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Ve ne avevamo già parlato: La donna nella casa di fronte alla ragazza dalla finestra si è rivelata una piacevole visione, comparsa negli ultimi tempi tra lo sterminato catalogo di contenuti Netflix. L’avevamo definita una folle mistery-comedy nella nostra recensione, e siamo sicuramente ancora di quell’idea, malgrado qualche “se” ce lo siamo portati dietro. Per chi avesse bisogno di una rispolverata alla memoria, facciamo il punto.

Anna (Kristen Bell) è una donna smarrita e depressa, con una seria dipendenza da alcol e pasticche, vittima di un passato traumatico che non riesce proprio a lasciarsi alle spalle: la morte tragica di sua figlia, assassinata e divorata (letteralmente) da un serial killer. Costantemente sotto effetto di psicofarmaci prescritti dal suo ex marito Douglas, un profiler dell’FBI, trascorre le sue giornate sorseggiando vino rosso, tra romanzi crime e pasticci di carne, e spiando dalla sua finestra la vita del vicinato. Le sue giornate si ripetono tutte uguali fino a quando l’arrivo di un nuovo vicino (anzi, dirimpettaio), Neil, attira l’attenzione della donna. Con lui sembrerebbe esserci solo una bambina, sua figlia Emma. Nessuna moglie o compagna. In realtà, le congetture hanno presto una fine: nella sua vita c’è un’affascinante donna di nome Lisa (Shelley Hennig). L’aria si fa tesa e Anna decide di farsi da parte e riprendere la sua monotona vita. Una sera, però, Anna sa di non aver immaginato ciò che ha visto: Lisa è stata assassinata da qualcuno di cui ignora l’identità. Lo ha visto bene ed è certa che non siano stati i suoi pericolosi mix di pillole e vino a farglielo immaginare. Nessuno, però, viste le sue condizioni mentali e fisiche, riesce a crederle. Neanche la sua migliore amica Sloane, oltre alla polizia che non le dà ascolto e sottovaluta la sua testimonianza. Anna però sa cos’ha visto e questa volta vuole fidarsi di se stessa.

Partiamo con l’analisi di quello che possiamo considerare un po’ il biglietto da visita di ogni serie tv, ossia il suo titolo: La donna nella casa di fronte alla ragazza dalla finestra è una palese e diretta allusione a tutti i titoli che manifestano la presunzione di raccontare una storia da vera suspense (anche se poi magari di vera e propria suspense non hanno proprio nulla). In origine – e capirete il motivo di questa specificazione più tardi – l’intenzione è questa: costruire una parodia capace di ribaltare gli elementi del genere e metterne in evidenza i suoi eccessi suscitando una certa ilarità negli spettatori.

Tutti intenti lodevoli e particolarmente interessanti, dobbiamo riconoscerlo. Dopo i primi episodi più piatti dal punto di vista narrativo, le cose iniziano a farsi più interessanti. La trama si sviluppa con una coinvolgente alternanza di toni e sfumature: momenti drammatici, in cui il dolore del lutto e della perdita emergono con tanta forza dai ricordi del passato, fino a passaggi più leggeri in cui qualche cliché di troppo ci lascia alquanto delusi. È evidente che il costante sottofondo ironico c’è, ma della parodia vera e propria annunciata dal titolo non ci sono tracce, proprio perché rimane un po’ sospesa a mezz’aria. Le due atmosfere, quella drammatica e quella esilarante e più leggera, si toccano in diversi momenti del racconto ma purtroppo non riescono mai a incontrarsi e mescolarsi, come nelle intenzioni dei suoi creatori.

Anche gli stessi dialoghi danno allo spettatore la sensazione di non sapere bene cosa stia guardando. La confusione è dettata soprattutto dalla scelta di creare un tipo di atmosfera a cui si interpongono momenti di dubbia “comicità” che poco si amalgamano col resto. Proprio da qui deriva quella sensazione di smarrimento che spiegavamo sopra. Non c’è una presa di posizione netta nei confronti degli elementi che si vogliono introdurre e del modo in cui si vuole farlo. Ogni contaminazione sembra essere stata contenuta, perciò La donna nella casa di fronte alla ragazza dalla finestra è un prodotto ibrido, ma questo non l’aiuta affatto a farsi apprezzare.

Siamo certi che La donna nella casa di fronte alla ragazza dalla finestra possa darsi una seconda possibilità continuando il suo racconto in una seconda seconda stagione di cui sono state già gettate basi e premesse. Oltre alle mancate prese di posizione nette riguardo stile, linguaggio e registri, la storia si è comunque rivelata particolarmente coinvolgente al punto da essere entrata nella top ten dei contenuti più visti della piattaforma pochi giorni dopo la sua uscita. Piuttosto sarebbe meglio, in virtù della fruizione, scegliere una determinata direzione e perseguirla. L’analisi delle difficili condizioni di salute mentale di Anna riescono ad essere convincenti e per nulla scontate, per cui se la direzione da intraprendere dovrà essere quella più realistica e meno esilarante è bene che gli elementi ironici vengano marginalizzati o addirittura eliminati. Al contrario, la voglia di farne una comedy dai toni thriller renderà necessario una rimodulazione molto più impegnativa ma da cui potremmo essere piacevolmente sorpresi.
Insomma, quello che possiamo fare è aspettare e soprattutto… mantenerci lucidi quando ci godremo la seconda stagione!

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