4. Io sono Iron Man: il primo iconico finale dell’MCU

“Io sono Iron Man”: esiste frase più iconica nell’MCU? (Qui ne trovate altre davvero famosissime). Queste parole chiudono Iron Man, primo straordinario capitolo dell’intero universo condiviso. Un film che è stato un manifesto d’intenti, presentando quello che è stato a tutti gli effetti il grande simbolo di tutto l’MCU. Anche a tanti anni di distanza il primo capitolo di Iron Man rimane uno dei migliori film Marvel. La prima grande apparizione del Tony Stark di Robert Downey Jr. Il primo tassello di un progetto ambiziosissimo. Che al tempo s’intravedeva appena. Ma che a ben vedere è stato sin da subito vincente.
Il finale di Iron Man non è però solo quell’iconica frase. Quello è semmai un compimento. Il geniale colpo di coda di una narrazione davvero convincente. Il finale di Iron Man è anche lo scontro tra Stark e Stane. È Pepper che si prodiga per aiutare Tony, dando anche lei un primo sguardo all’importante e ampio ruolo che è destinata ad avere. Ed è la primissima finestra spalancata sul futuro. Nell’epilogo del film vediamo, infatti, Fury a colloquio con Tony e per la prima volta veniamo a conoscenza del “progetto Avengers”. Il resto, come si suol dire, è storia.
Il peso di Iron Man in tutto ciò che è stato l’MCU è davvero inestimabile. Una dimostrazione, in conclusione, ne è l’attesissimo ritorno di Robert Downey Jr nel franchise. In un altro ruolo, attesissimo e inedito: quello del Dottor Destino. Sarà interessantissimo capire come l’attore vestirà un altro ruolo nell’MCU. Emulare il suo Iron Man non è compito facile, anzi. Se c’è però qualcuno che può farcela quello è sicuramente Robert Downey Jr.
3. Il primo finale iconico di un film Marvel: Spider-Man

Sul gradino più basso del podio troviamo quello che è il film più datato di questa classifica. Non c’è dubbio che la trilogia firmata da Sam Raimi e incentrata sull’uomo ragno abbia costituito uno spartiacque fondamentale nella produzione Marvel. Il primo Spider-Man fu una sorta di apparizione. Un film che sembrava provenire da parecchi anni dopo, e che infatti avrebbe mantenuto per molto tempo una freschezza davvero sorprendente.
Tra le varie cose che colpiscono di Spider-Man (film, ricordiamolo, datato 2002), c’è sicuramente una costruzione narrativa molto ben curata, che ci porta nel cuore del personaggio principale, ma anche del villain di turno. E il compito è senza dubbio più facile quando questo è interpretato da un attore straordinario come Willem Dafoe. Il suo Goblin rimane oggi uno dei cattivi più riusciti dell’intera storia dei cinecomics e la sua morte, nel finale di Spider-Man, resta un momento davvero indimenticabile.
Questa segue uno scontro adrenalinico, in cui Peter si trova costretto a salvare Mary Jane e arriva allo stremo delle sue forze per sconfiggere Osborn. Anticipa, però, anche un altro momento importante. Dopo essere stato trafitto dal suo stesso aliante, Norman viene riportato al suo appartamento da Peter, che viene visto da Harry, Da qui l’odio di quest’ultimo per Spider-Man. Un odio che rimane in piedi anche a causa della promessa fatta da Peter a un morente Osborn: quella di non rivelare la sua identità malvagia a Harry. Tutto l’onore di un personaggio straordinario come Peter Parker in un singolo dettaglio: una caratterizzazione davvero eccezionale.






