazione non è quindi un espediente scenico per enfatizzare la dissociazione mentale del personaggio, ma un tratto autentico, riconducibile ancora una volta al rapporto disturbato con la madre.
Charlie ha infatti spiegato così la vicenda: «Non era la sua voce. Era quella che sua madre voleva che fosse. Sua madre desiderava disperatamente una figlia, e per questo, nei momenti peggiori, gli diceva: ‘Avrei dovuto castrarti quando sei nato.’»
Il ruolo di Adeline
Resta tuttora poco chiaro il rapporto tra Ed e Adeline, l’unica persona a cui lui sembrerebbe aver mostrato il suo vero io, condividendo con lei alcune delle sue perversioni più disturbanti. Nella realtà, non è mai stato chiarito in che misura la ragazza abbia effettivamente partecipato o contribuito agli orrori di Ed. Quello che sappiamo è che tra i due ci sarebbe stato un legame reale, ma che si interruppe dopo pochi mesi e che venne successivamente smentito dalla stessa Adeline, che dichiarò di non aver mai avuto nulla di serio con lui. Le dichiarazioni, spesso contraddittorie, non hanno mai permesso di comprendere fino in fondo il suo ruolo nella vita di Ed né tantomeno se fosse davvero a conoscenza del suo lato più oscuro, come invece suggerisce la Serie Tv.
Ilse Koch ispirò davvero Ed Gein come raccontato nella Serie Tv Netflix?
Monster: La storia di Ed Gein racconta come la brutalità disumana del nazismo, incarnata da Ilse Koch, abbia influenzato profondamente Ed Gein, che ne avrebbe tratto ispirazione attraverso racconti e immagini disturbanti. Nella realtà, sappiamo che Ed trascorreva molto tempo leggendo riviste pulp e storie d’avventura, con una particolare predilezione per i racconti dell’orrore che parlavano proprio di Ilse Koch. Tuttavia, il suo nome non venne mai menzionato durante gli interrogatori, né fu mai considerata una delle possibili fonti dirette delle atrocità commesse da Ed.

Le vittime che Monster: La storia di Ed Gein racconta sono reali?
Nel corso di Monster: La storia di Ed Gein, abbiamo assistito al racconto di diverse vittime che sarebbero passate sotto le mani di Ed Gein. Anche in questo caso, la Serie Tv non si attiene sempre fedelmente ai fatti, come dimostra il caso della babysitter Evelyn Hartley. La scomparsa della ragazza, purtroppo, non conobbe mai alcuna soluzione. Le autorità condussero oltre 1.200 interrogatori, ma non riuscirono a identificare il colpevole. Tra i principali sospettati ci fu anche Ed Gein, la cui casa venne ispezionata accuratamente, senza che emergesse alcuna prova concreta che lo collegasse alla ragazza.
Per dimostrare la propria innocenza, Ed scelse spontaneamente di sottoporsi alla macchina della verità, superando il test (cosa che nella Serie Tv avviene dopo l’arresto per la morte di Bernice). Le indagini furono chiuse nel 1959. In seguito, diversi sospettati si fecero avanti, dichiarandosi colpevoli, ma le loro confessioni vennero giudicate non attendibili. Il caso di Evelyn Hartley resta tuttora un mistero irrisolto.
Reale, invece, è l’omicidio di Bernice Worden, effettivamente compiuto da Ed Gein. Come mostrato nella Serie Tv, Bernice era la proprietaria di un negozio di ferramenta e madre del vice-sceriffo. Il figlio, entrando nel negozio, trovò macchie di sangue e la cassa aperta. Il corpo della madre venne poi ritrovato in un capanno all’interno della proprietà di Gein, in una posizione macabra e scioccante, che per la prima volta rivelò l’orrore nascosto dietro il volto apparentemente innocuo di Ed.
Nella Serie Tv si accenna a un presunto rapporto intimo tra i due, ma si tratta con tutta probabilità di un espediente narrativo scelto da Ryan Murphy per rappresentare simbolicamente il rapporto di Ed con il mondo femminile, la sua intimità e il peso ossessivo del ricordo materno. Veritiero è anche l’omicidio di Mary Hogan, una dipendente di una taverna che, come raccontato in Monster, non aveva fatto nulla per provocare Ed, se non ricordargli sua madre per aspetto e atteggiamenti. Anche in questo caso, l’ossessione materna si rivela una componente centrale nella costruzione della mostruosità di Gein.
Il tributo a Mindhunter: Ed Gein aiutò davvero le autorità?
Nel corso dell’ultima puntata, Monster: La storia di Ed Gein racconta il presunto coinvolgimento di Ed Gein nelle indagini su serial killer come Ted Bundy, suggerendo che quest’ultimo fu arrestato anche grazie al suo aiuto. La Serie Tv costruisce questa alleanza con un chiaro richiamo a Mindhunter, la serie prodotta da David Fincher e poi cancellata da Netflix, in cui i serial killer vengono consultati per comprendere la mente criminale.
Nella realtà, però, Ed Gein non avrebbe mai collaborato con le autorità, né fu mai considerato una risorsa investigativa. Le sue condizioni mentali furono oggetto di studio psichiatrico, ma non venne mai coinvolto in attività di profiling né consultato durante altre indagini criminali. L’elemento narrativo inserito nella Serie è dunque frutto di una libera interpretazione autoriale, funzionale al racconto, ma privo di riscontro storico. Attraverso questa scelta narrativa, Murphy utilizzava Ed Gein per mostrare come il male cresca, cammini e diventi implacabile. Alcuni serial killer si sono ispirati a Ed, altri lo vedevano come un mito, in altri un maestro da superare.
Murphy prende questa informazione e la reinventa a modo proprio, mostrando al pubblico il lato più morboso della violenza che diventa mito, ispirazione. In una recente intervista, lo stesso regista affermò di non aver mai pensato di incentrare una stagione di Monster su Ted Bundy perché questo non riuscirebbe ad aprire le porte a una riflessione sulla società, com’è solito fare in ogni sua produzione. Non ci sono dunque dubbi: Ed Gein non aiutò mai nessuna autorità, anche perché in quell’esatto momento storico – come si vede nella Serie Tv – era considerato un paziente psichiatrico totalmente inaffidabile e incapace di essere d’aiuto, per la stessa ragione non fu mai consultato come accadde invece con altri serial killer che, per esempio, vediamo in Mindhunter.
Ed Gein era davvero schizofrenico?
Durante l’ultima puntata di Monster: La storia di Ed Gein, a Ed viene diagnosticata una grave forma di schizofrenia, una condizione che ritroviamo anche nella realtà. La sua percezione del mondo era profondamente distorta, segnata da continue allucinazioni, come quelle mostrate nei dialoghi immaginari con Ilse Koch. Proprio a causa di questa patologia, Ed era convinto di potersi trasformare in sua madre indossando i suoi abiti. Abiti che, spesso, erano realizzati con pelle umana.
Con una diagnosi di questa portata, Ed fu dichiarato mentalmente instabile e incapace di affrontare un processo. Venne quindi internato in un manicomio criminale, dove rimase fino alla sua morte, avvenuta nel 1984 a causa di un’insufficienza respiratoria provocata da un cancro. Fino a quel momento, Ed trascorse il resto della sua esistenza recluso, mentre all’esterno la sua figura diventava oggetto di culto e morbosità: la sua auto venne messa all’asta e trasformata in un’attrazione da fiera, il cinema dell’orrore cominciava a modellarsi sulla sua immagine disturbata, e la sua casa andava in fiamme in un misterioso incendio. Alla notizia, Ed Gein rispose con un freddo e distaccato: «È meglio così.»
Vuoi navigare su Hall of Series senza pubblicità, ricevere contenuti esclusivi e soprattutto scoprire nuove serie tv da vedere che fanno al caso tuo senza dover aspettare ogni volta che ti capiti un articolo, un post o un video? Ti aspettiamo su Hall of Series Discover!




